Vietnam
Stato dell’Asia sudorientale. Il V. – denominazione assunta dall’Annam all’inizio del 19° sec. – fu progressivamente conquistato dai francesi nella seconda metà dell’Ottocento e nel 1887 divenne parte dell’Indocina francese. Dagli inizi del 20° sec. le autorità coloniali furono avversate da un forte movimento anticolonialista, all’interno del quale si costituì nel 1941 il Viet-minh (Lega per l’indipendenza del V.). Nato dall’alleanza fra i nazionalisti e i comunisti guidati da Ho Chi-minh, il Viet-minh condusse fino al 1945 la lotta contro le forze giapponesi di occupazione e l’amministrazione francese. Nel marzo 1945 i giapponesi rovesciarono il governo collaborazionista francese e riconobbero l’indipendenza del V. sotto la sovranità dell’imperatore Bao Dai. Contemporaneamente le zone rurali del Nord furono teatro di un’insurrezione contadina, che permise l’avanzata del Viet-minh, fino alla conquista di Hanoi, nell’agosto 1945. Alla resa giapponese e all’abdicazione di Bao Dai fece quindi seguito la proclamazione della Repubblica democratica del V. (RDV), con Ho Chi-minh come presidente. Il processo di edificazione del nuovo Stato fu tuttavia bloccato dalla rioccupazione francese: dalla fine del 1946, le forze della RDV furono impegnate in un aspro conflitto contro i francesi. Dal 1949 la situazione venne resa più complessa dalla formazione di uno Stato del V. (con capitale a Saigon) sotto la sovranità di Bao Dai; alleato dei francesi, questo ricevette, a partire dal 1951, crescenti aiuti anche dagli USA. Nel 1954 la sconfitta francese a Dien Bien Phu aprì la strada agli accordi di Ginevra, che stabilirono un cessate il fuoco e la provvisoria divisione del Paese lungo il 17° parallelo N: a N si ritirarono le forze della RDV, a S le truppe francesi e quelle dello Stato del Vietnam. Per i successivi 21 anni il V. rimase diviso lungo la linea provvisoria e le due zone del Paese seguirono uno sviluppo profondamente diverso. A Saigon, nell’ottobre 1955, il filostatunitense Ngô-dinh-Diem depose l’imperatore Bao Dai e proclamò la Repubblica del V. divenendone presidente. Il regime autoritario, rigidamente cattolico e anticomunista di Diem alimentò un vasto movimento di ribellione nelle campagne del Sud. Il governo di Hanoi, riconosciuto nel 1950 dall’URSS e dalla Cina popolare, avviò invece il processo di edificazione di uno Stato socialista. Nel 1955 Ho Chi-minh lasciò la carica di presidente del Consiglio a Phăm Van Đông, mantenendo quelle di presidente del Partito comunista e capo dello Stato fino alla morte (1969); il Viet-minh fu sostituito nel 1955 dal Fronte patriottico. Nel frattempo il conflitto fra il Fronte di liberazione nazionale (FLN), coalizione di forze di opposizione a Diem, costituito nel 1960 sotto l’egemonia comunista, e il governo di Saigon aveva assunto un rilievo internazionale: a partire dal 1960, in aggiunta agli aiuti finanziari gli USA inviarono equipaggiamento e consiglieri militari nel V. del Sud. Ciò nonostante, Saigon non riuscì ad arrestare l’avanzata delle forze del FLN, sostenuto con armi ed esperti militari dalla RDV. Sempre più screditato dalla diffusa corruzione e indebolito dalle sconfitte militari, nel novembre 1963 Diem fu rovesciato da un pronunciamento militare, sostenuto dagli stessi USA. Dopo una fase che vide il susseguirsi di colpi di Stato militari, nel 1965 si insediò al potere una giunta presieduta da Nguyên-van-Thiêu.
Nello stesso anno gli USA iniziarono massicci bombardamenti nel V. del Nord, che intervenne allora in appoggio al FLN, ricevendo a sua volta aiuti dall’URSS e dalla Cina. Ampie zone del V. vennero devastate dai bombardamenti statunitensi, che tuttavia non indebolirono la capacità di combattimento delle forze di liberazione, mentre negli USA e nel mondo cresceva l’opposizione alla guerra. Nel gennaio 1968 i nordvietnamiti lanciarono una offensiva generalizzata che spinse l’amministrazione statunitense a riconsiderare i termini del proprio coinvolgimento. Washington avviò una graduale diminuzione delle forze presenti nel V., mentre a Parigi iniziavano colloqui di pace. Ciononostante, negli anni successivi il conflitto conobbe un’ulteriore intensificazione raggiungendo il Laos e la Cambogia; nel corso del 1972 i bombardamenti statunitensi sul Nord ripresero con rinnovata violenza. Un accordo per il cessate il fuoco fu infine firmato nel gennaio 1973, ma i combattimenti nel Sud continuarono fino alla conquista di Saigon da parte delle truppe del governo rivoluzionario provvisorio e di quelle del Vietnam del Nord (aprile 1975). Nel 1976 fu proclamata la Repubblica socialista del Vietnam. Lê Duan venne nominato segretario generale del partito comunista, mentre alla guida del governo fu confermato Pham Văn Đông.
Dopo la riunificazione, oltre ai gravissimi danni provocati dalla guerra, il Paese dovette far fronte agli squilibri esistenti fra le economie del Nord e del Sud, cui si aggiunsero i problemi sul piano internazionale. Il V. si trovò sempre più sottoposto all’influenza politica di Mosca. Nel dicembre 1978 le forze di Hanoi invasero la Cambogia dando vita a un regime filovietnamita, che resse il Paese fino ai primi anni del 1990. Il grave deterioramento delle relazioni con Pechino che ne conseguì sfociò in un breve conflitto nel febbraio-marzo 1979; l’occupazione della Cambogia aggravò inoltre l’isolamento a livello internazionale. Una delle più drammatiche conseguenze della difficile situazione fu l’enorme esodo di profughi, prevalentemente di origine cinese. Morto Lê Duan (1986), il nuovo segretario generale, Nguyên-van-Linh, promosse una riforma dell’economia che comportò l’introduzione di elementi di mercato. Nel 1991 Do Muoi, alla guida del governo dal 1988, subentrò a Nguyên-van-Linh, venendo a sua volta sostituito da Vo-van-Kiet come presidente del Consiglio. Nel 1992 una nuova Costituzione istituì la carica di presidente della Repubblica, alla quale fu eletto il generale Le Duc Anh. Sul piano internazionale il riavvicinamento fra Cina e URSS permise a partire dal 1988 l’avvio di una soluzione della questione cambogiana, con il ritiro delle truppe vietnamite e la firma nel 1991 di un piano di pace. Questi sviluppi permisero un progressivo miglioramento delle relazioni con Pechino e inoltre lo sblocco degli aiuti da parte di molti Paesi asiatici ed europei e la riapertura dell’accesso ai finanziamenti delle principali istituzioni internazionali. Nel 1995 il V. entrò a far parte dell’ASEAN. Nel 1997 Trân Duc Luong divenne presidente della Repubblica, mentre la carica di primo ministro fu assunta da Phan Van Khai e alla guida del Partito comunista fu chiamato Le Kha Phieu. Le attività del nuovo governo furono indirizzate soprattutto a limitare gli effetti della crisi economica; fu inoltre intensificata la lotta alla corruzione negli apparati del partito, al cui interno riprese forza l’ala conservatrice. Sul piano internazionale venne rafforzato il processo di integrazione regionale e furono potenziate le relazioni con la Cina. Anche i rapporti con gli USA registrarono un ulteriore miglioramento e nel 1999 Washington stabilì nuovamente una sede diplomatica in territorio vietnamita. Il processo di riforma economica ha subito un’accelerazione nei primi anni del 21° sec., dopo l’elezione (2001, riconfermato nel 2006) del nuovo segretario del partito Nong Duc Manh, esponente dell’ala riformista. Nel 2006 è divenuto presidente Nguyen Minh Triet e sono stati nominati anche un nuovo capo del governo e un nuovo presidente del Parlamento, nel quadro di una politica di ringiovanimento della classe dirigente. Nel 2007 il Paese ha fatto il suo ingresso nell’Organizzazione mondiale per il commercio.