VICUS MATRINI
Mansio della Via Cassia, attestata soltanto nella Tabula Peutingeriana tra Sutri e Forum Cassi. È tuttavia da riferire a tale mansio anche il Magnensis che il Geografo Ravennate elenca tra Sudio e Foro Casi, probabilmente attribuibile alla Vallis Magna che non fu restituita insieme a Sutri da Liutprando al papa Gregorio II nel 728 (il toponimo Vallis Magna si conservava ancora all'epoca del Pasqui per indicare «il bassofondo che dalle Querce d'Orlando va fino alle strette di Capranica»). Il vicus doveva essere compreso nel territorio della colonia di Sutri, come attesta l'elenco dei pontefici della città in cui compare il nome di due membri della famiglia dei Matrini ( CIL, XI, 3254). Un'iscrizione sepolcrale appartenente alla tomba di esponenti della medesima famiglia, rinvenuta nel 1633 «alla Capanna brugiata, tra Capranica e Vetralla», ora perduta, fu vista e disegnata dall'Holstenio, che per primo identificò in quel luogo il sito di V. M., precedentemente localizzato a Ronciglione. La «Capanna brugiata» dell'Holstenio corrisponde topograficamente al Casale delle Capannacce che sorge tuttora sulla Via Cassia, tra Capranica e Vetralla, poco a S del punto (corrispondente al km 62) in cui la via antica incrocia quella attuale. Si osservi che l'orientamento del casale è parallelo a quello della Cassia antica, il cui percorso per un lungo tratto in questa zona è stato riconosciuto con certezza in base al rinvenimento del basolato e grazie alle tracce identificabili nella fotografia aerea.
Tale collocazione trova evidenti conferme sia nel confronto tra la distanza di quattro miglia indicata nella Tabula Peutingeriana tra Vicus Matrini e Forum Cassi e i 6 km che dividono il sito del Casale delle Capannacce da S. Maria in Forcassi (certamente corrispondente a Forum Cassi), sia nella notevole estensione dell'area di frammenti fittili individuabile nel sito.
L'analisi del materiale ceramico di superficie ha rivelato una omogeneità cronologica nell'ambito della prima età imperiale, come sembra confermare anche la probabile datazione dell'iscrizione ( CIL, XI, 3322) riferibile alla costruzione di un acquedotto.
La famiglia dei Matrini è attestata nel territorio anche da un bollo laterizio ( CIL, XI, 8106), conosciuto in quattro esemplari, e da un bollo su un'ansa di anfora trovata dal Pasqui a Blera. È possibile che le figlinae di cui i Matrini erano proprietari siano da localizzare nei pressi del vicus.
Sulla facciata del casale è murato un rilievo in peperino con la raffigurazione di Mitra che uccide il toro, dedicato, forse nel Mitreo di Sutri, da L. Avillius Rufinus.
Lungo la Via Cassia, a S del sito di V. M. in località «La Torre» si conservano ancora i nuclei cementizi di tre monumenti sepolcrali romani, di cui uno del tipo a dado sormontato da un corpo cilindrico (sul dado incassi quadrati erano forse destinati a contenere i ritratti dei defunti).
Nell'area, in località «La Trinità» fu rinvenuto nel 1889 un monumento sepolcrale all'interno del quale si conservava un sarcofago a ghirlande con scene relative al mito di Teseo e Arianna, e con raffigurazione delle stagioni sul coperchio, oggi conservato al Metropolitan Museum, datato poco dopo il 120 d.C.
Sia a Ν che a S del percorso della Via Cassia numerosi sono i rinvenimenti attestanti la presenza di ville e fattorie, per alcune delle quali è possibile ipotizzare una continuità di vita abbastanza lunga, ma che per lo più rivelano indizî cronologici compresi tra il I sec. a.C. e, al massimo,
Documenterebbe la conduzione schiavile di alcune di queste fattorie, secondo un'ipotesi, il colombario scavato nella roccia tufacea del colle Bosco Macrò presso Capranica.
Una base di statua con iscrizione dedicatoria a Stata Augusta Mater ( CIL, XI, 3321) conservata presso il Casale Porta (Andreussi, 1977, p. 59 e fig. 102), se, come sembra, proviene dalla zona, non soltanto attesta nell'area il culto della divinità italica spesso associata a Vulcano e venerata come «colei che arresta gli incendi», ma sarebbe anche collegata, come testimoniano l'attributo Augusta e il confronto con il formulario di alcune dediche di Roma, con il culto imperiale.
Bibl.: M. Andreussi, Vicus Matrini ( Forma Italiae, Regio VII, IV), Roma 1977 (con bibl. prec.); P. Pensabene, Un colombario a Capranica, in ArchCl, XXXV, 1983, pp. 58-73; E. Papi, Un'attestazione del culto imperiale a Capena in un'epigrafe mal conosciuta, in MEFRA, CVI, 1994, p. 144; H. Herdejürgen, Stadtrömische und italische Girlandensarkophage, I. Die Sarkophage des I. und 2. Jahrhunderts, Berlino 1996, pp. 90-92, n. 23, tav. xv.