VIADANA, Ludovico Grossi da
Musicista, nato nel 1564 a Viadana (Mantova), morto a Gualtieri presso Viadana il 2 maggio 1645. Compì gli studî sotto la guida di Costanzo Porta (il polifonista cremonese che impersona il transito dalla scrittura elaborata alla semplice). Pubblicò il suo primo lavoro (Canzonette) a Venezia nel 1589 o nel 1590. Circa il 1594 entrò nei minori osservanti e divenne maestro di cappella presso la cattedrale di Mantova. Circa tre anni dopo passò a Roma; fu in quel tempo nominato prefetto dell'Odeo di Padova. Nel 1610 è a Concordia, maestro di cappella e - nella stessa carica - nel 1612 a Fano. Passò gli ultimi suoi anni a Viadana e nei dintorni, dedicando la sua attività soltanto alla composizione musicale.
Composizioni: Canzonette a 4 voci (1590); Canzonette a 3 (1594); Madrigali a 4 (1591); Madrigali a 6 (1593); Messe a 4 (1596); Salmi da Vespro a 5 (voll. 2, 1595-1604); Falsi-bordoni, ecc. (1596); Completorium romanum a 8 (voll. 2, 1597-1606); Mottetti a 8 (1597); Salmi e Magnificat a 4 (1598); Officium defunctorum (1600); Salmo da Vespro a 8 (1602); Cento concerti ecclesiastici da 1, 2, 3, 4 voci con il Basso continuo per sonar nell'organo (voll. 3, 1602-07-11); Concerti ecclesiastici. a 1, 2, 3, 4 voci con il Basso continuo, ecc., raccolti da fra' Daniele da Perugia, libro II (1607); Letanie da 3 a 12 v. (2ª ed., 1607); Officium ac Missae defunctorum a 5 (1604); Lamentationes Hieremiae a 4 (1609); Sinfonie musicali a 8 per ogni sorta d'istrumenti, con il basso d'organo (1610); Responsoria ad lamentationes Hieremiae a 4 (1609); Salmi a 4 col basso per l'organo, brevi, commodi et ariosi con 2 Magnificat (1610); Falsi-bordoni a 4, con Sicut erat, Te Deum e Salve Regina a 8 (1612); 24 Credo a canto fermo (1619); Missn defunctorum a 3 (1662 a cura di A. de Caldanis); oltre a molte altre pagine pubblicate in raccolte collettive. Il V. fu per molto tempo onorato, attribuendosi a lui l'idea prima del basso continuo come sostegno e integrazione del concerto polivocale. In realtà già altri, tra i quali G. Caccini, I. Peri, E. del Cavaliere, A. Banchieri, avevano praticato l'uso del basso numerato. Ma al V. resta la priorità nell'uso del basso continuo come elemento obbligato e intrinseco della stessa composizione. Non ripiego o rinforzo, dunque, ma vera necessità estetica, bene spiegata dal movimento che nell'ultimo Cinquecento spingeva verso lo stile monodico-accompagnato.
Bibl.: A. Parazzi, Della vita di L. da V., 1877; F. X. Haberl, Die Anfänge des B. c., in Kirchenmusikalischen Jahrbuch, 1889.