VESTFALIA
(ted. Westfalen)
Regione storica della Germania, che dal 1946 costituisce la parte nordorientale del Land Nordrhein-Westfalen.
Con il nome di Vestfali si indica la stirpe di Germani occidentali che dal loro nucleo territoriale tra i fiumi Ems e Hunte venne spinta, fino alla fine del sec. 7°, verso S e O e che, insieme agli Angrivari e agli Ostfali, faceva parte del popolo dei Sassoni. Verso la fine del sec. 12° il ducato di V. comprendeva l'intero territorio tra i fiumi Reno e Weser. La regione abbraccia oggi il 'bacino vestfalico' con parti dell'area della Ruhr, il Weserbergland nordoccidentale e il Sauerland, vale a dire le aree amministrative di Münster e Arnsberg per intero e la parte occidentale dell'area amministrativa di Detmold; il capoluogo è Münster.Nel sec. 8° Carlo Magno (768-814) irruppe nei territori dei Sassoni, sottomise la fortezza di Eres e diede inizio all'opera di conversione dei nobili. Dopo varie sanguinose insurrezioni delle popolazioni rurali libere guidate dal nobile vestfalico Viduchindo, Carlo riuscì a inglobare i territori sassoni, compresi quelli vestfalici, nel regno dei Franchi. Nel 777 si tenne a Paderborn la prima dieta imperiale, mentre nel 785 Viduchindo si fece battezzare nel palazzo di Attigny. L'opera di evangelizzazione prese le mosse, tra le altre, dalle diocesi di Minden (v.; ca. 787), Münster (v.; ca. 804), Osnabrück (ca. 790-800) e Paderborn (v.; ca. 806), sottoposte alla provincia ecclesiastica di Colonia (v.), fondata dallo stesso Carlo Magno.Il monastero più importante della regione fu quello benedettino di Corvey (v.) sulla Weser (822), filiazione di Corbie, nella Francia settentrionale.In seguito alla disgregazione dell'impero franco, nel sec. 9° (trattati di Verdun nel 843 e di Meersen nell' 870), i territori della V. passarono al ducato di Sassonia. Soltanto dopo il 1180, quando il ducato venne tripartito in seguito alla sconfitta di Enrico il Leone, la parte occidentale della Sassonia passò, come ducato di V., all'arcivescovo di Colonia. Verso la fine del sec. 12° si costituì il sistema delle parrocchie, mentre nel corso del sec. 13° furono soprattutto le città a rafforzarsi. Il territorio vestfalico venne suddiviso in signorie ecclesiastiche e nobiliari, numerose città si riunirono in leghe (Werl, 1253; Soest, 1264). Risalgono a quest'epoca anche le origini della Lega anseatica.Nel Tardo Medioevo, dagli antichi territori di Colonia, da parti dell'eredità dei conti di Werl e dalla contea di Arnsberg, acquisita nel 1396, si costituì il territorio dell'Elettorato di Colonia, che tuttavia corrispondeva soltanto al nucleo della V. e che gli arcivescovi di Colonia dovevano dividere soprattutto con i vescovi di Minden, Münster, Osnabrück e Paderborn e con i signori di Lippe e i conti di Ravensberg. Nel 'patto di Soest' del 1444-1449 andò perduta la città di Soest e capoluogo del territorio divenne Arnsberg.Le tracce più antiche di testimonianze artistiche della V. anteriori all'epoca carolingia, come per es. la serie di pali rinvenuti nel St. Remigius a Borken, permettono di ipotizzare l'esistenza di chiese lignee. Un antico insediamento sassone della fine del sec. 8° è stato scavato a Warendorf. Nei secc. 8° e 9° nel territorio vestfalico sorsero numerosi edifici sacri e profani in pietra, esemplati sui modelli dell'arte di corte carolingia. La posizione di Paderborn, in seguito città vescovile e anseatica, presso le ricche fonti del fiume Pader e al punto di intersezione di importanti vie commerciali (quali lo Hellweg, o la via di Francoforte), fu sfruttata già da Carlo Magno, il quale utilizzò l'antico insediamento come importante roccaforte militare e di evangelizzazione, fondandovi un palazzo, del quale sono stati portati alla luce i resti, e nel 777 una piccola chiesa di missione, la Salvatorkirche, i cui muri di fondazione si trovano attualmente sotto la Abdinghofkirche. La sua pianta, individuata grazie agli scavi, rispecchia la tipologia classica della chiesa ad aula carolingia con coro a terminazione rettilinea incassato e ricorda l'Alt-St.Thomae di Soest. A questi primi edifici, che trovano confronti a Minden e nella Hohensyburg presso Dortmund, fecero immediatamente seguito le grandi chiese cattedrali e collegiate: così, al di sopra del primo edificio della Salvatorkirche di Paderborn sorse una basilica a tre navate con transetto occidentale e abside sporgente occidentale, fiancheggiata da due torri scalari, e a E un corrispondente impianto di coro con una sottostante cripta anulare. Questo edificio, che è stato oggetto di scavi, dovette essere consacrato da papa Leone III nel 799. L'impianto di Paderborn costituisce uno dei tipici esempi di grande edificio di epoca carolingia, analogo a quelli di Fulda (Salvatorkirche) e di Colonia (duomo).Mostrano una diversa tipologia architettonica le collegiate di Herdecke e di Vreden. La chiesa di Vreden, che si trova attualmente sotto la parrocchiale, dovette essere fondata da Walbert, nipote di Viduchindo, all'inizio del sec. 9° (secondo gli Annales Xantenses nell'839 giunsero a Fredenna le reliquie dei ss. Felicissimo, Agapito e Felicita). Essa va annoverata tra i primi esempi di chiesa monastica della Vestfalia. Secondo gli scavi, si trattava di una basilica a pilastri, a tre navate e transetto sporgente. L'incrocio e i due bracci del transetto costituivano tre spazi quadrati tra loro separati. Un analogo impianto si trova nelle 'basiliche di Eginardo' di Steinbach e di Seligenstadt (821-827 e 828-840). L' esempio più noto di architettura monastica carolingia nel territorio vestfalico è la chiesa del monastero benedettino di Corvey, fondata nell'822, con l'unico Westwerk interamente conservato degli anni tra l'873 e l'885.Nulla si sa circa l'aspetto delle grandi cattedrali del sec. 9° di Paderborn e di Münster. Unici resti di pitture carolinge sono i frammenti di decorazione murale nel Westwerk di Corvey; per quanto riguarda le arti plastiche, si conserva un reliquiario proveniente dalla collegiata di Enger (Berlino, Staatl. Mus., Pr. Kulturbesitz, Kunstgewerbemus.), realizzato intorno all'800 e donato da Carlo Magno a Viduchindo in occasione del battesimo di quest'ultimo.In epoca ottoniana la V., parte occidentale del ducato di Sassonia, partecipò allo sviluppo che prese il via in particolare a opera degli imperatori e dei re sassoni. Fulcro di tale fioritura restarono i centri vescovili e monastici, sicché Corvey poté confermare il proprio rango, mentre a Vreden, sotto la badessa Adelaide, figlia di Ottone II, iniziò un nuovo capitolo dell'architettura. Centro dell'architettura ottoniana in V. fu però Paderborn, sotto l'egida del vescovo Meinwerk (1009-1036), il prediletto tra i consiglieri di Enrico II (1002-1024): egli ricostruì il duomo (1009-1015), il palazzo vescovile e il palazzo imperiale, fortificò la città e progettò di circondare il duomo con altre fondazioni disposte a croce; vennero tuttavia portate a termine soltanto la Abdinghofkirche (1016-1031), in origine una basilica a tre navate con cripta 'a sala' al di sotto del coro rettangolare a E e una Vorhalle sul genere di un atrio a O, edificata al posto della Salvatorkirche carolingia, e la Busdorfkirche (consacrata nel 1036), progettata come copia del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ma che invece ebbe una pianta ottagonale con quattro bracci di croce pressoché quadrati, di impronta bizantina. Con la Bartholomäuskapelle (1017) sorse la prima Hallenkirche della Vestfalia. Essa venne costruita da maestranze bizantine e coperta da cupole su pennacchi. Non si sono conservate in V. opere di pittura e di scultura di epoca ottoniana.
Durante la seconda metà del sec. 11° la V. non appare interessata dalle tendenze riformatrici provenienti dal monastero di Hirsau, mentre si affermò con relativa rapidità, rispetto alla parte restante del ducato di Sassonia, la copertura a volte della navata mediana (Spira II, 1080-1106): dopo il 1150 nella V. non vennero più eretti edifici a copertura piana. La prima basilica completamente coperta a volte sorse a Cappel/Lippstadt; seguirono le volte nella navata mediana di St. Patrokli a Soest (ante 1166) e la Abdinghofkirche a Paderborn (fine del sec. 12°). In genere si rimase fedeli al pesante atrio (Cappel, Freckenhorst) e ancora nel 1200 il St. Patrokli di Soest venne munito di una possente conclusione occidentale. Verso la fine del sec. 12° sorsero anche parrocchiali rurali (per es. il St. Kilian a Lügde), che presentano in genere un breve corpo longitudinale (due campate), bracci del transetto abbreviati e una grande unica torre occidentale.Nel campo delle arti suntuarie, nella prima metà del sec. 12° nei territori della V. la posizione chiave fu detenuta da Roger di Helmarshausen (v.), il monaco-orafo contemporaneo del maestro mosano Renier de Huy. Della sua cultura artistica, che mostra echi bizantini, è testimonianza di primo piano l'altare portatile della Abdinghofkirche (Paderborn, Erzbischöfliches Diözesanmus. und Domschatzkammer, ca. 1100). Il maestro esercitò una grande influenza sull'intera area basso-sassone e basso-renana; il suo stile venne adottato da altre botteghe, in particolare da quella di Hildesheim, che assunse un ruolo di primo piano. Roger di Helmarshausen esercitò il suo influsso anche nell'ambito della miniatura (Colonia) e dell'arte monumentale (crocifisso del duomo di Minden e fonte battesimale di Freckenhorst). Con il crocifisso di Bennighausen, che dal punto di vista stilistico va inserito sulla scia del crocifisso di Gerone del duomo di Colonia, iniziò nella V., verso la fine del sec. 11°, la stagione della plastica figurativa. Innanzitutto vanno citati la Madonna di Imad nel duomo di Paderborn (Erzbischöfliches Diözesanmus. und Domschatzkammer; 1051-1076), che ha il proprio modello nella Madonna d'Oro di Essen, la testa-reliquiario di Cappenberg (Bork, St. Johannes Evangelist, Kirchenschatz; ca. 1150), che rappresenta l'imperatore Federico Barbarossa e che deve la propria fama al fatto di essere la prima testa-ritratto della storia dell'arte tedesca, e il crocifisso di Cappenberg (ca. 1225). Negli arredi scolpiti vestfalici sono da menzionare in primo luogo le acquasantiere, tra cui quella di Freckenhorst, databile secondo l'iscrizione al 1129, i cui rilievi si inseriscono dal punto di vista stilistico sulla scia artistica di Roger di Helmarshausen. A prescindere dalla singolare rappresentazione della Deposizione di Cristo dalla croce, incisa nella roccia nelle Externsteine presso Horn, spesso posta in relazione con la scultura di Freckenhorst, la scultura architettonica non ebbe un ruolo di rilievo nell'arte vestfalica. Le pitture murali della chiesa cimiteriale del vescovo Sigward di Minden a Idensen vennero realizzate secondo modelli italiani da monaci di Helmarshausen. Il monastero è inoltre noto per le sue opere di miniatura (Liber vitae, proveniente da Corvey, 1160-1175; Münster, Staatsarch., I, 133). Anche Soest costituisce un centro della pittura murale in V.: vennero realizzati, intorno al 1200, i dipinti murali, ora fortemente restaurati, del coro settentrionale di St. Patrokli, mentre dal monastero di St. Walburgis proviene la più antica pittura su tavola della Germania, un antependium del 1166 ca. (Münster, Westfälisches Landesmus. für Kunst und Kulturgeschichte).Con il maggior potere acquisito dalle città, nel sec. 13° si affermò anche l'architettura urbana civile: a Dortmund sorse uno dei primi esempi tedeschi di Rathaus (1232), al quale fece seguito quello di Minden, intorno alla fine del 13° secolo. Il Rathaus di Münster, la cui prima costruzione è documentata nel 1250, è uno dei più importanti della sua epoca, soprattutto per la sua preziosa facciata a timpano del 1335.Nell'edilizia religiosa si sviluppò, intorno al 1200, la basilica a volte vestfalica, che ha le forme di un breve e ampio edificio la cui pianta si avvicina a un quadrato. A O si innalza una possente torre quadrata, mentre a E si trova il coro rettangolare. La navata mediana è coperta da volte a crociera cupoliformi, mentre nelle laterali vi sono volte a crociera non costolonate. All'inizio del sec. 13° la V. fu la prima regione tedesca ad adottare la forma spaziale dell'edificio 'a sala', che aveva già avuto la propria fioritura nella Francia sudoccidentale (Poitou e Angiò). Nella V. l'edificio 'a sala' divenne la soluzione spaziale per eccellenza e si conservò fino al sec. 15° inoltrato. Secondo variazioni regionali - si distinguono sostanzialmente quattro aree: la contea di Mark (Ennigerloh, Anröchte, Balve e Plettenberg), il Sauerland (Heggen, Warstein, Eversberg, Grevenstein), il Siegerland (Ferndorf, Feudingen, Siegen) e il Münsterland (Billerbeck, Legden, Metelen, Langenhorst, Coesfeld, Lippstadt) - l'edificio 'a sala' vestfalico nel corso di questa prima fase si sviluppò secondo proporzioni tozze, quasi quadrate. Soltanto a Soest, con la Hohnekirche (St. Maria zur Höhe, ca. 1220/1230) si è in presenza di un edificio nuovo, che ebbe esiti dal punto di vista stilistico, meno pesante e massiccio nei suoi rapporti spaziali e con un impianto più ampio. Tale modello viene seguito negli edifici di Rüthen, Methler, Salzkotten, Weslarn e Warburg (Neustädter Kirche). Alla metà del secolo, l'edificio 'a sala' entrò in una seconda fase: la navata mediana diminuì la propria ampiezza a favore delle navate laterali, e anche le volte del corpo longitudinale persero il loro carattere dominante. Ai massicci pilastri cubici si sostituiscono sottili sostegni profilati, mentre nella parete vengono aperte grandi vetrate. All'esterno, al posto dell'unico tetto a doppio spiovente si ritrova, sulla navata mediana e sulle navate laterali, una copertura a gruppi di tetti più piccoli. Il primo edificio di questa nuova tipologia è la collegiata di Herford (attualmente duomo), iniziata intorno al 1220, seguita dal duomo di Paderborn (1225-1260), dalla Johanniskirche di Osnabrück (1256-1292) e infine dal duomo di Minden (1261-1290), nel quale compaiono per la prima volta tutti i vari elementi del sistema di articolazione del Gotico: ciò è particolarmente evidente nella forma delle finestre a traforo delle navate laterali, vicine a quelle di Colonia. Nel corso del processo di colonizzazione, la tipologia dell'edificio 'a sala' vestfalico giunse, intorno al 1250, nelle aree basso-tedesca (Gotico laterizio) e scandinava. Nella Elisabethkirche di Marburgo (1235) questa particolare tipologia si unisce a quella delle cattedrali del Gotico classico di origine francese.Nel corso del sec. 14° il 'Gotico a sala' vestfalico perse sempre di più le proprie particolarità regionali, divenendo parte del repertorio stilistico delle regioni circostanti, a tal punto che l'edificio 'a sala' della chiesa della Liebfrauen-Überwasser di Münster (1340-1346) poco si distingue dalle chiese 'a sala' sassoni della scuola di Marburgo. Tra i numerosi edifici 'a sala' emerge, come capolavoro del Gotico vestfalico, la parrocchiale di St. Maria zur Wiese (1313-1376) di Soest, nella quale si uniscono in modo armonico tradizione e nuova sensibilità formale: ci si attiene al tipico corpo longitudinale breve, si abbandona anche il transetto, ma le volte, a salita piatta, si innestano su pilastri sottili e articolati straordinariamente alti. L'unità spaziale, che si sviluppa per la prima volta nella Wiesenkirche è nuova per la V. e ha avuto un'ampia influenza. Nella Lambertikirche (1375-1450) di Münster l'edificio 'a sala' vestfalico mostra l'ultimo stadio del proprio sviluppo.La scultura vestfalica raggiunse una sua importanza sovraregionale soltanto nei secc. 14° e 15°; per il sec. 13° va citata solo la croce a disco della Hohnekirche di Soest (ca. 1230), che esercitò un decisivo influsso in area scandinava, nel Gotland. Nel corso del sec. 14° si sviluppò o si diffuse nella V. una serie di tipologie particolari: così invece dei consueti tabernacoli si ritrovano le tipiche sottili torri-tabernacolo (Havixbeck, Soest, Münster). Nell'ambito delle immagini devozionali, hanno grande importanza le croci biforcate e le croci astili (Haltern, Coesfeld, Borken) e le pietà, per es. quelle di Unna (Münster, Westfälisches Landesmus. für Kunst und Kulturgeschichte), di Telgte, Anröchte, Soest. I portali figurati del duomo di Paderborn e di quello di Minden hanno sicuramente modelli francesi, ma restano ancorati al Romanico e soltanto il programma figurativo della Vorhalle del duomo di Münster si riallaccia alla produzione contemporanea. Nel portale della Überwasserkirche, di epoca successiva (Münster, Westfälisches Landesmus. für Kunst und Kulturgeschichte, 1364/1366-1374) operò una bottega mosana. Nel Tardo Medioevo in V. si realizzarono numerosissime opere in pietra, circostanza spiegabile con la produzione di arenaria dei Baumberge; per es., subito dopo la realizzazione del ciclo della Überwasserkirche, è possibile individuare a Münster una bottega di scultura, le cui opere sembrano in relazione con l'arte di Peter Parler. Un capolavoro di questa bottega è il monumento funebre di Otto, signore di Lippe, e della sua sposa (ca. 1376/1378) nella St. Marien di Lemgo; una seconda lastra tombale di questa bottega si trova nella chiesa monastica di Marienfeld e mostra il cavaliere Serk con le sue due mogli (post 1383).Un cospicuo numero di sculture in pietra di grande qualità della prima metà del sec. 15° si raggruppa intorno al Maestro del Rilievo della Crocifissione Bentlage (Rheine, Städt. Mus., Falkenhof Mus.; 1443). Si tratta delle pietà di Nienborg e di Metelen, del monumento funebre del conte Guglielmo II a Bielefeld e delle figure monumentali di Warburg e di Rheine. Alla metà del secolo era attiva la bottega del Sippenrelief di Bentlage, le cui opere (Rheine e Nordwalde) presentano un inconfondibile e bizzarro stile figurativo.Una fioritura della scultura in V. si ebbe tra il 1490 e il 1520 e fu caratterizzata dagli scultori di Münster Heinrich Brabender (Münster, Westfälisches Landesmus. für Kunst und Kulturgeschichte; Paderborn, duomo), Evert van Roden (altare Brömbse, Lubecca, St. Jakobi; Madonna del Rosario, Osnabrück, duomo) e il Maestro di Osnabrück (Pietà, Freckenhorst, antica collegiata; altare Snetlage, Osnabrück, duomo). Il figlio di Heinrich, Johann Brabender, con le sue opere di scultura si pone già in un'epoca di passaggio verso il Rinascimento (Osnabrück, St. Johann).Anche la pittura in V. ha il suo momento di massima fioritura tra il tardo sec. 14° e il 15°: le uniche pitture conservate per intero (nuovamente visibili dopo i restauri) di epoca tardoromanica provengono dalla Hohnekirche di Soest. Possono essere distinte tre diverse fasi pittoriche: la pittura del corpo longitudinale a carattere decorativo con elementi ornamentali e animali fantastici, databile al 1220 ca.; la rappresentazione della Regina del cielo con il Bambino nel coro centrale e la Crocifissione nella nicchia sepolcrale che si trova nella parete nord della navata laterale nord, del quinto decennio del sec. 13°; infine le pitture del coro settentrionale, databili agli anni intorno al 1260. Dal punto di vista stilistico, le pitture sono esempi tipici dello Zackenstil sviluppatosi in Sassonia. Il primo dossale dipinto della V., uno dei primi esempi dell'intera Germania, proviene dalla Wiesenkirche di Soest (Berlino, Staatl. Mus., Pr. Kulturbesitz, Gemäldegal.) e con l'antependium romanico faceva sicuramente parte dell'arredo dell'edificio precedente. La tavola viene datata intorno al 1230, mentre l'antependium è certamente di poco posteriore. Da un punto di vista stilistico, il dossale si pone da un lato entro la pittura sassone-turingia di influenza bizantina (per es. Evangeliario, Goslar, Rathaus; Messale di Semeca, Halberstadt, Domschatz, 114) e dall'altro si avvicina alla decorazione murale della parrocchiale di Neuenbeken presso Paderborn: esso fu però sicuramente realizzato in una bottega di Soest.All'inizio del sec. 15° la pittura vestfalica su tavola conobbe con Conrad di Soest (1370-post 1422) una grande fioritura ed esercitò un'ampia influenza. Il suo stile 'franco-fiammingo' si preannunciava nelle opere del Maestro dell'Altare Berswordt nella Marienkirche di Dortmund (ca. 1400) e si spiega anche con un suo presumibile spostamento per ragioni professionali nelle Fiandre e in Borgogna. La prima opera conosciuta della sua bottega si trova nella Nikolaikapelle di Soest (ca. 1400), mentre le sue opere più note sono l'altare della Passione nella parrocchiale di Bad Wildungen (1403) e l'altare della Vergine nella Marienkirche di Dortmund (ca. 1420).Si riallacciano al suo stile anonimi maestri vestfalici quali il Maestro dell'Altare Blankenberch di Soest, il Maestro dell'Altare Fröndenberg (ca. 1403), il Maestro dell'Altare di Warendorf (ca. 1415) e di Isselhorst (1410 ca.) e il Maestro dell'Altare di Schöpping (1453-1457). Dopo la metà del secolo dal folto gruppo dei pittori vestfalici emergono Johann Koerbecke (ca. 1410/1429-1491) e il Maestro di Liesborn. Koerbecke studiò probabilmente presso il Maestro dell'Altare di Schöpping e risentì successivamente soprattutto dell'arte dei Paesi Bassi e di Colonia e in particolare di Stefan Lochner. Il suo capolavoro è l'antico dossale dell'altare maggiore per la chiesa dell'abbazia cistercense di Marienfeld del 1457. Delle sedici tavole originarie se ne conservano quindici ad Avignone (Mus. Calvet), Berlino (Staatl. Mus., Pr. Kulturbesitz, Gemäldegal.), Chicago (Art Inst.), Cracovia (Mus. Narodowe), Lugano (Coll. Thyssen Bornemisza), Mosca (Gosudarstvennyj Muz. izobrazitel'nych iskusstv im. A.S. Puškina), Münster (Westfälisches Landesmus. für Kunst und Kulturgeschichte), Norimberga (Germanisches Nationalmus.), Washington (Nat. Gall. of Art). Anche lo stile del Maestro di Liesborn, a cui si attribuisce il dossale dell'altare maggiore dell'antica chiesa del monastero benedettino di Liesborn (Münster, Westfälisches Landesmus. für Kunst und Kulturgeschichte; Londra, Nat. Gall.; 1485 ca.), mostra elementi di confronto con la coeva pittura su tavola dei Paesi Bassi e di Colonia.Anche la miniatura raggiunse, intorno al 1300, un nuovo periodo di splendore, come è evidente per es. nel graduale di Gisela di Kerssenbrock a Osnabrück (Gymnasium Carolinum).
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