Scrittore russo (Gatčina 1797 - Tobol´sk 1846), compagno di liceo e amico di Puškin; per la sua partecipazione alla congiura dei decabristi, fu condannato a 15 anni di fortezza. Partecipò attivamente alla vita letteraria del tempo come critico e come autore di alcuni componimenti poetici: O napravlenii našej poezii, osobenno liričeskoj, v poslednee desjatiletie ("L'indirizzo della nostra poesia, in particolare lirica, nell'ultimo decennio", 1824), Smert´ Bajrona ("La morte di B.", 1824), Šekspirovy duchi ("Gli spiriti di Shakespeare", 1825), Večnyj žid ("L'Ebreo errante", 1842). J. Tynjanov ne tracciò la suggestiva personalità nel romanzo Kjuklja (1925).