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BARBARO, Vettore

di Giuseppina De Sandre - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARBARO, Vettore

Giuseppina De Sandre

Figlio di Maffeo, come chiaramente appare dal testamento, e non di Nicolò, come afferma M. Barbaro, nacque probabilmente a Venezia nell'ultimo scorcio del 1300. Nel 1421, infatti, si trovava a Padova a trattare, per conto di privati, con Francesco Leoni e Iacopo Barbarigo, provveditori sopra le acque: non più giovinetto, quindi.

Iniziate nei primi mesi del 1426 le operazioni di guerra contro Filippo Maria Visconti, duca di Milano, Venezia affidò al B. il compito di condurre presso Vignola 6.000 fanti e cavalieri, perché, collaborando col marchese di Ferrara, impedisse il passaggio delle truppe viscontec dalla Romagna in Lombardia. Il 10 maggio, però, i Milanesi passarono ìnaspettatamente il fiume S coltenna (Panaro). L'11 luglio, quando alla lega tra Venezia e Firenze aderì anche Amedeo duca di Savoia, il B. era presente, come testimone, alla stesura dell'accordo, avvenuto nel Palazzo ducale di Venezia. L'anno seguente, sarebbe stato, secondo il Bardi, provveditore in campo nell'esercito impegnato contro il Visconti; a lui il Carmagnola (ma la notizia non trova miglior fondamento), dopo la battaglia di Maclodio (12 ott. 1427) avrebbe inspiegabilmente taciuto la decisione presa di dare libertà ai prigionieri.

Si ignorano, poi, le vicende della sua vita fino al 1438, anno in cui fu inviato podestà a Vicenza, affiancato da Andrea Gritti, capitano. Durante la sua podesterìa, durata fino al 1440, la guerra tra Venezia e Milano, rinnovatasi la lega tra il papa, i Veneziani e i Fiorentini, coinvolse anche il territorio vicentino: in quel difficile momento il B. dovette essere severo tutore dell'ordine e delle leggi, se meritano fede le parole di un pubblico encomio a lui rivolto dal vicentino Montorio Mascarello nel 1444: "leges... ab hostili impetu... liberasti... ab interitu servasti".

Nel 1442 ricoprì la carica di podestà a Treviso; nel 1444 successe a Ettore Pasqualigo nella stessa carica, di nuovo a Vicenza. Non emergono, per gli anni successivi, tracce della sua attività.

Il 30 giugno 1449 il B. dettò il suo testamento a Venezia, nella "casa granda" in contrada S. Fosca; il 9 luglio vi appose una piccola aggiunta. Nell'atto sono contenute varie notizie sulla sua vita privata: il B. ricorda le due mogli, Orsa e Regina (morta il 28 giugno), la quale ultima gli aveva portato in dote 1.000 ducati. Non nomina figli, e lascia tutti i suoi possedimenti in Venezia e fuori di Venezia, insieme con la casa, ai figli del nipote Daniele Barbaro (di contrada S. Zaccaria), già defunto, con la clausola che tali beni restino alla famiglia. Ripartisce inoltre la somma di circa 100 ducati in opere pie, ricordando anche la Scuola della Misericordia di cui era socio, e provvede alla sua servitù. Tra gli esecutori testamentari compaiono due illustri personaggi della casata: Ermolao Barbaro, vescovo di Treviso, e Francesco Barbaro, "el chevalier".

La morte si deve porre verso il 25 febbraio 1450, secondo la lettura data da G. G. Palfer (che il Cicogna corregge impropriamente in 1449) all'iscrizione tombale ritrovata in S. Maria de' Servi, la chiesa che il B. aveva scelto come luogo di sepoltura.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Testamenti, Croce, 1157, perg. 162; M. Barbaro, Arbori de' patritii veneti, ms. 1; I libri commemoriali della Repubblica di Venezia, a cura di S. Predelli, VIII, Venezia 1896, 1. XI, nn. 79, 224; C. Ghirardacci, Historia di Bologna, in Rer. Italic. Scriptores, XXXIII, I, a cura di A. Sorbelli, p. 3; G. Bardi Fiorentino, Dichiaratione di tutte le istorie che si contengono nei quadri posti nuovamente nelle Sale dello Scrutinio....Venezia 1587, V. 47; G. Bonifacio, Historia trivigiana, Trivigi 1591; M. A. Sabellici Historiae rerum venetarum ab urbe condita, in Degli istorici delle cose veneziane, a cura di A. e R C. Zeno, I, Venezia 1718, p. 493; G. Degli Agostini, Notizie istorico-critiche intorno alla vita e le opere degli scrittori viniziani, II, Venezia 1754, p. 55; S. Castellini, Storia della città di Venezia, XI, Vicenza 1821, 1), p. 189, 199; E.A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, I, Venezia 1824, p. 59.

Vedi anche
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