VILLANELLA
. È una forma di poesia musicale popolare e semipopolare, di cui in un certo momento si ebbero anche esempî aulici, e fu chiamata altresì Canzone alla napolitana, o soltanto Napolitana, e perfino Villanesca, nome questo, come quello di Villanella, dovuto ai motivi rusticani che vi erano svolti.
Sorse a Napoli sulla fine del sec. XV e fu propriamente la canzone popolare napoletana fino ai primi del sec. XVII. Si ricollega per le sue origini a poesie popolari napoletane più antiche, di cui riproduce il metro, che è di due tipi: a) uno o più distici a rima baciata; b) uno o più distici, ciascuno preceduto o seguito da un verso libero; in tutti e due i tipi i versi sono di varia misura con prevalenza degli endecasillabi. Questo è il metro primitivo che fu sempre in uso, ma in seguito, insieme con esso, crescendo il numero dei distici e dei versi liberi, con l'aggiunta anche di ritornelli, si usarono altre varietà di strofe legate fra loro o indipendenti. La lingua caratteristica della villanella era il dialetto napoletano, ma se ne composero anche nella lingua letteraria e in un linguaggio ibrido misto di letterario e dialettale, quale si vede in altre composizioni del tempo. Naturalmente cantava soprattutto l'amore in tutti i suoi aspetti e nei suoi varî motivi, ed era accompagnata da melodie composte da musicisti, di cui non di rado ci sono arrivati i nomi. Per merito della musica le villanelle ebbero una gran diffusione fuori di Napoli per tutta Italia, varcarono pure le Alpi e furono musicate anche da stranieri. Nel loro diffondersi, nell'adattarsi ai varî paesi e alle occasioni per cui erano composte e musicate, le villanelle si trasformavano nel contenuto e nella forma metrica: si arriva così ai primi del sec. XVII, quando la villanella si può dire cessi d'esistere, cedendo nella poesia d'arte musicale alle canzonette del Chiabrera e del Rinucci che forse devono qualcosa alle villanelle. A Napoli, le villanelle resistettero più a lungo, ma alla fine anche là sopraggiunse infine la decadenza e l'ultima stampa che se ne abbia è del 1618.
Le villote alla veneziana o alla padoana sono affini alle villanelle, ma se ne distinguono oltre che per il linguaggio veneto in cui sono scritte, per la struttura della strofa che è a rime alternate.
Musica. - La villanella costituì un tipo di composizione musicale affine alla "frottola" (e contrapposto al Madrigale, che fu espressione di arte aulica) per la sua semplice struttura, normalmente binaria, ridotta ad una omofonia a tre voci, con assoluta preponderanza della parte superiore, vale a dire della melodia, a carattere generalmente sillabico. Gl'intervalli preferiti erano la terza e la quinta e vi predominava il moto retto delle parti. Se in un primo periodo del suo svolgimento la villanella, tipica espressione artistica del Rinascimento italiano, appare soltanto come il proseguimento dello spirito e dello stile originario della frottola (v.), semplice e popolaresco, in seguito, uscita dall'ambiente popolare, essa si raffina sviluppandosi in periodi musicali più complessi e assumendo aspetti di piacevole eleganza.
Un carattere particolare della villanella è rappresentato dalla tendenza comico-parodistica in contrasto alla cultura raffinata delle altre forme polifoniche. Ma questo non fu il solo, ché anzi s'incontrano villanelle di delicata grazia amorosa e di tenera intima espressione.
I musicisti che maggiormente si segnalarono nella produzione di questo genere furono, tra gli altri, Baldassarre Donati, Giovanni Gastoldi, Filippo Azzaiolo. Fuori d'Italia la villanella fu coltivata e diffusa da Orlando di Lasso.
Verso la fine del sec. XVI la villanella si trasformò nella canzonetta, modellandosi sul tipo strumentale di un'aria di danza: saggi perfetti ne diedero Orazio Vecchi e Claudio Monteverdi. A tal genere si riallacciano pure i Balletti del già citato Giovanni Gastoldi, largamente imitati in tutta Europa.
Bibl.: A. W. Ambros, Geschichte der Musik, III, Lipsia 1881; F. Vatielli, Canzonieri musicali del '500, in Riv. mus. ital., XXVIII (1921); A. Einstein, Die Parodie in der V., in Zeitschrift für Musikwissenschaft, II, p. 4; A. Sandherger, in Gesamm. Aufsätze, 1924; G. M. Monti, Le villanelle alla napoletana e l'antica lirica dialettale a Napoli, Città di Castello 1925; C. Calcaterra, Canzoni villanesche e villanelle, in Arch. Romanicum, 1924; F. Torrefranca, Le prime villotte a quattro e la loro improtanza storica ed estetica, in Atti del III Congresso Nazionale di arti e tradizioni popolari, Roma 1936.