Pelevin, Viktor Olegovic
Pelevin, Viktor Olegovič. – Scrittore russo (n. Mosca 1962), tra i più carismatici della generazione post-sovietica. Ingegnere elettromeccanico, cultore di filosofie orientali e meditazione zen, rielabora la tradizione grottesco-fantastica russa (da Gogol’ a Bulgakov) con una scrittura macro-metaforica dal periodare essenziale, dove una visione mistica dell'esistenza collide con la meschinità consumista della Russia contemporanea. Uno stile già maturo in Omon Ra (1992; trad. it. 1999), romanzo di formazione di un cosmonauta sovietico e riflessione sulla manipolazione della storia, e Zizn' nasekomych (1993; trad. it. La vita degli insetti, 2000), parodia del neocapitalismo i cui protagonisti sono zanzare che trafficano in sangue, mosche, formiche e scarabei. La solitudine esistenziale accomuna Čapaev i Pustota (1996; trad. it. Il mignolo di Buddha, 2001), dove i confini tra follia e sanità mentale svaniscono, e Zeltaja strela (1993; trad. it. La freccia gialla, 2005), il cui protagonista è l'unico dei passeggeri di un treno senza testa né coda in corsa verso un ponte distrutto a non obnubilare nella quotidianità la coscienza di un destino segnato. La disumanizzazione attraversa opere come Šlem Užasa (2005; trad. it. L'elmo del terrore. Il mito del Minotauro) – riscrittura cyber-psichedelica del mito greco nella virtualità, dove il labirinto è una chat in rete governata da un tirannico moderatore –, la raccolta di racconti DPP (NN) Dialektika perekhodnogo perioda iz niotkuda v nikuda (2003; trad. it. Dialettica di un periodo di transizione dal nulla al niente, 2007), in cui stigmatizza la Russia di V. Putin alternando apologhi zen a satire, e il romanzo Ampir V (2006; trad. it. Empire V, 2007), in cui la mentalità glamour del 'quarto reich della globalizzazione' si incarna nelle doti bestiali e superumane del vampiro protagonista.