VICENZA (XXXV, p. 292)
Arte (p. 293). - Recenti indagini hanno consentito l'identificazione della cappellina paleocristiana di S. Maria Mater Domini, attualmente sacrestia della basilica dei ss. Felice e Fortunato. Il piccolo edificio, perfettamente conservato all'interno, con un'alta zoccolatura in marmo, è in parte incorporato tra costruzioni posteriori. La pianta è a croce greca, iscritta in un nucleo quadrato, dal quale sporge un'abside, esternamente pentagonale. La cupoletta - a cui sovrasta un tiburio cubico di muratura notevolmente diversa - è impostata sopra un tamburo, con raccordi angolari su trombe; l'uno e le altre presentano ancora tracce di decorazione a musaico. Con ogni probabilità la cappellina è databile alla seconda metà del sec. VI. I lavori e gli studî in corso potranno stabilire se alla stessa epoca possa ascriversi l'atrio, ricoperto di vòlta a botte, che precede l'edificio.
Tra i monumenti quattrocenteschi di Vicenza, il loggiato nel cortile del vescovado è uno dei più importanti. I documenti attribuiscono l'elegante prospetto a Bernardino da Milano che forse lo eseguì secondo l'ipotesi del Venturi - su disegni di Antonio Rizzo
Un documento, del quale si ebbe recente notizia, assegna il progetto del palazzo Barbieri, ora Piovene, a Giacomo (anziché Carlo) Borella, in collaborazione col Tremignon. Tra i pittori vicentini del Seicento è notevole Francesco Maffei i cui grandiosi lunettoni, che celebrano i podestà cittadini, sono conservati nel museo civico.
Bibl.: Barbarano, Historia ecclesiastica della città, territorio e diocesi di Vicenza, 1649, lib. I, pag. 13; G. Frasson, Di un importantissimo monumento paleocristiano a Vicenza, Venezia 1937; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VIII, ii, Milano 1925, p. 516 e 517; F. Franco, La scuola scamozziana "di stile severo" a Vicenza, in Palladio 1937, fasc. II, pp. 67-70.