VILLARS, Louis-Hector, marchese, poi duca di
Maresciallo di Francia, nato a Moulins l'8 maggio 1653, morto a Torino il 17 giugno 1743.
A diciannove anni combatteva in Olanda; servì sotto Turenna in Franconia e sotto Condé fu ferito a Senef. A ventun anno era colonnello di cavalleria e combatté alle dipendenze del maresciallo di Lussemburgo e quindi del maresciallo di Créqui in Alsazia. È inviato a Vienna in missione segreta per staccare dall'alleanza austriaca l'elettore di Baviera Massimiliano II e ne conquista l'amicizia, che poi perde durante una nuova missione a Monaco. Maresciallo di campo in Fiandra nel 1689, tenente generale sul Reno nel 1691, è di nuovo inviato come ambasciatore a Vienna, quando s'iniziava la crisi della successione di Spagna; ma presto tornò sui campi di battaglia per la guerra che seguì. Comandante in capo, nell'accorrere in soccorso dell'elettore di Baviera, espugna il forte di Friedlingen (14 maggio 1702) ed è perciò nominato maresciallo di Francia, prende Kehl, vince a Höchstädt (20 settembre), ma scontento dell'andamento della guerra chiede di essere richiamato, e il re gli affida la pacificazione delle Cévennes, in preda alla rivolta dei camisardi, conferendogli il titolo di duca (1705).
La gloria di V. è affidata però alla sua condotta quando nel 1709 la Francia, esasperata dalle esorbitanti richieste della coalizione, fece uno sforzo disperato; messo a capo dell'esercito del Nord, si batte con il principe Eugenio e il Marlborough a Malplaquet, dove, ferito gravemente alle gambe, riesce a ritirarsi ordinatamente. Nel 1712 il re gli affida le ultime sue truppe ed egli vince a Denain (24 luglio); la guerra si trascina ancora per un anno e V. vince sul Reno a Landau e a Friburgo, e poi tratta la pace col principe Eugenio a Rastatt.
Durante la Reggenza, fu a capo del partito che combatteva la politica del cardinale Dubois; benché la sua posizione politica fosse piuttosto scossa, riuscì a indurre Luigi XV a entrare in guerra per sostenere le pretese del suocero Stanislao Leszczyński al trono di Polonia, e, a 80 anni, fu messo a capo dell'esercito che andava ad aiutare il re di Sardegna, Carlo Emanuele III, col titolo di maresciallo generale; la campagna fu vittoriosa, ma il V., in disaccordo con l'alleato, ottenne il richiamo e, sulla via del ritorno, morì a Torino.
Il V. fu avido di onori e di ricchezze, che si procurò, secondo i costumi del tempo, con le rapine; ma fu soldato coraggioso e generale che sta degnamente alla pari col principe Eugenio e col Marlborough. I suoi Mémoires furono pubblicati di sul manoscritto dal marchese M. de Vogüé (Parigi 1884-94, voll. 6).
Bibl.: M. de Vogüé, V. d'après sa correspondance, voll. 2, Parigi 1888; A. Babeau, Le Maréchal de V., ivi 1892.