VIEILLEVILLE, Francesco di Schepeaux, conte di Duretal, signore de
Nacque nel 1509 da Renato e da Margherita de la Jaile, morì a Duretal il 1° dicembre 1571. Paggio alla corte di Luisa di Savoia, fece le sue prime prove in Italia al seguito del Lautrec, ch'era suo congiunto, specialmente a Pavia (1827) e a Melfi (1528). Più tardi (1536), in Provenza, spiegò tale valore che Francesco I volle armarlo cavaliere. Prode e generoso alla maniera del Baiardo, ch'egli s'era preso a modello, fu anche, come dice assai bene il Brantôme, "homme de grandes affaires et de gentil esprit, et fort fin". A lui è dovuta in gran parte la vittoria di Ceresole (14 aprile ). Ambasciatore a Londra (1547), membro del consiglio di stato (1551), approvò l'alleanza con i protestanti tedeschi e l'invasione dei tre vescovati (1552). Tenne poscia il governo di Metz (1553), diresse l'assedio di Thionville (1558) prima dell'arrivo del Guisa e fu contrario, nelle conferenze di Cateau-Cambrésis, alla restituzione della Savoia e del Piemonte a Emanuele Filiberto (1559). Caterina de' Medici lo fece suo cavaliere d'onore, lo inviò in missione presso l'imperatore Ferdinando I nel 1562 e gli diede, quel medesimo anno, il bastone di maresciallo. Scoppiata la guerra civile, combatté contro gli ugonotti, ma sempre consigliando la moderazione e auspicando la pace. Dopo la morte del Montmorency rifiutò il titolo di contestabile (1567). Nel 1568 s'impadronì di Poitiers e di Saint-Jean-d'Angely, e nel 1571 negoziò, sua ultima fatica, un trattato di alleanza con gli Svizzeri. Morì di veleno, si disse, propinatogli dai fanatici che preparavano la strage di S. Bartolomeo.
Rimangono di lui i Mémoires redatti da Vincenzo Carloix, suo segretario, pubblicati nel 1757 a Parigi dal P. Griffet e inseriti poi (1822) nei Mém. relatifs à l'histoire de France (ed. Petitot, vol. XXVI).