vilmente
In Vn XXIII 22 36 Io presi tanto smarrimento allora, / ch'io chiusi li occhi vilmente gravati, l'avverbio sottolinea l'abbattimento, lo sconforto morale da cui D. è colto al pensiero che Beatrice possa morire. Ha senso analogo nelle parole rivolte dal nuovo pensiero d'amore per la Donna gentile all'anima, nel commento a Cv II Voi che 'ntendendo 40-41 (Tu non se' morta, ma se' ismarrita, / anima nostra, che sì ti lamenti): la cagione per che morta ti pare essere, si è uno smarrimento nel quale se' caduta vilmente per questa donna che è apparita (X 3; e si ricordi quanto D. immagina di dire a sé stesso a proposito della medesima vicenda, in Vn XXXVIII 2 Deo, che pensero è questo, che in così vile modo vuole consolare me...?). E così in XXXIX 2.
Indica una valutazione morale negativa, da rendersi con " meschinamente ", " scioccamente ", in Cv IV XV 14 sono molti tanto vilmente ostinati, che non possono credere che né per loro né per altrui si possano le cose sapere. L'accezione si collega al valore di " mancanza di fiducia nelle proprie capacità " che spesso, nel lessico dantesco, ha ‛ viltà ' (v.).
Assume il significato di " turpemente " nella descrizione della pena di Caifas, crocifisso in terra nella bolgia degl'ipocriti (If XXIII 126 colui ch'era disteso in croce / tanto vilmente ne l'etterno essilio) e nella narrazione della morte di Corso Donati (Pg XXIV 87).
Nel Fiore lo usa Amante alludendo all'ostilità dimostrata da Schifo nei suoi confronti, con il significato di " in modo così poco comprensivo ", " con tanta malvagità ": IX 2 Dogliendomi in pensando del villano / che sì vilmente dal fior m'ha lungiato; e così in VII 1.