VIENNE
(lat. Vienna, Vigenna)
Città della Francia meridionale (dip. Isère), nella regione storica del Delfinato, posta sulla riva sinistra del Rodano.V., capitale degli Allobrogi, fu conquistata dai Romani alla fine del sec. 2° a.C e annessa alla Gallia Transalpina, passando più tardi alla provincia Narbonensis e divenendo colonia di diritto romano a partire dal sec. 1° dopo Cristo. La Colonia Iulia Augusta Florentia Viennensis diventò rapidamente una città di primaria importanza, che si estendeva per oltre ha 300. Arricchita da grandi monumenti pubblici, utilizzati nel Medioevo come cave di materiali da costruzione, circondata da un'ampia cinta muraria (ca. km 7) munita di torri, eretta dietro autorizzazione di Augusto e servita da un'eccezionale rete di acquedotti (undici condotte sotterranee), evidente segno di grande opulenza, meritò l'epiteto di Vienna pulchra (Marziale, Epigrammata, VII, 87).Nel corso del sec. 2° fu introdotto a V. il cristianesimo e Santo, diacono della chiesa di V., fu tra i martiri di Lione del 177. Il primo vescovo di cui si abbia notizia, Vero, partecipò al concilio di Arles del 314. Sarcofagi e iscrizioni funerarie dei secc. 4°-5° testimoniano il diffondersi della nuova religione: in un epitaffio (CIL, XII, nr. 2115), inciso intorno al 386, una Foedula afferma di essere stata battezzata da s. Martino.
A seguito delle riforme amministrative attuate da Diocleziano e da Costantino, V. divenne capitale della provincia Viennensis, che si estendeva da Ginevra alle bocche del Rodano, e della diocesi civile della Gallia meridionale.Annessa verso il 475 al regno burgundo, entrò a far parte, a seguito della conquista franca del 533, del mondo merovingio e successivamente carolingio. Nell'879, la città divenne capitale di un nuovo regno fondato da Boso (m. nell'887), cognato di Carlo il Calvo, unito nel sec. 10° a quello di Borgogna. La nuova entità politica venne trasmessa nel 1032 dal re di Borgogna Rodolfo III il Pio, morto senza discendenza, all'imperatore germanico Corrado II il Salico (1024-1039). V. rimase territorio imperiale sino all'annessione alla Francia nel 1450.
A partire dal sec. 10°, il peso dei Borgognoni nel nuovo regno determinò un calo di prestigio della città, ma l'attribuzione, da parte di Rodolfo III della contea di V. all'arcivescovo, nel 1023, consolidò la supremazia delle gerarchie ecclesiastiche su Vienne.L'Alto Medioevo è contraddistinto da alcune personalità di grandi vescovi: Mamerto (462-475), che istituì la festa delle Rogazioni; Avito (490-518), teologo e fine letterato, che ebbe un importante ruolo nel regno burgundo; Adone (859-875), autore di opere agiografiche, tra le quali il celebre Martyrologium, e di un Chronicon. Anche in seguito si ebbero prelati particolarmente attivi, soprattutto Guido di Borgogna, arcivescovo nel 1088, eletto papa con il nome di Callisto II, e Jean de Bernin (1217-1266), grande costruttore e buon amministratore, legato del papa Gregorio IX (1227-1241) e primo cancelliere del regno di Arles e di Vienne.
Sulla V. altomedievale si hanno sufficienti notizie (Descombes, 1986): Avito e Gregorio di Tours (Historia Francorum) ricordano la città burgunda con la cattedrale cattolica, quella ariana, un palazzo reale, i bastioni e un acquedotto attraverso il quale, intorno al 500, i soldati del re Gundobaldo si introdussero furtivamente nella città retta dal rivale Godigiselo.Scavi recenti consentono di completare il quadro (Jannet-Vallat, Lauxerois, Reynaud, 1986). Le chiese, grandi e numerose, rivelano l'esistenza di una politica monumentale di grande respiro. Sulla riva destra del Rodano va ricordata la chiesa di Saint-Ferréol, fondata dal vescovo Mamerto (lunghezza m 50; diametro abside m 13,50), che venne trasferita all'interno della città a causa dei disordini dell'8° secolo. Sulla riva destra del fiume Gère sorgevano due chiese funerarie: Saint-Etienne (denominata più tardi Saint-Sévère e oggi scomparsa), fondata nella seconda metà del sec. 5°, e Notre-Dame-d'outre-Gère, all'incirca contemporanea, ampio edificio a tre navate (m 5024,50), con un'abside e due absidiole, dove sono state rinvenute numerose sepolture organizzate come formae; l'edificio conserva parzialmente l'assetto di chiesa 'a sala' coperta a tetto, che aveva intorno all'anno Mille.
A S della città si trovano i Saints-Apôtres (od. Saint-Pierre), basilica episcopale funeraria, con una navata lunga m 42. Nella seconda metà del sec. 4°, nell'area di un antico insediamento, venne costruito un piccolo edificio orientato, a destinazione funeraria, nei pressi del quale vennero collocate numerose sepolture. La costruzione della basilica fatta edificare dal vescovo Mamerto determinò la scomparsa della parte occidentale della piccola chiesa; se ne conservò invece la zona orientale, che venne risistemata e aperta sull'abside della basilica, poi circondata da un atrio articolato sugli annessi orientali della basilica stessa; contro il muro del portico est dell'atrio fu addossato un mausoleo. Nel corso del sec. 6° vennero realizzati alcuni interventi costruttivi di rilievo: nel 540-550 fu fondato intorno alla basilica un monastero (Saint-Pierre) ed edifici funerari sostituirono gli annessi orientali; quello a N, l'oratorium beati Georgii, costruito dal vescovo Pantagato quale sua sepoltura, venne ampliato alla fine del sec. 9° per accogliere le spoglie del vescovo Bernoino, poi trasformato in chiesa parrocchiale nell'11° e nuovamente ampliato alla fine del 13° secolo. La basilica, la cui serie di arcate inferiori risale forse al sec. 6°, venne rifatta nelle parti alte intorno all'anno Mille, mentre alla fine del sec. 11°, o agli inizi del successivo, la navata fu divisa da due colonnati sorreggenti la copertura a tetto.La città ospita un certo numero di fondazioni religiose. I due monasteri di Saint-André-le-Haut, destinato a monache di clausura, e di Saint-André-le-Bas sono contemporanei e risalgono probabilmente al 6° secolo. La chiesa del secondo - a navata semplice e abside unica - presenta importanti resti altomedievali, mascherati dagli ampliamenti del sec. 11° (cleristorio) e del 12° (volte a ogiva su pilastri incassati).I
l complesso episcopale ha un'origine tardoantica: si fa menzione di una cattedrale nel sec. 4°, dove nel 361 l'imperatore Giuliano assistette alle cerimonie della festa dell'Epifania. Il battistero a pianta centrale, ricostruito dal vescovo Avito, aveva un piano superiore, una torre centrale e una ricca decorazione marmorea (André, Chalon, 1987). La chiesa settentrionale, attestata solamente in epoca carolingia e dedicata alla Vergine, è scomparsa. A S, la chiesa principale venne in un primo tempo dedicata ai Maccabei; il vescovo Eoldo (post 683-725) vi aggiunse a O un piccolo edificio per accogliere le reliquie di s. Maurizio, di cui la cattedrale assunse il titolo nel sec. 9°; alla fine dello stesso secolo il re Boso di Burgundia offrì una testa-reliquiario del santo, uno dei primi esempi di questa tipologia, documentato in un disegno di Fabri de Peiresc (m. nel 1637; Parigi, BN, lat. 17558). Volferio (fine sec. 8°-inizi 9°) aggiunse alla cattedrale un nartece dedicato al Salvatore (Salet, 1972); il vescovo Adone costruì nella navata un Santo Sepolcro, conservatosi sino al 16° secolo.Nel corso del Medioevo si sviluppò a V. un'intensa attività artigianale, grazie alle acque e alla forza motrice prodotta dal fiume Gère; a partire dal sec. 13° è comprovata la presenza di orafi; alla metà del sec. 14° il futuro re Luigi XI vi installò fabbriche di armi divenute presto famose. L'amministrazione pubblica provvedeva alla manutenzione e allo sviluppo delle infrastrutture, in particolare dei ponti. Nei secc. 12° e 13° si intensificò l'attività edilizia, tanto nel campo religioso quanto in quello militare e civile; nei pressi di Saint-André-le-Bas si conserva ancora la facciata di una casa romanica del 13° secolo.
La cattedrale, Saint-Maurice, a pianta rigorosamente basilicale e priva di transetto, fu, con il corpo longitudinale di dodici campate e una lunghezza totale di m 90, il più importante cantiere religioso di V. nel Medioevo, protrattosi lungo quattro secoli, dalla metà del 12° al primo terzo del 16° secolo. Nel secondo quarto del sec. 12° vennero eretti le grandi arcate e i muri di gronda corrispondenti alle sette campate orientali della navata, soltanto sino al triforio. Si tratta di un'opera ambiziosa tanto per il programma iconografico (capitelli, chiavi degli archi) - che esalta la risurrezione di Cristo in riferimento alla liturgia pasquale e alla presenza del sepolcro di Adone nella navata (Berne, 1997) - quanto per quello architettonico: raffinata apparecchiatura muraria, pilastri scanalati, archi non estradossati, di certo realizzati più avanti nel corso del sec. 12°, che testimoniano una forte influenza dei metodi costruttivi del mondo antico.Nel sec. 13° Jean de Bernin ordinò la ricostruzione del santuario, la cui decorazione scultorea è già gotica, ma che evidentemente si ispira a quelle formule neoantichizzanti che erano state adottate nella cattedrale di Lione intorno al 1180-1200: materiali di reimpiego, marmi, ortostati, bugnato rustico e straordinari fregi incisi e ricoperti di malta bruna, realizzati secondo una tecnica già usata nell'Italia settentrionale, nel mausoleo di Saint-Lazare ad Autun (che recenti scoperte tendono ad anticipare di alcuni decenni), a Lione e a Saint-André-le-Bas (Reveyron, 1994). Questo protorinascimento architettonico, iniziato una cinquantina di anni prima nel corpo longitudinale, si inscrive nella grande corrente rodano-provenzale, che esalta nell'architettura l'antica origine della Chiesa del vecchio regno di Arles e di Vienne.
La scultura romanica è rappresentata da una serie di capolavori realizzati, intorno alla metà del sec. 12°, per Saint-André-le-Bas e per il corpo longitudinale della cattedrale, i maggiori cantieri di V. insieme a quello del chiostro di Saint-André-le-Bas (Pétillon, 1986). In questa chiesa lavorò il famoso Guillaume Martin, che ha lasciato la propria firma e la data 1152 su una base; composizioni assai note, come il re Giobbe o Sansone, evidenziano la capacità degli scultori nell'andare oltre i modelli antichi per la drammatizzazione degli eventi, la raffinatezza della composizione e la resa più intensa dei volumi.I capitelli della cattedrale, di poco anteriori o contemporanei, esteticamente simili, ma nei quali si individuano personalità artistiche nettamente riconoscibili, sono opera di due distinte botteghe (Weinberger, 1984). Peraltro alcune opere di reimpiego - le tre statue di apostoli e i due bassorilievi con i pellegrini di Emmaus - accusano, al pari della statua di S. Pietro della chiesa a lui intitolata, un irrigidimento arcaizzante delle linee e un appiattimento delle forme; mentre il famoso Zodiaco, a sua volta reimpiegato nella cattedrale, caratterizzato da riferimenti paleocristiani, se non antichi, mostra lo sviluppo nel senso di una maggiore sottigliezza dello stile emerso a Saint-Andrè-le-Bas. Va osservato che l'impulso impresso a V. alla scultura romanica si propagò nella regione lionese e nel Delfinato, in particolare nella decorazione con animali fantastici (Sauerländer, 1972).Escludendo i molti palazzi dei secc. 14° e 15°, l'arte gotica è scarsamente rappresentata a V.; si tratta essenzialmente delle parti alte della cattedrale e della zona occidentale delle navate. Si devono però a essa tre capolavori, i portali della facciata di Saint-Maurice, scalati tra la fine del sec. 14° e la metà del 15°: gli archivolti istoriati a tutto tondo sono di un'infinita grazia, scevra da qualsiasi leziosità, e rivelano un genio inventivo e uno straordinario virtuosismo, in cui si riconosce una forte influenza borgognona.
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