AURELIA, VIA
. La grande strada romana, ancora oggi così denominata, partiva dalla porta Aurelia delle mura imperiali (presso il ponte S. Angelo), raggiungeva la costa del Tirreno all'altezza di Alsium (Palo), e quindi, costeggiando ora più ora meno da vicino il mare fino a Genova, si riuniva qui al gruppo stradale della valle padana per penetrare poi nella Gallia. Nell'Itinerario di Antonino la via conserva il nome di Aurelia fino ad Arles. Nel tratto urbano esisteva anche un'altra via, detta Aurelia vetus, che aveva inizio dal sito dell'odierna porta S. Pancrazio sul Gianicolo, e si riuniva all'altra presso la Torretta Troili nella Val Canuta.
Da questo punto la via percorreva tutto il territorio etrusco e veniva a toccare le seguenti stazioni principali: Pyrgi (S. Severa), Centumcellae (Civitavecchia), Forum Aurelii (a O. di Vulci), Cosa (presso Orbetello), Populonia (Populonia), Portus Pisanus (Livorno), Pisae (Pisa), Forum Clodii (presso Viareggio), Luna (presso Carrara), Segesia (Sestri Levante), Genua (Genova), Savo (Savona), Albium Ingaunum (Albenga), Albium Intimilium (Ventimiglia), Nicaea (Nizza), Forum Iulii (Fréjus), Telo Martia (Tolone), Massilia (Marsiglia), Arelate (Arles).
È ignoto chi sia stato l'Aurelio che la costruì, e quando ciò sia avvenuto; in un primo tempo la via giungeva soltanto a Cosa, poi fu estesa fino a Luna e infine nel 109 a. C. fino a Genova. Presso Montalto di Castro sorgeva il Forum Aurelii, punto di commercio fra il litorale tirrenico e l'interno dell'Etruria, creato nell'età più antica quando la via si fermava alla regione etrusca, mentre un po' più a S. del confine fra la Toscana e la Liguria si trovava il Forum Clodii, dove si congiungeva all'Aurelia la via che proveniva da Firenze, passando per Pistoia e Lucca.
In complesso la via si manteneva vicina al mare, salvo alcuni tratti presso La Spezia, dove la costa è alta e rocciosa; mentre nel litorale pisano la via antica appare oggi allontanata notevolmente dalla costa a causa dell'avanzarsi della spiaggia dovuto agli apporti alluvionali dell'Arno.
Bibl.: E. Desjardins, La table de Peutinger, Parigi 1873, p. 95 segg.