Hugo, Victor
Il maestro degli intrecci e dei colpi di scena
La vita dello scrittore francese Victor Hugo ha coinciso, dal 1802 al 1885, con le vicende del secolo. Nelle sue opere, che constano di quaranta volumi, ha intrecciato tra loro tutti i generi artistici: è stato poeta, drammaturgo, romanziere, critico, saggista, giornalista e pittore. Capo riconosciuto del Romanticismo a poco più di venti anni, contestò i vincoli di regole e norme codificate e rivendicò la libertà di creazione a teatro
Come comporre un dramma vero che rispecchi gli aspetti contraddittori e opposti della vita? Hugo propone di mescolare nell'arte, sul modello di Shakespeare, sublime e grottesco, cioè tragico e comico, bello e brutto, bene e male, luce e ombra, realtà e fantasia. Nei suoi spettacoli teatrali ‒ di cui è stato spesso regista e scenografo ‒ re, regine, ministri interagiscono con banditi, nani deformi, giovani servi intraprendenti, come nei drammi Ernani, Il re si diverte, Ruy Blas.
Macchie sfumate di grafite, d'inchiostro, di vino, di sangue formano nei suoi quadri figure astratte, effetti di chiaroscuro, paesaggi imprecisi, profili di città lontane, cupi scorci di Parigi, castelli in rovina, ritratti di mostri ghignanti. Per il romanzo I lavoratori del mare disegna marine, navi, l'oceano in burrasca, velieri naufragati, la piovra dai minacciosi tentacoli.
I titoli delle raccolte poetiche (Le foglie d'autunno, I canti del crepuscolo, Le voci interiori, I raggi e le ombre, Le contemplazioni) alludono a temi intimi ‒ affetti familiari, ricordi privati, amori ‒, a percorsi interiori nei labirinti oscuri del pensiero, a sogni, incubi, visioni: immagini fantastiche che attraversano un'"anima a mille voci".
Hugo si è impegnato in campagne umanitarie e politiche da cittadino che cerca di capire e agire sul presente. Ha combattuto con la sua scrittura per la libertà di espressione e di stampa, per l'emancipazione delle donne, per la scuola laica, per l'istruzione obbligatoria e gratuita, per l'abolizione del lavoro minorile, contro lo sfruttamento dei bambini e ogni forma di schiavitù. Avversario della pena di morte, "segno speciale ed eterno della barbarie", nel breve romanzo L'ultimo giorno di un condannato a morte scrive le angosce e le speranze di un omicida poche ore prima di essere giustiziato.
Promotore degli Stati Uniti d'Europa, e persino della moneta unica, Hugo ha profetizzato: "Un'epoca verrà in cui tutte le frontiere spariranno". Convinto repubblicano, organizza la resistenza contro Napoleone III ‒ detto 'il piccolo' rispetto al mitico 'grande' zio Bonaparte ‒, che con un colpo di Stato autoritario si è proclamato imperatore, e per denunciare quel tiranno oppressore pubblica le poesie militanti della raccolta Castighi: nel 1852 è espulso dal territorio francese e resta in esilio 19 anni.
Hugo affermava di essere del partito degli esclusi, degli emarginati, del popolo, e si è interrogato su come trasmettere una cultura di qualità a un pubblico anche socialmente basso e poco colto. Ha allora orchestrato in una stessa opera vari piani di lettura. Per esempio, il lungo romanzo I miserabili ha un intreccio poliziesco (il commissario Javert segue le tracce dell'ergastolano evaso Jean Valjean che ha cambiato identità) ma sul piano della storia rievoca la sconfitta di Napoleone Bonaparte a Waterloo e la rivoluzione parigina del 1832, alla quale partecipa un coraggioso bambino, Gavroche, che sulle barricate affronta cantando le pallottole. Il romanzo è anche educativo e di attualità perché tratta della miseria, del lavoro, della condizione della donna e dei bambini abbandonati, della delinquenza, della giustizia, della Chiesa.
Notre-Dame di Parigi è ambientato alla fine del Medioevo, tra l'invenzione di Gutenberg della moderna tecnica tipografica di stampa e la scoperta dell'America. Anche i protagonisti di questo romanzo sono 'miserabili': lo spaventoso mostro Quasimodo ‒ gobbo, guercio, sordo ma agile e forte ‒ ha venti anni, e soffre solo e infelice, rannicchiato nelle tenebre della cattedrale gotica; il prete Frollo si danna per la passione verso la bella adolescente Esmeralda, zingara senza patria; la plebaglia si rifugia nella caotica Corte dei Miracoli, ghetto di mendicanti, straccioni, criminali, ladri: una grottesca microcomunità costretta a delinquere per povertà. Secondo Hugo la mostruosità è anche di ordine sociale.