Vietnam
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(App. II, ii, p. 1114; III, ii, p. 1094; IV, iii, p. 821; V, v, p. 762)
Geografia umana ed economica
di Guido Barbina
Popolazione
La popolazione (77.562.000 ab. secondo una stima del 1998) conserva una grande compattezza etnica e si addensa per buona parte nelle pianure alluvionali, intensamente coltivate. Originariamente distribuiti in villaggi rurali, in seguito agli eventi bellici che hanno travagliato la regione fino al 1975 e che hanno colpito soprattutto le aree rurali, i Vietnamiti si sono spostati in gran numero nelle aree urbane che oggi ospitano un quinto dell'intera popolazione. Le città più importanti rimangono Ho Chi Minh, con più di 4,3 milioni di abitanti nell'agglomerazione urbana, Hanoi, con quasi 2,2 milioni di abitanti, e Haiphong, con quasi 800.000 abitanti (ma circa 1,5 milioni nell'intera agglomerazione).
Nel 1996 sono stati rimpatriati da Hong Kong oltre 15.000 boat people (su 20.600), di cui 6900 in modo forzoso, mentre il governo di Hanoi ha respinto la richiesta cinese di riprendere i 6000 Cinesi del V. rifugiatisi nel 1979 a Hong Kong passando per la Cina (all'epoca dell'aggressione cinese al V.).
Condizioni economiche
Il V. ha attenuato la rigida impostazione marxista-leninista data al sistema produttivo: con la riforma costituzionale del 1992 sono state ammesse la proprietà privata e la libera iniziativa, anche se, almeno formalmente, il paese continua a definirsi socialista. Il mutamento dell'indirizzo economico e un periodo di pace che il paese non conosceva dallo scoppio della Seconda guerra mondiale (anche se le conseguenze della guerra continuano a provocare vittime per le numerose mine antiuomo ancora attive sparse in molte aree risicole) hanno permesso, negli anni Novanta, una crescita notevole del PIL globale (e anche di quello pro capite che peraltro, dato il bassissimo livello di partenza, è tuttora assai modesto).
Il settore primario continua a essere prevalente, con l'impiego di quasi il 70% della popolazione attiva: la coltura più diffusa è quella del riso (occupa oltre il 90% delle terre coltivate), che, oltre a fornire la base dell'alimentazione locale, è in parte esportato (11% delle esportazioni totali); hanno una notevole diffusione anche alcune colture impiantate nel periodo coloniale: piante da caucciù, caffè (il paese ne è diventato il secondo produttore asiatico e il sesto esportatore mondiale), tè, banane, cotone. Il patrimonio forestale, gravemente compromesso dagli eventi bellici, è oggi protetto; sono molto diffusi l'allevamento e la pesca, praticati secondo i metodi tradizionali.
Il V. possiede buone riserve di idrocarburi, con depositi di metano nella piattaforma continentale del Golfo del Tonchino, e di petrolio, la cui produzione, in lento ma regolare aumento (9,8 milioni di t nel 1997), rappresenta circa il 20% del totale delle esportazioni; dal sottosuolo si estraggono anche carbone (10,9 milioni di t), fosfati e salgemma. Discreto anche il potenziale idroelettrico che viene sempre più utilizzato e che attualmente permette di coprire più del 50% delle necessità del paese.
I maggiori progressi sono stati registrati nel settore secondario, con un tasso di crescita che negli ultimi anni si è mantenuto superiore al 10%. L'industria gode del vantaggio di bassi salari, di crescenti fenomeni di 'delocalizzazione' attuati dalle imprese di Hong Kong, di Taiwan e della Repubblica di Corea, e della progressiva apertura del paese: infatti, alla normalizzazione dei rapporti con gli Stati Uniti ha fatto seguito, nel 1995, l'integrazione nell'ASEAN (Association of South-Est Asian Nations). Le attività di trasformazione, sempre più in mano all'iniziativa privata, lavorano i prodotti del settore agricolo e forniscono il mercato interno dei prodotti di uso comune o dei beni strumentali essenziali; tra tutti i comparti prevale quello calzaturiero, con 200.000 occupati e una produzione di 11 milioni di paia di scarpe nel 1996. Il processo di industrializzazione, che inizialmente si era concentrato soprattutto attorno alle città di Ho Chi Minh e Hanoi, a partire dal 1996 si è esteso ad altre sette province, che hanno finito con il superare le due zone metropolitane per numero di imprese e siti industriali. Il turismo è un'attività nuova in espansione (gran parte dei visitatori stranieri sono statunitensi reduci della guerra del Vietnam).
Il bilancio dello Stato è in forte passivo a causa delle spese sociali, ma dal 1992 l'inflazione, che alla fine degli anni Ottanta aveva raggiunto il 300%, si è radicalmente ridimensionata. Il V. importa merci da altri paesi dell'Asia orientale, mentre le esportazioni sono dirette per gran parte in Russia e in altri paesi ex socialisti; più difficili i rapporti commerciali e politici con la Cina, ridotti al minimo.
bibliografia
M.S. de Vienne, L'économie du Viêt-Nam 1955-1995. Bilan et prospective, Paris 1994; P. Brocheux, The Mekong Delta. Ecology, economy and revolution, 1860-1960, Madison 1995; M. Lavigne, Économie du Vietnam. Réforme, ouverture et développement, Paris 1999.
Storia
di Paola Salvatori
Il processo di cauta modernizzazione, soprattutto del sistema economico, inaugurato nella seconda metà degli anni Ottanta dal Partito comunista - partito unico sotto la cui guida era avvenuta nel 1976 la riunificazione del paese - conobbe un'accelerazione nel corso del decennio successivo, anche in seguito al crollo dell'URSS, cui il V. era strettamente legato. In tale periodo, infatti, crebbero gli incentivi all'iniziativa privata e ai finanziamenti stranieri, mentre vennero accantonate le politiche di collettivizzazione forzata che avevano contraddistinto nel periodo precedente, soprattutto nel Sud del paese, gli interventi governativi. Ciò comportò un graduale miglioramento delle condizioni economiche, che fu però accompagnato dal manifestarsi di estesi fenomeni di corruzione e dall'approfondirsi degli squilibri regionali e delle ineguaglianze sociali. Cominciò a prendere piede, soprattutto nel nuovo ceto medio legato alle attività private e nelle nuove generazioni attirate dai modelli di vita occidentali, veicolata dalle stesse riforme economiche, l'esigenza di una maggiore democraticizzazione politica, culturale e religiosa, di cui si fece portavoce anche un settore minoritario del partito. Il dibattito interno rimase comunque molto limitato e non si registrarono sostanziali modifiche.
Dopo le elezioni per il rinnovo dell'Assemblea nazionale, svoltesi nel luglio 1997, in settembre Tran Duc Luong subentrò a Le Duc Anh come presidente della Repubblica, mentre la carica di primo ministro, ricoperta dal 1991 da Vo Van Kiet, venne assunta da Phan Van Khai, un economista di orientamento riformista. Alla guida del Partito comunista fu invece chiamato in dicembre Le Kha Phieu in sostituzione di Do Muoi. Le attività del nuovo governo furono indirizzate soprattutto a limitare gli effetti della crisi economica che, dopo aver colpito i principali paesi del Sud-Est asiatico nell'estate 1997, aveva cominciato a ripercuotersi anche nel paese. Venne inoltre intensificata, nel corso del 1998 e del 1999, la lotta alla corruzione degli apparati del partito, al cui interno riprese forza - in seguito alla crisi economica - l'ala conservatrice, contraria alle misure di liberalizzazione.
Sul piano internazionale venne rafforzato, attraverso una serie di accordi commerciali con i paesi vicini, il processo di integrazione regionale, e vennero potenziate le relazioni con la Cina, nonostante il riaccendersi, nel 1998 e ancora nel 1999, della disputa sulle isole Spratly. Anche i rapporti con Washington registrarono un ulteriore miglioramento: nel giugno 1997 il V. ricevette per la prima volta una visita ufficiale da parte degli Stati Uniti, ricambiata nel settembre 1998. Nel luglio 1999, infine, venne annunciata la ripresa dei rapporti commerciali tra i due paesi, e in agosto Washington stabilì nuovamente, dopo 24 anni, una sede diplomatica in territorio vietnamita.
bibliografia
P. Cosaert, Le centre du Vietnam, du local au global, Paris 1998; M. Herland, Le Vietnam en mutation, Paris 1999.