ANTINORI, Vincenzio
Nacque a Firenze il 24 febbr. 1792 da Nicolò e da Anna Carbonaci. Seguì i corsi scientifici inaugurati durante l'occupazione francese nel Museo fiorentino della Specola, risultando uno dei migliori allievi nella matematica e nella fisica sperimentale, il cui insegnamento era affidato al sacerdote G. Babbini. Nel generale fervore di studi che caratterizzò il periodo della Restaurazione in Toscana, l'A. si distinse come uno dei più entusiasti studiosi e continuatori delle tradizioni scientifiche italiane, di cui tracciò una vera e propria storia dal secolo XVII al XIX con i suoi scritti sulle scoperte di Galilei, sull'Accademia del Cimento (Notizie istoriche relative all'Accademia del Cimento:studio commissionatogli nel 1841 dal granduca Leopoldo II, che lo offrì in omaggio agli scienziati italiani convenuti nello stesso anno a Firenze per il loro terzo congresso e fu pubblicato nel volume Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Cimento,Firenze 1841, pp. 1-133), sulle vite di Alessandro Volta e del fisico modenese Leopoldo Nobili. La stessa prosa sobriamente elegante dell'A., sia negli scritti storici, glottologici e autobiografici sia nelle relazioni di esperienze scientifiche, si fa chiaramente erede del grande modello galileiano. Nel 1831 l'A. ospitò il Nobili, esule dalla, sua città in seguito agli avvenimenti del febbraio, rendendogli possibile la continuazione delle sue esperienze di elettromagnetismo, alle quali collaborò assiduamente, proseguendole dopo la morte di lui. I suoi resoconti di questi esperimenti e le minuziose descrizioni degli apparecchi adoperati costituiscono una documentazione importante per la storia della scienza del tempo. Nel 1833 il granduca gli affidò la successione di Gerolamo Bardi nella direzione del Museo, ed egli vi ristabilì i corsi di fisica e storia naturale aboliti nel 1814 dal principe Rospigliosi. Per iniziativa dell'A. fu ricostruita nel Museo la tribuna galileliana. Tra il 1842 e il 1856 fu consultore per l'edizione delle opere complete del Galilei, portata a termine a Firenze sotto gli auspici di Leopoldo Il. Fu associato all'Accademia dei Georgofili e a quella della Crusca, della quale fu eletto il 9 giugno 1846, in sostituzione del defunto Luigi Ciampolini, accademico residente, quindi aggregato alla deputazione di ultima revisione, e infine designato arciconsolo. Notevole il suo contributo al Vocabolario,per il quale redasse numerose voci scientifiche. Nel 1847 il granduca gli affidò l'educazione dei figli e l'anno successivo lo nominò senatore. Devoto, ma discreto partigiano della famiglia granducale, quando questa venne dichiarata decaduta si ritirò a vita privata. Morì a Firenze il 22 luglio 1865.
Tra le sue opere, più importanti sono: Sull'Archivio Metereologico Centrale italiano. Ragguaglio indirizzato alla sesta riunione degli scienziati italiani,Firenze 1844, p. 16;in collaborazione con L. Nobili, Descrizione delle nuove calamite elettriche ed osservazioni sulle medesime. Nuovo condensatore elettrodinamico. Sulla sensibilità del termomoltiplicatore.,s.l.né d.; Sopra vari punti di magnetoelettricismo,s.l. né d.; Scritti editi ed inediti,a cura di M. Tabarrini, Firenze 1868.
Fonti e Bibl.: Per le nozze Antinori-Pappudoff. Il Cav. V. A. accademico residente della Crusca.(Lettere e documenti), a cura di A. Corsi, Firenze 1880;F. Ercole, Il Risorgimento italiano. Gli uomini politici, I,Roma 1941, p. 56; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1949, p. 1203-1204; Diz. del Risorg. Naz., III, p. 83.