VIMERCATI
. Famiglia di antichissimo ceppo, compare già nei primi anni del secolo XI con un Arialdo (1021). Investiti del capitanato della pieve di Vimercate, parteggiano per l'imperatore Enrico IV, di cui un Algiso è chiamato valvassore (1088); poi partecipano in larga misura alla vita del comune di Milano, pur venendo sempre annoverati fra la feudalità vescovile. Pinamonte appare due volte console di Milano (1171, 1183) in due anni importantissimi per la storia milanese: la riedificazione della città e la pace di Costanza; fu anche podestà di Bologna (1176). Il figlio Guido fu pure uomo di grande autorità: console di Milano (1192, 1224), podestà di Vicenza (1195) e di Bologna (1196). La famiglia è annoverata nel 1277 fra l'antica nobiltà milanese, da cui si dovevano scegliere i canonici ordinarî della chiesa.
Un ramo della famiglia si stabilì a Crema, e da esso discende il famoso consigliere di Francesco Sforza, Gaspare (v. vimercate, gaspare da, XXXV, p. 378): questa linea nel sec. XVI, per via di donne, aggiunge il predicato di Sanseverino. Un ramo di essa si stabilì posteriormente, ma in epoca imprecisata (sec. XVII?), a Roma, e ad essa appartennero: Lodovico, guerriero del sec. XVII, passato dai servizî del Piemonte a quelli della Rep. Veneta; Faustino (1801-78) patriota e cospiratore, senatore del regno, e il figlio Alfonso (1836-1907), anch'egli senatore. Dalla metà del sec. XVI i Vimercati Sanseverino ebbero il titolo di conte di Palasio. Un altro ramo, ribelle ai duchi di Milano, si rifugiò a Bergamo sotto il nome di Sozzi: però nel corso del sec. XVII rivendicò l'antico cognome, onde si ebbe la linea Vimercati Sozzi, dal 1681 conti di Cornate.
Infine da un terzo ramo, rimasto soltanto nobile, e che continuò ad abitare a Milano, esce Ottaviano (1815-79, v. vimercati, ottaviano, XXXV, p. 378), combattente del Risorgimento, uomo di fiducia di Cavour, inviato straordinario del re di Sardegna presso Napoleone III.