vetturiere
s. m. Chi è addetto a facilitare la salita o la discesa dalle autovetture, con particolare riferimento al personale degli alberghi.
• Alle 8.45 ieri mattina via Veneto si è fermata. Paralizzata per un’ora e con lei tutte le arterie intorno. «Quel taxi ha commesso una grave infrazione. È sempre la stessa scena, in questo tratto di strada, ogni mese, avvengono minimo un paio di tamponamenti. Una settimana fa si sono scontrati due motorini ‒ ha detto ancora il vetturiere dell’hotel ‒, ma perché la gente non rispetta la segnaletica?». (Valeria Forgnone, Repubblica, 20 luglio 2010, Roma, p. XI) • «Gli studenti della Domus Academy ci hanno sottoposto alcune idee per l’hotel del futuro: il progetto “Local Touch” prevede un albergo e una città da vivere attraverso l’uso dei tablet», dice Karine Pavia, direttore marketing, che parla di un’accoglienza differenziata. «Dal momento in cui i vetturieri aprono la portiera dell’auto cerchiamo di intuire se è il caso di sbrigarsi o puntare su un’ospitalità su misura». (Michela Proietti, Corriere della sera, 28 marzo 2013, p. 29, Cronache) • Avete nostalgia dei grandi alberghi ottocenteschi con tanto di vetturiere (il portiere in divisa che aiutava a salire in carrozza e che ora, più prosaicamente, vi carica i bagagli sul taxi?). Non perdetevi i grandi hotel dal fascino antico di Karlovy Vary, la località boema celebre per le sue acque termali che quando era tedesca si chiamava Karslbad. (Davide Banfo, Repubblica, 30 agosto 2016, p. 8).
- Derivato dal s. f. vettura con l’aggiunta del suffisso -iere.
- Già attestato nel Corriere della sera del 6 dicembre 1959, p. 4, Corriere Milanese.