VIC
(lat. Ausa; Vicus Ausonensis, Ausona, Osona nei docc. medievali)
Città della Spagna settentrionale, nella Catalogna centrale, capitale dell'od. territorio di Osona e sede episcopale, situata a N di Barcellona alla confluenza dei fiumi Mèder e Gurri, nella Plana de Vic.
Si tratta dell'antico insediamento della popolazione iberica e romana conosciuta con il nome di Ausetani, della quale sono rimasti i resti di un antico tempio (attualmente ricostruito). Nel sec. 5° la città diventò sede episcopale e si sviluppò il primo nucleo della cattedrale, probabilmente vicino all'antico tempio. L'invasione araba del 718 segnò l'avvio di un lungo periodo di decadenza e abbandono della città, protrattosi fino all'inizio del ripopolamento della zona, favorito nell'878 dal conte Goffredo il Peloso.
Da quel momento si svilupparono due piccoli nuclei urbani sotto l'autorità del vescovo, l'uno intorno al castello e l'altro intorno al nuovo nucleo episcopale, denominato Vicus Ausonensis, toponimo da cui ha origine il nome Vic. Nonostante ciò, la struttura urbana dei due nuclei tese a unificarsi a partire dal sec. 12°, contribuendo alla formazione di un'unica città. Il mercato, localizzato nell'area tra i due nuclei, e lo sviluppo dei diversi quartieri (Codina, Quintana) tra il castello e la sede episcopale attestano questo processo, riscontrabile anche nel perimetro della cinta muraria dei secc. 12° e 13°, realizzato sulla base di un'unica impostazione, che si mantenne anche nelle mura edificate per ordine di Pietro IV il Cerimonioso (1368-1378). Di queste ultime si sono conservate alcune parti, la più significativa delle quali si trova nella Rambla dels Montcada.
Si hanno notizie, inoltre, dei primi rioni, come quelli di Santa Eulalia - che si formò intorno a una cappella dedicata a s. Eulalia di Mérida, già documentata nel 911 - e di Clotes, dove lavoravano i fabbricanti di calce e i conciatori di pelli, situato sulla riva del fiume Gurri (Junyent, 1976, pp. 41-42). Come accadde in altre città catalane, anche per V. il sec. 13° fu un periodo di espansione urbana, favorita dalle fondazioni degli Ordini mendicanti.Buona parte della storia di V. può studiarsi attraverso i documenti del vescovado e della cattedrale, a partire dall'880. Dal 1315, con la creazione di un governo municipale, si produsse diversa documentazione classificata, che si conserva nell'Arx. Mun. (Duran Noguer, 1957, p. 41). Sono altrettanto importanti l'Arx. de la Vegueria e l'Arx. de la Cúria Fumada (o Arx. Notarial).
Del primo nucleo della cattedrale non si conoscono resti. Alcuni indizi archeologici fanno supporre che si trovasse dietro il tempio romano, dove fu costruita la chiesa di Sant Sadurní (Junyent, 1964-1967). Già in epoca comitale, il nuovo nucleo episcopale era composto da tre chiese, ristrutturate tra il 925 e il 956. La chiesa principale fu ingrandita prima del 970 con l'aggiunta di due cappelle (Junyent, 1976, pp. 42-43). Al tempo del vescovo Oliva (ca. 971-1046) si intraprese la costruzione di una nuova cattedrale, con capocroce ingrandito con cinque absidi e una cripta nella quale si utilizzarono alcuni dei capitelli dell'ampliamento anteriore al 970. La nuova cattedrale fu consacrata nel 1038, anche se non erano ancora costruiti il tiburio e il campanile; quest'ultimo fu completato solo nel 1604. L'edificazione di questa nuova sede comportò la scomparsa della chiesa di Sant Miquel, facente parte del precedente complesso. Alla fine del sec. 11° si costruì un nuovo edificio per la canonica, con un chiostro di due piani, accanto alla cattedrale (Junyent, 1976, pp. 48-49).
Nel sec. 12° fu ingrandita la cripta e venne costruita una nuova chiesa dedicata a s. Maria, consacrata nel 1180. Questo edificio, di pianta circolare (diametro m 19), detto la Rodona, era ubicato nello spazio occupato dall'od. cattedrale neoclassica. La disposizione generale di questa costruzione romanica si conosce grazie ai progetti elaborati alla fine del sec. 18° dall'architetto della nuova cattedrale (Vic, Arx. Capitular) e agli scavi diretti da Junyent negli anni 1941-1942 (Junyent, 1966).
Il complesso della cattedrale non fu rimaneggiato fino al 14° secolo. Nel 1318 iniziò la costruzione del nuovo chiostro della canonica, che sostituì in buona parte quello precedente, e, sebbene nel 1802 sia stato scomposto e ricostruito, si possono ancora apprezzare le grandi arcate a sesto acuto traforate e i cicli scultorei con motivi biblici e agiografici, accanto a motivi decorativi vegetali. I lavori che riguardarono il chiostro e gli ambienti annessi, come la sala capitolare, furono guidati da Ramon Despiug e Bartomeu de la Dernosa, autore di una parte del progetto scultoreo. Alla morte di quest'ultimo, nel 1359, i lavori furono interrotti e ripresero solo nel 1371, continuando alla fine del sec. 14° sotto la supervisione di Antoni Valls e Guillem Conangle. Le colonnine, comprese le basi e i capitelli, furono realizzate con pietra di Gerona dai lapicidi Berenguer Portell e Francesc de Plaça (Junyent, 1976, pp. 125-128). Antoni Valls assunse anche l'incarico del rifacimento del presbiterio della cattedrale, che comportò la demolizione delle volte della cripta e il suo interramento.Del complesso episcopale le uniche costruzioni medievali sopravvissute in uno stato di discreta integrità appartengono al sec. 11° (cripta e campanile, la cui struttura può essere paragonata a quella di Ripoll) e al 14° (chiostro). Insieme a questi elementi architettonici si segnalano anche frammenti di scultura monumentale e di pittura (Vic, Mus. Arqueòlogic-Artistic Episcopal). Si devono altresì menzionare alcuni resti archeologici, compresi quelli che si conoscono del palazzo episcopale dei secc. 11° e 12° (Osona II, 1986, pp. 705-722).
Con possibili precedenti anteriori all'invasione musulmana, sembra che una prima struttura del castello si sia definita a partire dal sec. 9°, nell'area dell'antica città abbandonata, dove si sarebbe sfruttato il tempio romano per costruire una torre (Osona II, 1986, p. 787). Tra la fine del sec. 11° e l'inizio del successivo, il castello fu trasformato in un edificio residenziale, articolato intorno a un patio centrale di pianta quasi quadrata, che corrispondeva alla superficie dell'antico tempio romano. L'edificio, disposto su tre piani, prese il nome di Montcada, dalla famiglia nobile titolare del castello e di mezza città già dall'inizio del 12° secolo. Di questa costruzione, distrutta nel 1882, rimangono parti della facciata settentrionale (addossata ad alcune case di via Cardona) e di quella occidentale (inglobata nel muro della chiesa della Pietat; Junyent, 1959b).Nel 1358 venne costruito nella piazza del Mercadal un edificio per i Consigli della città, divenuto poi Casa della città quando, un secolo più tardi, V. entrò a far parte del dominio reale. Malgrado i rifacimenti, della prima costruzione si conserva ancora la sala principale al piano nobile, nota come Sala de la Columna.
Nell'ambito delle opere pubbliche, a parte alcuni ponti, come quelli di Queralt, della Calla (sec. 11°) e di Gurri, rinnovato nel 1433 e distrutto nel 1916 (Junyent, 1976, pp. 119-121), si segnalano i bagni della città, situati nel quartiere giudaico.Nel 1477 iniziò la costruzione della rete di distribuzione che portava l'acqua a cinque fontane pubbliche, partendo dalla fonte che si trovava in un'edicola al centro della piazza del Mercadal. Quest'edicola, ora scomparsa, era coronata da una guglia sopra la quale era posta la statua di S. Michele. Quest'opera di ingegneria si sviluppò sotto la direzione del francese Joan Baudoner, mentre la costruzione e la decorazione scultorea delle fontane furono eseguite da Nicolau Sentmartí (Bracons, 1983, pp. 126-127).Per quel che riguarda gli ospedali, se ne hanno notizie dalla prima metà del sec. 12° e, dal secolo successivo, si conoscono quelli di Sant Bartomeu (annesso alla chiesa omonima fondata nel 1206) e di Cloquer (fondato da Arnau de Cloquer nel 1217) e quello fondato da Ramon de Malla nel 1275 per assistere i poveri. Si deve anche citare l'esistenza di un lebbrosario, sopravvissuto fino a oggi, noto come Sant Jaume dels Leprosos (Junyent, 1976, pp. 85-86). L'ospedale della Santa Creu fu iniziato nel 1348, in occasione della peste nera, grazie alla donazione di Ramon di Terrades, e venne ingrandito nei secoli successivi con due navate in stile tardogotico, del 16° secolo.I Mercedari arrivarono a V. nel corso del sec. 13° e nel 1264 costruirono un convento, situato presso la cinta muraria della città. Nel primo quarto del sec. 14° fu aggiunta una cappella, che si tentò di sostituire con una chiesa nel 1355. I conflitti della città con Bernat de Cabrera costrinsero i Mercedari ad abbandonare questo convento, riuscendo a fondarne uno nuovo solo nel 1367, quando acquistarono terreni nella via di Jubaltar, dove costruirono la loro chiesa, completata nel 1463.Della costruzione del convento dei Francescani è noto che il chiostro era in corso d'opera intorno al 1317, mentre il campanile veniva realizzato nel 1344. Nel 1348 il maestro Guillem de Soler lavorava all'altare principale e nel 1386 Antoni Valls dirigeva gli ultimi lavori della costruzione della chiesa. Il convento delle Clarisse ebbe inizio nel 1383, sotto la guida del maestro Pere Aguilar, assistito da Ferran de Meserata e Jaume Solà, anche se dal 1343 l'Ordine possedeva una casa a Vic. Nel 1415 le Clarisse si trasferirono nel nuovo convento e il pittore Lluis Borrassà eseguì per loro un retablo che costò duecento fiorini (Vic, Mus. Arqueòlogic-Artistic Episcopal). I lavori del convento continuarono sotto la direzione di Antoni Valls e terminarono nel 1441, con il completamento del chiostro (Junyent, 1976, pp. 123-124).
Il Mus. Arqueòlogic-Artistic Episcopal è, storicamente, una delle prime istituzioni museografiche della Catalogna, sia per la qualità e il significato storico-artistico delle sue collezioni sia per essere stato uno dei primi musei catalani. Dalla sua fondazione, nel 1889, esso ha raccolto il patrimonio della cattedrale e del vescovado, oltre a reperti provenienti principalmente dalla regione catalana. Nel 1948 il museo venne sistemato nell'antico collegio di Sant Josep e nel 1997 è iniziato il rinnovamento dell'installazione museografica. Si devono segnalare, per l'epoca romanica, la collezione di antependia e di frontali di altare, come quelli di Puigbó, Espinelves, Santa Margarida Sescorts, el Coll, Vidrà, Rotger; le mostre di pittura murale, da Sant Sadurni de Osormort, Brull, Seu d'Urgell; l'insieme di pezzi scultorei, che include esemplari di scultura monumentale, proveniente dall'antica cattedrale romanica; infine le sculture lignee, come la Discesa d'Erill la Vall e immagini della Madonna e Maestà. Di epoca gotica, il museo conserva opere dei principali pittori catalani (Ferrer Bassa, Pere Serra, Maestro di Rubió, Jaume Ferrer I e Jaume Ferrer II, Lluís Borrassà, Bernat Martorell, Jaume Huguet). Rilevanti sono anche gli esemplari di scultura gotica, che includono retabli, statue, sarcofagi, elementi di decorazione e opere di autori come Jaume Cascalls, Jordi de Déu, Pere Oller e Macià Bonafè. Sono rimarchevoli anche le opere di oreficeria e di arte suntuaria (croci, reliquiari, calici), così come l'insieme di manoscritti provenienti dallo scriptorium della cattedrale.
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