Pelevin, Viktor Olegovič
Scrittore russo, nato a Mosca nel 1962. Il padre fu ufficiale dell'esercito, la madre insegnante d'inglese. Dopo essersi laureato nel 1989 presso l'Istituto dell'Energia di Mosca, P. si è iscritto ai corsi serali dell'Istituto di Letteratura M. Gor´kij. Sempre in quegli anni ha iniziato a frequentare alcuni scrittori legati alla fantascienza, lavorando allo stesso tempo come giornalista e traduttore di opere di filosofia New Age e di occultismo.
Alcuni dei suoi primi racconti sono stati pubblicati dalla rivista Chimija i žizn´ (Chimica e vita), nota all'epoca per ospitare una ricca sezione di fantascienza. La raccolta intitolata Sinij fonar´ è stata pubblicata nel 1991 (trad. it. La lanterna blu, 2002). Già dal romanzo seguente, Omon Ra (1992; trad. it. 1999), appare evidente come l'opera di P. esca dagli schemi della letteratura di genere. Nodo centrale è infatti lo smascheramento della totale illusorietà e falsità del sistema sovietico: il giovane cosmonauta Omon Ra scopre di essere destinato a una missione lunare suicida, organizzata unicamente per far credere all'Occidente di possedere fondi e tecnologie adeguate, in realtà del tutto inesistenti. Al carattere satirico si affianca un'altra componente spiccatamente postmodernista: la realtà sovietica è concepita come un simulacro, somma di tante realtà virtuali.
Al successo di Omon Ra hanno fatto seguito nel 1993 il racconto lungo ŽŽeltaja strela (trad. it. La freccia gialla e i racconti sull'essenziale, 2005) e, sempre nello stesso anno, il romanzo ŽŽizn´ nasekomych (trad. it. La vita degli insetti, 2000). Un anno più tardi è uscita una nuova raccolta di racconti, Problema vervolka v srednej polose (trad. it. Un problema di lupi mannari nella Russia centrale, 2000), mentre del 1996 è Čapaev i Pustota (trad. it. Il mignolo di Buddha, 2001), forse il capolavoro di Pelevin. Nel romanzo il confine tra sogno e realtà viene definitivamente cancellato. Il giovane P. Pustota vive contemporaneamente in due mondi: nel primo, percepito come vero, è un poeta pietroburghese che diventa l'aiutante del leggendario comandante Čapaev; nell'altro, creduto un sogno, è paziente in una clinica psichiatrica negli anni Novanta. Definito dalla critica il primo romanzo zen-buddista russo per la concezione filosofica sottesa al testo, Čapaev i Pustota ha ottenuto uno straordinario successo ed è stato tradotto in più di quindici lingue.
La fortuna delle opere di P. è racchiusa nella maestria stilistica con cui l'autore riesce a mescolare elementi che appartengono alla cultura popolare e di massa con stilemi più raffinati. Se in Čapaev i Pustota ha messo in dubbio l'esistenza di tutta la realtà materiale, nel romanzo seguente Generation P del 1999 (trad. it. Babylon, 2000), dove la P sta per Pepsi-Cola, egli si dedica nuovamente alla creazione di mondi virtuali attraverso le vicende del protagonista, V. Tatarskij, pubblicitario che scala le vette del successo misurandosi con l'infernale macchina dei mass media.
Nel 2001 esce DPP: Dialektika Perechodnogo Perioda - Iz niotkuda v nikuda, (DPT: Dialettica del Periodo di Transizione - Da nessun luogo a nessun luogo), altra raccolta di romanzi e racconti. In Čisla (Numeri) l'opera centrale di DPP, il protagonista, un 'nuovo russo' che si occupa di finanza, è ossessionato dai numeri e dal loro significato e organizza la propria vita in base al numero 34, considerato portatore di energia positiva. Il panorama della Russia putiniana che ne emerge risulta crudele, dalla mafia ai servizi segreti deviati, dalla droga alla guerra in Cecenia.
Nel 2002 l'autore è stato oggetto, insieme a V. Sorokin (v. Sorokin, Vladimir Georgevič), di una lunga campagna denigratoria da parte del gruppo giovanile filogovernativo Iduščie vmeste (Camminando insieme). Recentemente ha pubblicato altri due volumi, Svjaščennaja kniga oborotnja (2004, Il libro sacro del mutante) e ŠŠlem užasa. Kreatiff o Tesee i Minotavre (trad. it. L'elmo del terrore. Il mito del minotauro, 2005).
bibliografia
D. Possamai, Che cos'è il postmoderismo russo?, Padova 2000; M. Martini, L'utopia spodestata, Torino 2005.