videosfera
videosfèra s. f. – L’epoca in cui, in seguito alla diffusione e al predominio dei media audiovisivi, assistiamo al potere crescente delle immagini nel vivere sociale. Il termine, molto diffuso nell’ambito della sociologia dei media e della comunicazione, appare per la prima volta nel testo Vie et mort de l’image (1992; trad. it. 1999) del teorico francese Régis Debray, che individua nella storia dell’umanità tre 'età dello sguardo', tre qualificate in base alla preponderanza di una determinata tecnologia. Dopo la logosfera, età dell’oralità e della scrittura a mano, e la grafosfera, età della stampa che ha visto prevalere la lettura individuale, l’attuale momento storico viene definito videosfera (vidéosphère). Se le 'macchine visive' hanno preso in carico il ruolo antico dell’immagine ‘fatta a mano’, producendo una riorganizzazione dell’intero scenario delle arti visive, secondo Debray tale «rivoluzione tecnica e morale [...] non segna l’apogeo della 'società dello spettacolo' ma la sua fine», poiché non siamo più davanti all’immagine, ma nel visivo. L’attuale panorama dei media, a partire dall’arrivo di quella che Debray definisce la «bomba digitale», ha condotto dunque all’impossibilità di una distinzione netta tra l’originale e la sua copia, tra il modello e il simulacro, trasformando così fortemente il modo in cui concepiamo il reale da condurre all’esito nefasto di una confusione tra la realtà e la sua stessa immagine. Il teorico francese descrive inoltre le conseguenze sociali e politiche di questa 'videocrazia': il flusso incessante delle immagini provoca negli individui l’inattitudine alla negazione e all’opposizione; l’impossibilità di concepire idee generali e riferimenti collettivi; l’assenza di spirito critico e una considerazione unidimensionale del tempo, che sembra coniugarsi soltanto al presente approdando alla perdita di ogni capacità di memoria. Dal punto di vista politico, lo Stato si presenta come «telestato», come «Stato seduttore» (L’État séducteur. Les révolutions médiologiques du pouvoir, 1993; trad. it. 1997), che utilizza metodi populisti e strategie pubblicitarie in cui il medium ha definitivamente sostituito il messaggio. L’analisi politica della società della videosfera, in cui a prevalere sono l’istante, le emozioni, l’immediatezza, è stata ulteriormente elaborata da Debray nel volume L’obscénité démocratique (2007).