VETERINARIA (XXV, p. 250)
Gli sviluppi della patologia veterinaria. - Dalla fine della seconda guerra mondiale il settore della patologia veterinaria si è, si può dire, completamente trasformato e rinnovato. Si è identificata la eziologia di numerosi morbi e, soprattutto, si è precisata l'entità della diffusione di quasi tutte le epizoozie e delle parassitosi in campo internazionale. Il capitolo delle zoonosi, che comprende le malattie comuni all'uomo ed agli animali, aggiornato recentemente a cura dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) raggruppa già circa 150 forme morbose, numero che è continuamente in aumento. Queste recenti constatazioni hanno fatto valutare sempre più la grande importanza della v. in relazione alla patologia umana, tanto che essa rappresenta ormai una scienza la cui conoscenza è insostituibile nella organizzazione della tutela della pubblica salute.
Nel periodo che segue la seconda guerra mondiale, l'andamento etiopatogenetico delle forme infettive degli animali ha mostrato un andamento che si può riassumere brevemente nel seguente modo: a) molte malattie provocate da forme microbiche si sono venute nel complesso riducendo, quali il carbonchio, le pasteurellosi, le brucellosi e la tubercolosi bovina, in relazione sia con le migliorate condizioni igieniche degli allevamenti, sia con la pratica di vaccinazioni di Stato sistematicamente condotte. Altre forme microbiche invece hanno più tenacemente resistito e tra queste le forme anaerobiche e le salmonellosi che trovano forse una giustificazione nella più intensa alimentazione con sostanze proteiche e con concentrati che in gran parte sfuggono ad un accurato controllo da parte dei varî servizî veterinarî. b) Si è verificato un aumento notevole delle epizoozie dovute a varî virus. Le virosi che particolarmente interessano oggi l'intero settore tecnico veterinario internazionale sono l'afta epizootica, la peste suina, la peste bovina, la pleuropolmonite, la peste equina, le pesti aviarie e le malattie da virus degli ovini.
L'afta epizootica. - La eziologia di questa virosi si è andata complicando enormemente con l'apparizione di nuovi virus e di nuove varianti. Ai tre tipi di virus noti O-A-C-, si sono aggiunti nuovi ceppi isolati in Africa ed in Asia (SAT1, SAT 2, SAT 3, in Africa; Asia1, nel continente asiatico e nel Medio Oriente). Di ogni tipo sono state riconosciute ed isolate numerose varianti, intendendo con questo nome un virus che pur appartenendo e provenendo dal ceppo tipico, presenta delle variazioni nel settore antigene ed immunitario che è quello che particolarmente interessa per la profilassi. Questa situazione si è sfavorevolmente ripercossa nel campo della profilassi riducendo le possibilità di immunizzazione vaccinale in particolar modo nei bovini, perché se è estremamente facile proteggere un paese da uno o da due virus aftosi, è invece difficile poter immunizzare gli animali contro un maggior numero di virus e di varianti. Sono perciò giustificate continue ricerche tendenti a facilitare la produzione di virus nei laboratorî da usarsi per la preparazione dei vaccini; e inoltre per ricercare nuove forme di preparazione vaccinale di più facile impiego (virus modificati, lapinizzati, ecc., virus vivi avirulenti). Un notevole progresso in questo settore è stato realizzato dalle ricerche degli autori italiani (V. Mazzaracchio, V. Zavagli e coll.) i quali hanno preparato, messo a punto e controllato, per i primi nel mondo, un vaccino di grande efficacia preventiva utilizzando colture di virus aftoso su cellule renali tripsinizzate.
Peste suina. - Questa malattia si è diffusa ormai in tutti i continenti, pur essendo sufficientemente controllata con i mezzi vaccinali preventivi, specie dopo la scoperta del virus vaccino lapinizzato. Un grave ed imminente pericolo è apparso invece recentemente con la diffusione nel continente africano ed in Europa di un virus di peste suina chiamato "Africano", contro il quale non esiste ancora alcun intervento immunitario. L'unico mezzo oggi disponibile è quello dell'eradicazione dei nuovi focolai con l'abbattimento.
La peste bovina. - La peste bovina si è diffusa in particolar modo nei paesi africani e asiatici. Però, nel complesso, viene oggi notevolmente controllata attraverso le organizzazioni internazionali create a questo scopo, nonché con nuovi mezzi potenti di immuno-profilassi (vaccini modificati, caprinizzati, lapinizzati, ecc.).
La pleuropolmonite contagiosa bovina. - Questa grave epizoozia, provocata da un P.P.L.O., è anch'essa in via di diminuzione; in Europa è occasionalmente presente solo in Spagna. In Asia non è più considerata un pericolo grave specialmente dopo che in Cina ed in India si è usato su larga scala il vaccino lapinizzato. In Africa si trovano dei focolai solamente nella regione orientale tra il quinto ed il diciannovesimo parallelo, dove la malattia è ancora allo stato enzootico in varie regioni.
La peste equina. - La peste equina è assurta a grande importanza recentemente per il grave fenomeno epizootico occorso nel 1959-60. Confinata ormai esclusivamente ad alcune regioni del territorio africano, questa virosi raggiunse nel 1958 l'Arabia Saudita, quindi il Golfo Persico, la Persia, l'Afghānistān, l'‛Irāq, la Turchia e la Siria. Nell'autunno del 1960 arrivò all'Isola di Cipro, nel Libano, in Giordania, in India, ecc. Le misure adottate consistono nella vaccinazione preventiva; però, restano ancora molti problemi da chiarire, specialmente riguardanti i vettori sconosciuti del virus.
Le pesti aviarie. - Le pesti aviarie sono ormai diffuse nei varî paesi del mondo, anche in relazione all'incremento colossale dell'allevamento avicolo industriale. Alle pesti aviarie si sono unite le nuove forme di bronchite infettiva e la cosiddetta malattia cronica respiratoria le quali hanno notevolmente complicato il già difficile problema. Però, le forme pestose sono ormai sufficientemente controllabili con i mezzi vaccinali oggi a disposizione. Viva fonte di allarme è la diffusione di varie virosi che colpiscono il patrimonio ovino quali la "Blue Tongue", varie forme nervose e l'Agalassia contagiosa delle pecore e delle capre. Questa ultima epizoozia è stata molto ben controllata con l'impiego di un adeguato vaccino studiato da V. Zavagli all'Istituto zooprofilattico di Roma.
Nel settore dei piccoli animali, il cimurro del cane e l'influenza del gatto rivestono una importanza limitata anche per l'impiego di adeguati mezzi di difesa.
Nel campo delle malattie parassitarie, le specie più colpite sono gli ovini, i suini, i polli; un posto a parte spetta alla idatidosi. Contro questa malattia, comune al cane e a molti animali domestici, e che ha oggi una grande importanza nel mondo per i suoi riflessi sulla salute dell'uomo, è stata organizzata una vasta campagna di lotta su piano internazionale.
Tutto il settore delle malattie del bestiame e delle malattie comuni all'uomo ed agli animali è attualmente in fase di continuo e pieno sviluppo per cui sempre nuove conquiste sono prevedibili in un prossimo futuro.
Organizzazione veterinaria. - Se fino all'inizio del XX secolo la v. era concepita solo come la scienza che curava gli animali ammalati, con l'evolversi e con il progredire dell'agricoltura e quindi della zootecnia, essa è venuta cambiando radicalmente i suoi scopi per dedicarsi sempre più alla difesa preventiva degli allevamenti dalle grandi e piccole epizoozie le quali, con l'incalzante progresso nel campo dei trasporti internazionali, assumono aspetti di diffusione ognora più gravi e preoccupanti. Ad un certo momento, gli Stati si sono accorti che a una nuova situazione epidemiologica devono corrispondere adeguati sistemi di profilassi. Quindi anche la legislazione sanitaria veterinaria si è ben presto orientata sulla concezione preventiva col fine di costituire degli effettivi zootecnici sani e di proteggerli da ogni eventuale contagio. Per questo scopo, nel pubblico interesse gli stati devono possedere un corpo di funzionarî veterinarî sempre più efficiente e sempre più preparato a scapito del veterinario libero professionista curatore di animali ammalati, come era nel passato. Nell URSS, dove l'agricoltura è organizzata in sistemi collettivi, si è praticamente soppressa la libera professione per formare esclusivamente dei corpi veterinarî alle dirette dipendenze dello stato e delle varie circoscrizioni amministrative con adeguati ospedali veterinarî e dispensarî ufficiali. Questa socializzazione progressiva della v. è sempre più imposta dalla natura e dalla importanza pubblica dei compiti che le sono affidati, e che si possono compendiare in questa formula: la medicina v. deve essere innanzitutto una medicina preventiva. La cura diverrà necessaria prevalentemente per supplire a delle lacune nelle nostre concezioni, o per riparare errori compiuti nel campo della prevenzione.
Così concepita nella sua funzione tecnica sociale di medicina preventiva, risulta evidente la impossibilità di considerare la organizzazione v., limitata e ristretta ad ogni singola nazione. Balza invece evidente la necessità, per i varî stati, di accordarsi e di adeguarsi per far fronte, collegialmente, a pericoli comuni. Di qui la nuova concezione della v. organizzata per far fronte non solo a problemi di natura nazionale, ma addirittura di ordine internazionale. E, quindi, la necessità di creare quegli organi e quegli istrumenti capaci di sovrintendere a questa azione più vasta ed in grado di studiare e realizzare adeguate direttive comuni.
L'Office International des Epizooties. - L'avvio a questa internazionalizzazione della v. ebbe inizio il 28 gennaio 1924 con la firma, da parte di 28 stati, della convenzione di Parigi per la creazione di un Office International des Epizooties (o.I.E.) con sede a Parigi. Questo organismo internazionale funziona sotto il controllo di un Comitato formato da un delegato per ogni paese aderente che si riunisce una volta all'anno. Aderiscono oggi all'O.I.E. oltre 60 Nazioni; mutui accordi sono inoltre stati stipulati fra l'O.I.E. e altre organizzazioni internazionali quali la F.A.O., l'O.M.S. ecc., per renderne sempre più efficiente la funzione di supremo organo di consulenza capace di fornire direttive e disposizioni in campo veterinario mondiale.
La creazione dell'O.I.E. era stata in certo qual modo psicologicamente preparata dalla consuetudine di riunire di tanto in tanto dei Congressi Internazionali Veterinarî. Queste riunioni che nel secolo scorso erano frutto, di volta in volta, della iniziativa di singole personalita e di singoli Stati, sono oggi state regolamentate con la creazione di un "Comitato per la organizzazione dei Congressi Veterinari Internazionali".
Federazione internazionale delle società veterinarie di zootecnia. - L'Associazione veterinaria spagnola di zootecnia organizzò nel 1947 un primo congresso a Madrid per studiare in campo internazionale i problemi dell'allevamento zootecnico. Un secondo congresso, tenuto nel 1949 a Madrid sotto la presidenza di Speroni, ministro argentino dell agricoltura, ebbe un ottimo successo e raccolse ben 3000 veterinarî. In quella occasione fu decisa la costituzione della Federazione Internazionale delle Società veterinarie di Zootecnia. Il terzo Congresso è stato tenuto a Buenos Ayres nel 1955.
Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S. - W.H.O.). - Essa si è occupata di problemi veterinarî per quanto riguarda le zoonosi (rabbia, brucellosi, febbre Q, tubercolosi bovina, leptospirosi, ecc.) e l'igiene degli alimenti di origine animale. Questa organizzazione crea di volta in volta dei comitati di esperti per i varî problemi che la interessano chiamandovi a far parte specialisti veterinarî. Recentemente la O.M.S. ha concordato un importante accordo con l'O.I.E. che regola le attività delle due Istituzioni qualora intervengano degli interessi reciproci.
Organizzazione Europea di Cooperazione Economica (O.E.C.E.). - Uno dei gruppi di lavoro che in seno all'O.E.C.E. studiano i problemi sul piano tecnico si occupa delle malattie del bestiame; esso tenne nel 1954 a Parigi una riunione di specialisti sulle malattie del patrimonio avicolo, e successivamente, a Stoccolma una riunione sulle malattie dei piccoli animali.
Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (F.A.O.). - Nel piano tecnico questa organizzazione ha istituito un Comitato per la produzione animale che si occupa dei problemi di alimentazione zootecnica, di fecondazione artificiale e delle malattie animali. Conferenze di specialisti sono state convocate per l'afta epizootica, per la brucellosi, per le malattie parassitarie. ecc. La FAO fornisce anche assistenza tecnica con esperti veterinarî ai paesi che la richiedono.
Commonwealth Bureau of animal health (Ufficio di sanità animale del Commonwealth). - Questa organizzazione, forse unica, ha come scopo la raccolta sistematica e la diffusione in tutto il mondo di quanto concerne la medicina veterinaria. Fondata nel 1930 per assistere unicamente i paesi del Commonwealth britannico ha esteso ormai la sua influenza a tutti i paesi. e dispone oggi di dieci uffici e di tre istituti specializzati che sono decentrati; per la sanità animale tutto fa capo al noto Istituto veterinario di Weybridge (Surrey-Inghilterra). Si calcola che al Bureau affluiscano circa 800 pubblicazioni della materia in 25 lingue che vengono catalogate e utilizzate per fare i riassunti dei lavori più interessanti, i quali vengono poi trasmessi a tutti i paesi che ne fanno richiesta. Questo Ente pubblica le seguenti riviste: The veterinary bulletin; Index Veterinarius che ha iniziato le pubblicazioni nel 1933 e che appare oggi trimestralmente; The veterinary review and annotations, che si pubblica dal 1955. Oltre a questi periodici, l'Ente trasmette di tanto in tanto delle pubblicazioni riferentisi a particolari malattie.
Le discipline veterinarie in Italia.
L'ordinamento degli stadî di medicina veterinaria in Italia. - Attualmente esistono in Italia 9 facoltà di medicina veterinaria e precisamente nelle università di Torino, Milano, Parma, Bologna, Perugia, Pisa, Napoli, Messina, Sassari. Per accedere a queste facoltà, si richiede il diploma di maturità classica o scientifica. Dopo un corso di studî di 4 anni, dette facoltà conferiscono la laurea in medicina veterinaria.
Unitamente alle facoltà di medicina veterinaria cooperano in Italia al progresso della scienza veterinaria numerose istituzioni ufficiali della materia. Tra queste, un posto a sé è tenuto da 10 "Istituti Sperimentali Zooprofilattici" che agiscono nelle seguenti sedi: per il Piemonte e la Liguria, a Torino; Lombardia ed Emilia, a Brescia; tre Venezie, a Padova; Lazio e Toscana, a Roma; Umbria e Marche, a Perugia; Abruzzo, a Teramo; Puglie, a Foggia; Mezzogiorno, a Portici; Sicilia, a Palermo; Sardegna, a Sassari. Altre due istituzioni similari si occupano dal 1937 di studî di ricerca e di applicazione della fecondazione artificiale: l'Istituto "Lazzaro Spallanzani" di Milano e l'Istituto Nazionale per la fecondazione artificiale di Bologna.
Bibl.: Bulletin dell'Office International des Epizooties, dal 1933; Bollettino dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 1950; S. Paltrinieri, La medicina veterinaria in Italia dal 18° al 20° secolo, Milano 1947; Atti del V Congresso internazionale della idatidosi, Madrid 1954; E. Leclainche, Histoire illustrée de la médicine vétérinaire, 2 voll., Parigi 1955; V. Mazzaracchio, V. Zavagli e coll., Zooprofilassi, 1957, p. 539 sgg.; id., in Atti del XVI Congresso mondiale di veterinaria, 1959; id., Riunione della Commissione permanente O.I.E.-F.A.O. per l'afta epizootica, in Bulletin dell'O.I.E., LIII (1960), p. 657 e segg.; F.A.O.-O.I.E., Animal health yearbook, Roma 1960.