VICENZA (XXXV, p. 292; App. I, p. 1126; II, 11, p. 1112)
La ricostruzione dei quartieri cittadini e degli impianti completamente o parzialmente distrutti dalla guerra è stata da tempo ultimata, così come i restauri e la ricostruzione dei monumenti colpiti, ove però purtroppo non pochi danni sono rimasti insanabili. In particolare la ricostruzione della stazione ferroviaria ha consentito la sistemazione efficiente e di largo respiro della vasta area a giardini antistante la stazione stessa.
Il comune contava 81.849 ab. presenti al 31 novembre 1951, di cui 79.862 ivi residenti, ripartiti in 13 frazioni di censimento, tutte di modesto peso demografico, salvo quella di Vicenza con i suoi 70.100 ab. Di questi poco più di 61.000 appartenevano alla città, essendo gli altri sparsi in cinque centri minori (popolazione globale di circa 1600 anime) e nella settantina di nuclei sparsi intorno alla città con una popolazione intorno ai 3500 ab. Altrettanti erano quelli delle case sparse. Notevole è stato negli ultimi anni l'incremento demografico, cosicché al 15 ottobre 1960 il comune registrava 97.082 ab., rivelando gli effetti della ripresa assai attiva dell'economia cittadina. In particolare varî quartieri della città hanno risentito dell'aumento demografico con riflessi sulla loro topografia e la loro morfologia: così quello della stazione ferroviaria, ove, oltre alle nuove costruzioni ferroviarie, maggiore sviluppo hanno assunto le attrezzature e gli impianti. Notevole anche la sistemazione delle aree antistanti e lo sviluppo lungo le due direttrici di Padova e di Verona con ampliamento di carattere industriale e militare.
La provincia contava nel 1951 quasi 600.000 ab. presenti e oltre 608.000 residenti e tale progressivo aumento si registra anche successivamente, giacché al 15 ottobre 1961 si avevano oltre 615.000 anime, aumento però da imputarsi per la massima parte al capoluogo. Particolare menzione merita l'importanza dell'industria tessile che in questi ultimi anni si è notevolmente accresciuta (soprattutto a Vicenza, Valdagno e Schio) e la formazione di qualche nuovo centro industriale, come Alte Ceccato (frazione di Montecchio Maggiore) o le nuove attrezzature industriali di Arzignano (pompe e apparecchiature similari, una anche tessili).