vime
Variante latineggiante di ‛ vimine ', col valore figurato di " legame " in due passi della Commedia. Al plurale e in immagine metaforica, in Pd XXVIII 100 Così veloci seguono i suoi vimi, / per somigliarsi al punto quanto ponno, con riferimento ai primi due ordini angelici dei Serafini e Cherubini che seguono i legami, i vincoli, cioè la forza d'amore, l'ardore affettivo che li uniscono a Dio (punto). Come sottolinea il Contini (in Lett. Scaligera III 1013), " si tratta di un omaggio al Guinizzelli, il cui sonetto ricercatissimo a Guittone, O caro padre meo... fra l'altro si adorna in rima di ‛ debel' vimi ' ".
L'altra occorrenza ancora in Pd XXIX 36 nel mezzo strinse potenza con atto / tal vime, che già mai non si divima.
Il termine concreto che richiama l'idea della robustezza che è propria del ramo del salice e della lavorazione a intreccio a cui è adatto, esprime pienamente nell'uno e nell'altro caso l'intensità, la forza, l'indissolubilità del legame.