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Vienna

Dizionario di Storia (2011)
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Vienna


Capitale dell’Austria. Sorge sulla destra del Danubio, all’estremità N del Wiener Becken, nel punto in cui questo s’incunea tra la Selva Viennese e il Danubio, in un’area prossima non già al ramo principale del fiume, pericoloso per le inondazioni, bensì a un suo braccio merid. (l’od. Donaukanal, che serve da porto fluviale), poco a monte della confluenza del modesto tributario Wien, che diede il nome alla città. Nel luogo dell’odierna V. (Vindobona), di origine celtica, sorgeva un piccolo castello (1° sec. d.C.), fortificazione del più importante centro di Carnuntum. Il villaggio celtico che diede il nome alla città era situato fuori delle mura, nella zona dell’odierno Rennweg. Più tardi (2° sec. d.C.), fu campo militare romano della Pannonia superiore. Vi morì nel 180 Marco Aurelio durante la guerra coi marcomanni. Danneggiata dagli unni nel 5° sec., V. sopravvisse (a differenza di Carnuntum) ed è ricordata ancora nel 530. Il sito è poi ricordato nuovamente nell’881 col nome di Venia. Sembra che il margravio Adalberto di Babenberg (m. 1055) facesse di V. un centro fortificato; nel 1137 V. figura come civitas, città fortificata con diritto di mercato, e in quel tempo successe a Krems come centro commerciale e a Melk come residenza dei Babenberg, margravi e poi duchi della Marca orientale: il margravio Leopoldo III il Santo si costruì una rocca sul Kahlenberg e nel 1137 il vescovo di Passavia fondò la chiesa di S. Stefano elevandola al di sopra delle altre chiese più antiche. Già nel 12° sec. la vita economica della città beneficiò dell’intensificarsi dei traffici, aggiungendosi a quello del Danubio, per il quale la città riscuoteva già da tempo i diritti di deposito e scalo, quello da Venezia verso la Germania. Il duca Leopoldo VI iniziò il primo ampliamento della città portandola pressoché ai limiti segnati attualmente dal Ring ed elevando nuove mura. Nel 1180 era già la più grande città austriaca e nel 1207, dopo Colonia, la più importante del regno di Germania; ottenne già nel 1198 (o nel 1221) i diritti municipali; nasceva in quel periodo una ricca borghesia, costituita essenzialmente dai banchieri e dai mercanti di panni. I ripetuti tentativi del duca Leopoldo VI (1197, 1205-1208) di far elevare V. a vescovato, per sottrarre città e marca alla giurisdizione delle autorità ecclesiastiche di Passavia, rimasero senza successo, e così i tentativi del duca Federico II e poi del re Ottocaro di Boemia: solo nel 1469 infatti fu istituito il vescovato di V. (arcivescovato dal 1723). Durante le guerre tra il duca Federico II di Babenberg e l’imperatore Federico II, V. fu posta alla dipendenza dell’impero (1237-39) e nel 1247, alla morte del duca Federico, con cui si estinse la dinastia dei Babenberg, confermata in tale posizione. Un nuovo periodo di potenza incominciò nel 1276, dopo la disfatta di Ottocaro II di Boemia da parte di Rodolfo d’Asburgo. Già nel 1277 V. otteneva da Rodolfo, come città libera, diritti che vennero poi ridotti nel 1296 da Alberto I; ma nel secolo successivo il duca Rodolfo IV (1358-65) favorì particolarmente V., con il suo consiglio municipale, presieduto dal 1288 da un borgomastro. Nel 1365 Rodolfo IV, con il suocero Carlo IV, vi fondò l’università. All’inizio del sec. 15° ampi conflitti tra patriziato ereditario e corporazioni artigiane, coincidenti con contrasti della casa degli Asburgo, condussero alla condanna a morte (1408) del borgomastro Konrad Vorlauf, d’origine borghese; nel 1462 l’alta e bassa cittadinanza unite contro l’imperatore Federico III ne assediarono il castello. La città, dal 1485 in possesso di Mattia Corvino, fu alla morte di questi (1490) ripresa da Massimiliano I, sotto il quale (1493-1519) iniziò per V. un periodo particolarmente brillante. Avendo V. sollevato difficoltà alla successione (1522) del granduca Ferdinando nel governo dei territori austriaci, la vecchia costituzione con l’amministrazione autonoma fu abrogata (1526) e V. ridotta a città dipendente dalla monarchia. D’altronde V. si andava sempre più preparando alla funzione di capitale del futuro grande Stato austriaco. Già nel 1558 V. era città imperiale (Kaiserstadt), cioè la prima città dell’impero germanico e degli Stati di casa d’Asburgo. La vita scientifica e l’università ebbero però a soffrire per il contrasto d’ordine confessionale tra la capitale e gli altri territori degli Asburgo. Nei secc. 16° e 17° funzione essenziale della città fu di servire da baluardo all’Austria, alla Germania e all’Occidente in genere nella lotta contro i turchi. Assediata da questi dal 27 sett. al 15 ott. 1529, ne fu nuovamente assediata dal 17 luglio al 12 sett. 1683, sempre senza successo. La vittoria del 1683 e la successiva conquista dell’intera Ungheria trasformarono in una capitale quella che fino allora era stata una città di confine. Se nel 17° sec. aveva subito l’influsso culturale italiano e specialmente di Venezia, V. conobbe allora, promossa da Eugenio di Savoia e dall’imperatore Carlo VI, una fioritura artistica paragonabile alla tarda età dei Babenberg. Nel 1805 e nel 1809 V. fu per brevi periodi occupata dai francesi. Nel 1814-15 ospitò il congresso che diede nuovo assetto all’Europa dopo il crollo dell’impero napoleonico (➔ Vienna, Congresso di). Per tutto il 19° sec. la città rimase uno dei centri politici e culturali più importanti d’Europa; anche dopo la crisi del 1866-67, se pure dovette cedere parte del suo prestigio a Berlino e Budapest, rimase un fattore politico di prim’ordine fino alla caduta dell’impero austriaco. Privata all’epoca di Giuseppe II della sua autonomia municipale (1783), riacquistò, dopo le rivoluzioni del marzo e dell’ott. 1848, una libertà comunale (1850, effettiva dal 1860) sotto Francesco Giuseppe. La demolizione delle difese interne, sostituite dal Ring (1857), il terzo ampliamento della città, che portò i suoi limiti nel 1891 e nel 1904 sul crinale delle circostanti alture e oltre il Danubio, corrisposero all’incremento della popolazione. Alla caduta della monarchia l’amministrazione della città di V., dichiarata nell’ott. 1920 provincia confederata autonoma, fu per sedici anni in mano al Partito socialdemocratico, che realizzò un programma edilizio in favore dei ceti operai. La lotta politica che vide protagonisti, con obiettivi divergenti, la socialdemocrazia, gli elementi conservatori raccolti nel Partito cristiano-sociale e le forti correnti nazionalsocialiste, culminò in V. nelle sommosse socialiste del 1927, del febbr. 1934 e in quella nazista del luglio 1934, in cui fu ucciso il cancelliere Dollfuss. Il 10 marzo 1938 Hitler entrava in Vienna. Durante la Seconda guerra mondiale V. fu gravemente danneggiata dai bombardamenti aerei; nell’apr. 1945 la città fu occupata dalle truppe sovietiche. In conformità agli accordi della Conferenza di Potsdam, fu sottoposta (1945) ad amministrazione alleata quadripartita, durata fino al 1955. Dopo la conclusione del trattato di pace tra la Repubblica austriaca e le quattro potenze occupanti (15 maggio 1955), e la successiva dichiarazione di neutralità permanente da parte dell’Assemblea nazionale, a V. si sono svolte numerose conferenze internazionali e vi hanno sede alcuni organismi internazionali, quali l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (dal 1957), l’organizzazione per lo sviluppo industriale dell’ONU (dal 1967), l’OPEC (dal 1960).

Vedi anche
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Vocabolario
arpeggióne
arpeggione arpeggióne s. m. [der. di arpeggiare]. – Strumento musicale ad arco, simile al violoncello, ideato nel 1824 in Vienna da J. G. Stanfer.
vindobonènse
vindobonense vindobonènse agg. [der. del nome lat., Vindobŏna, della città di Vienna], letter. – Di Vienna, viennese, soprattutto come termine filologico: codice v., posseduto dalla Nationalbibliothek (già Hofbibliothek) di Vienna.
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