Vedi VETULONIA dell'anno: 1966 - 1997
VETULONIA (v. vol. VIl, p. 1157)
L'esame del materiale conservato nel Museo Archeologico di Firenze ha permesso l'articolazione sempre più precisa del precoce ruolo di V. nella dinamica degli scambi con aree diverse (Etruria meridionale, Sardegna, area bolognese) tra l'Età del Ferro e l'Orientalizzante (fine IX-fine VII sec. a.C.).
La recezione di beni suntuari nell'Orientalizzante Antico è confermata dalla presenza, nei corredi della necropoli vetuloniese, di oggetti d'importazione di grande prestigio: nella tomba a fossa di Castelvecchio, scavata nel 1964, un sigillo della classe del Lyre-Player Group fa datare la deposizione più antica ancora alla fine dell'VIII-inizio VII sec. a.C., mentre una coppa d'impasto con decorazione dipinta manifesta una chiara derivazione da quella serie di coppe greco-cicladiche che in questa epoca affluiscono nei mercati etrusco-meridionali.
La continuità d'uso della necropoli delle Dupiane dall'Età del Ferro (VIII sec. a.C.) a età romana, con presenze particolarmente ricche nel V e IV sec. a.C., apre nuove prospettive per la conoscenza della vita del centro. Da questa necropoli proviene anche l'alfabetario su lastrone lapideo, prezioso documento epigrafico di età ellenistica.
A questi dati che già di per sé comportano un cambiamento del quadro noto, che vedeva nel corso del VI sec. a.C. un graduale declino di V. a favore di Roselle, si aggiungono ora nuove informazioni provenienti dallo scavo dell'abitato antico: la scoperta negli anni '70 in località Costa Murata di ingenti quantità di ceramiche, per lo più d'importazione, pertinenti forse a un deposito votivo e collocabili cronologicamente tra la fine del VI e la metà del V sec. a.C., costituiscono un'interessante e indiretta conferma dei dati forniti dalla necropoli. Una ripresa demografica ed economica per V. è evidenziata dalla grande attività edilizia documentata nell'abitato tra il III e la metà del I sec. a.C.: si ricorda la scoperta di un tratto della cinta muraria con strada basolata e porta d'ingresso in località Costia dei Lippi e una vasta domus con imponenti resti di decorazione architettonica in località Costa Murata. In località Poggiarello Renzetti si è messa in luce una nuova casa ad atrium (che suggerisce analogie strutturali con coeve case pompeiane, p.es. Domus Stalli Erotis, Casa del Parnaso, ecc.), del tipo già noto dagli scavi Falchi 1895-1896, con fasi di vita ascrivibili a un periodo che va dall'inizio del II alla metà del I sec. a.C., quando la struttura è abbandonata, probabilmente, a causa di un incendio. Il ritrovamento sotto il crollo del tetto dell'atrium di un frammento di lastra architettonica figurata, della serie di quelle già rinvenute nello stesso luogo dal Falchi e generalmente riferite alla decorazione di un naìskos, chiarisce la destinazione di queste lastre anche per uso privato e consente una nuova interpretazione mitologica delle raffigurazioni (Medea a Corinto).
Una vivacità di scambi commerciali in questo periodo si denota dalla presenza, tra i materiali provenienti dall'abitato, di anfore rodie, ceramiche iberiche e monete sardo- puniche, mai prima documentate a Vetulonia. Una conferma indiretta dei dati forniti dall'abitato proviene anche dalle recenti acquisizioni fornite dagli scavi della necropoli in località Val di Campo, dove piccole tombe a tumulo della fine del VII sec. a.C. vengono riutilizzate con deposizioni di pieno II sec. a.C. Anche il patrimonio epigrafico, altrimenti scarso, si è notevolmente incrementato con le ricerche recenti.
Non meno importanti risultano le acquisizioni provenienti dal territorio. Il tumulo di Poggio Pelliccia, posto alla fine della grande necropoli vetuloniese, ma ormai isolato da essa, su una direttrice viaria, porta d'accesso ai bacini metalliferi di Ribolla e del Massetano, ha infatti restituito nei corredi di diverse deposizioni collocabili tra la fine del VII e la metà del V sec. a.C. ceramiche d'importazione greco-orientali, corinzie, attiche etrusche, uova di struzzo istoriate, appliques in bronzo e oggetti personali in oro, evidenziando anche per il territorio un rigoglioso afflusso di beni suntuari. L'indagine delle necropoli sparse nell'agro vetuloniese - Val Berretta, Seivello, San Germano, Campo della Manganella - tutte dislocate in punti d'accesso alle aree metallifere, ha contribuito a disegnare per questo momento cronologico (fine VII-metà V sec. a.C.) un nuovo quadro insediativo del territorio vetuloniese. La scoperta di queste necropoli, di cui rimangono ancora sconosciuti gli insediamenti di riferimento, insieme allo scavo dell'abitato dell'Accesa, fornisce un ulteriore contributo alla storia del popolamento del territorio, anche se non risulta completamente chiarito il rapporto tra questi centri periferici, legati probabilmente all'estrazione, lavorazione e trasporto dei minerali, e Vetulonia. Una ricerca capillare su un campione di territorio ne ha rivelato la frequentazione senza soluzione di continuità dal Bronzo Finale sino all'età romana. Proprio in quest'ultimo periodo l'agro vetuloniese appare densamente popolato con ville rustiche e complessi monumentali di una certa importanza: tra questi ultimi da ricordare la Villa di Clodio nota dalla tradizione letteraria (Cic., Mil., XXVII, 74) da collocare probabilmente alla Badiola al Fango e la Villa delle Paduline (Castiglione della Pescaia) solo in parte indagata alla metà degli anni '70 e per cui è stato possibile individuare almeno due fasi di vita: una tardo-repubblicana/giulio-claudia e una flavio-adrianea. Un graduale abbandono del territorio si prospetta già in età tardoantica con il progressivo impaludamento del lago Prile e la conseguente formazione di quel lago di Castiglione che tanta parte avrà nella storia del territorio di Castiglione della Pescaia in età medievale e moderna.
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Età del Ferro: G. Camporeale, Rapporti tra Tarquinia e Vetulonia in epoca villanoviana, in StEtr, XXXII, 1964, p. 3 ss.; A. Maggiani, Coppa fenicia da una tomba villanoviana di Vetulonia, ibid., XLI, 1973, p. 73 ss.; F. Delpino, Aspetti e problemi della prima età del ferro nell'Etruria settentrionale marittima, in L'Etruria Mineraria. Atti del XII Convegno di Studi Etruschi e Italici, Firenze-Populonia-Piombino 1979, Firenze 1981, p. 265 ss.; F. Lo Schiavo, Osservazioni sul problema dei rapporti fra Sardegna ed Etruria in età nuragica, ibid., p. 299 ss.; G. Camporeale, Nuovi dati sull'attività produttiva e sugli scambi di Vetulonia dal villanoviano all'arcaismo, ibid., p. 377 ss.; M. Cygielman, Impugnatura di spada dalla Collezione Renzetti, in StEtr, LII, 1984 (1986), p. 3 ss.; id., Vetulonia, in G. Bartoloni e altri, Le urne a capanna rinvenute in Italia, Roma 1987, p. 21 ss.; M. Cygielman, Note preliminari per una periodizzazione del villanoviano di Vetulonia, in La presenza etrusca nella Campania meridionale. Atti delle giornate di Studio Salemo-Pontecagnano 1990, Firenze 1994, PP· 255»292·
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Importazioni egiziane: G. Hölbl, Beziehungen der ägyptischen Kultur zu Altitalien, Leida 1979. - Ceramiche d'importazione: M. Martelli, La ceramica greco-orientale in Etruria, in Les céramiques de la Grèce de l'Est et leur diffusion en Occident, Naples 1976, Parigi 1978, p. 150 ss. - Per i rapporti con le aree a Nord delle Alpi: L. Aigner Foresti, Der Ostalpenraum und Italien: ihre kulturellen Beziehungen im Spiegel der anthropomorphen Kleinplastik aus Bronze der 7. Jhs. v.Chr., Firenze 1980. - Oreficerie: M. Cristofani, M. Martelli, L'oro degli Etruschi, Novara 1983. - Bronzi: F. W. von Hase, Die Trensen der Früheisenzeit in Italien (Prähistorische Bronzefunde, XVI, 1), Monaco 1969; V. Bianco Peroni, Die Messer in Italien. I coltelli nell'Italia nell'Italia continentale (Prähistorische Bronzefunde, VII, 2), Monaco 1976; E. Woytowisch, Die Wagen der Bronze- und frühen Eisenzeit in Italien (Prähistorische Bronzefunde, XVII, 1), Monaco 1978; M. Martelli, in M. Cristofani (ed.), Gli Etruschi in Maremma, cit., p. 234 ss. - Buccheri: D. Gregori, Una bottega vetuloniese di buccheri ed impasti orientalizzanti decorati a stampiglia, in SteMat, VI, 1991, pp. 64-81.
Terrecotte architettoniche: A. M. Esposito, La ceroplastica, le terrecotte architettoniche, in A. Maggiani (ed.), L'artigianato artistico (cat.), Milano 1985, p. 138 ss.; M. Cygielman, E. J. Shepherd, Su, alcune terrecotte architettoniche provenienti da Vetulonia, in StEtr, LUI, 1985 (1987), p. 77 ss.; M. Cygielman, Su alcune terrecotte architettoniche da Vetulonia, in La coroplastica templare etruscafra IV ed il II sec. a.C. Atti del XVI Convegno di Studi Etruschi e Italici, Orbetello-Manciano 1988, Firenze 1992, pp. 281-296; id., Casa privata e decorazione coroplastica. Un ciclo mitologico da Vetulonia, in Ostraka, II, 1993, pp. 369-381.
Epigrafia: G. Giacomelli, A. Talocchini, Il nuovo alfabetario di Vetulonia, in StEtr, XXXIV, 1966, p. 239 ss.
Topografia: G. Schmiedt, Contributo della fotografia aerea alla ricostruzione della città italica ed etrusca preromana, in La città etrusca ed italica preromana, Bologna 1970, p. 201 ss.
Territorio: C. B. Curri, Note preliminari sui monumenti arcaici della necropoli e del territorio di Vetulonia, in ActaAntHung, XXIII, 1975, p. 175 ss.; id., Relazione fra un centro costiero di Vetulonia e territorio vulcente, in La civiltà arcaica di Vulci e la sua espansione. Atti del X Convegno di Studi Etruschi ed Italici, Grosseto-Roselle-Vulci 1975, Firenze 1977, p. 259 ss; Vetulonia I ( Forma Italiae, Regio VII, V), Firenze 1978; A. Talocchini, Ultimi dati offerti dagli scavi vetuloniesi: Poggio Pelliccia - Costa Murata, in L'Etruria mineraria. Atti del Convegno..., cit., p. 99 ss.; A. Dani, A. Vanni Desideri, Il territorio di Vetulonia dalla fine della preistoria all'età Romana, in Erba d'Amo, XLVII, 1992, pp. 50-59.
Villa romana delle Paduline: M. Cygielman, I frammenti di affresco provenienti dall'edificio romano delle Paduline-Castiglione della Pescaia ( GR), in Kölnjb- VFrüGesch, XXIV, 1991, pp. 51-58.
(m. cygielman)