NANNUCCI, Vincenzio (Vincenzo). – Nacque il 1° settembre 1787 a San Mauro a Signa (Firenze)
, da Giovacchino e da Margherita Masi, contadini.
Dopo aver studiato nel seminario di Colle, entrò nel collegio dei chierici eugeniani, dedicandosi in particolare alle lingue classiche e orientali. Nel 1812, oltre ai Componimenti di Francesco Baldovini (Firenze), diede alle stampe un’importante edizione commentata delle Stanze di Poliziano, cui fece seguito la pubblicazione, in collaborazione con Luigi Ciampolini, delle Rime dello stesso Poliziano (I-II, ibid. 1814: in questa occasione, oltre alle Stanze, Nannucci curò il testo e le note dell’Orfeo).
Lasciata la carriera ecclesiastica, si trasferì a Ravenna, dove nel febbraio 1815 gli fu affidata la cattedra liceale di lingua greca e lingue orientali; avendo tuttavia composto in aprile un inno volto a celebrare la campagna di Gioacchino Murat (cfr. Muratori, 1914), all’arrivo degli austriaci subì pressioni e provvedimenti disciplinari, finché, restauratosi il dominio pontificio, in luglio non fu costretto a lasciare la città. Trasferitosi in un primo momento a Bologna, tornò a Firenze, ma perdurando l’ostilità nei suoi confronti a causa delle posizioni assunte durante il breve soggiorno ravennate, decise di intraprendere la via dell’esilio: giunto ad Ancona nell’ottobre 1815, il 7 novembre sbarcò a Corfù.
Dopo aver composto per il teatro di Corfù un dramma intitolato Napoleone a Mosca (di cui non risulta pubblicazione: Tortoli, 1858, p. XII), qualche mese più tardi ottenne l’incarico di professore di lingua e letteratura italiana e latina nel liceo di Itaca. In seguito a una breve esperienza di docenza privata a Cefalonia, fu poi chiamato a lavorare a Corfù nella stamperia del governo delle Isole Ionie, ottenendo infine sia la cattedra di letteratura italiana, latina e greca, sia la direzione del liceo di Santa Maura. All’attività didattica (cui si deve il Corso elementare di rettorica e di letteratura greca, latina e italiana, Corfù 1825), affiancò un altrettanto vivace impegno pubblicistico, dirigendo la Gazzetta degli Stati Uniti delle Isole Ionie e facendo uscire a partire dal 1830 il giornale satirico Giornaletto poetico di messer Broccolo Pappamosche di Culicutidonia (pubblicato con le seguenti indicazioni editoriali: «Mississipì, coi tipi di Don Lazagna Baruccabà»). In seguito ai moti del 1821 e del 1831, accolse e diede ospitalità ad alcuni fuorusciti (Tortoli, p. XXXIV).
Dal 1835 iniziò a fare ritorno annualmente a Firenze, dove si stabilì definitivamente nel 1840; nel contempo, inaugurò un’intensa e proficua stagione di studi e interventi soprattutto di carattere linguistico e filologico.
Alla prima edizione del Manuale della letteratura del primo secolo della lingua italiana (I-III, Firenze 1837-39: rilevante antologia commentata di poeti e prosatori del Duecento), seguirono le osservazioni Sopra la parola ‘coto’ usata da Dante nel Canto XXXI dell’Inferno e nel Canto III del Paradiso (ibid. 1839) e Intorno alle voci usate da Dante secondo i commentatori in grazia della rima (Corfù 1840), nonché l’edizione degli Ammaestramenti degli antichi latini e toscani raccolti e volgarizzati per fra Bartolommeo da San Concordio (Firenze 1840) e il saggio Voci e locuzioni italiane derivate dal provenzale (ibid. 1840), nel quale l’indagine sulla lingua italiana delle origini si inquadra in un atteggiamento di generale e sostanziale polemica nei confronti dei precedenti e coevi studiosi dei testi delle origini, in particolare a proposito della recente edizione del Vocabolario della Crusca corretto e accresciuto da Giuseppe Manuzzi (il cui ultimo volume uscì proprio nel 1840). Seguì un acre dibattito fra i due: Manuzzi ribatté anzitutto con le Osservazioni sulle Voci e locuzioni italiane derivate dalla lingua provenzale (Firenze 1841), mentre Nannucci, dal canto suo, replicò con la Risposta alle Osservazioni dell’ab. Giuseppe Manuzzi sulle voci e locuzioni italiane derivate dalla lingua provenzale (Corfù 1841) e con la Apologia della Risposta alle Osservazioni dell’abate Manuzzi… (ibid. 1842).
Non si trattò del resto dell’unica polemica in cui Nannucci rimase coinvolto, soprattutto nei confronti di esponenti della Crusca: in Intorno al pronome LEI usato dagli antichi nel caso retto ad illustrazione di un luogo del Petrarca… (ibid. 1841), in margine all’analisi di una questione linguistica e interpretativa petrarchesca, inserì per esempio anche la veemente lettera Al signor prof. Domenico Valeriani accademico e segretario della Crusca (pp. 17-51), nella quale rinfacciò al destinatario le critiche mosse alle osservazioni Intorno alle voci usate da Dante secondo i commentatori in grazia della rima e alle Voci e locuzioni italiane derivate dal provenzale.
Divenuto nel frattempo segretario dell’inglese George John Warren barone di Vernon, appassionato e raffinato intenditore di letteratura italiana che gli offrì sostegno economico e ne favorì gli studi, diede alle stampe nel 1843 la ponderosa Analisi critica dei verbi italiani investigati nella loro primitiva origine (Firenze 1843), incentrata in particolare sulle forme verbali irregolari e frutto di un ambizioso e mai terminato progetto di una più ampia storia della lingua italiana (cfr. Ai Lettori, ibid., p. 5). Su iniziativa di Lord Vernon, curò inoltre per Guglielmo Piatti l’edizione del commento dantesco di Pietro Alighieri (Petri Allegherii super Dantis ipsius genitoris Comoediam Commentarium…, ibid. 1845).
Accolto fra i membri della Crusca nel 1847 (anno in cui apparve la sua Teorica dei nomi della lingua italiana [ibid.], in cui prese in esame la morfologia dei nomi), fece anche parte dei compilatori del Vocabolario; a causa tuttavia di una disputa con Giuseppe Arcangeli (v. la sua Risposta alla sentenza della Crusca che l’E, quando sta per I articolo mascolino plurale, deve scriversi coll’apostrofo, ibid. 1850), a proposito della quale la Crusca si pronunciò in favore del suo contendente, decise di ritirarsi dall’accademia. Nel 1852 ottenne il posto di vice-bibliotecario della Biblioteca Riccardiana.
Nel 1853 diede alle stampe (nuovamente anche grazie al supporto di Lord Vernon) il Saggio del prospetto generale di tutti i verbi anomali e difettivi sì semplici che composti e di tutte le loro varie configurazioni di voci dall’origine della lingua in poi (ibid.), nel quale, riallacciandosi, con integrazioni e correzioni, alla precedente Analisi critica dei verbi italiani, e avvalendosi dello spoglio di un ampio bacino di testi (non solo letterari, ma anche cronache, diari ecc.), propose un repertorio ragionato per tempi e modi delle occorrenze dei verbi ‘essere’, ‘avere’ e ‘porre’ (e dei rispettivi composti) nei primi secoli della lingua italiana.
Negli ultimi anni della sua vita, lavorò in particolare a una nuova edizione del Manuale della letteratura del primo secolo, il cui primo volume uscì a Firenze nel 1856 (nella prefazione rivolse una forte invettiva contro Pietro Fanfani, il quale per tutta risposta proseguì ad attaccare Nannucci anche dopo la sua scomparsa, tanto da suscitare l’intervento di Carducci: cfr. Per un filologo morto e galantuomo, in Id., Ed. nazionale delle Opere, XXV, Confessioni e battaglie. Serie seconda, Bologna 1939, pp. 68-75); il secondo volume del Manuale uscì invece postumo nel 1858 a cura di Giovanni Tortoli.
Morì a Firenze il 2 giugno 1857.
Oltre alle opere già citate si segnalano: Risposta del dottor Manganello a maestro Pecorone autore delle osservazioni pubblicate col nome di messer Pampalugo (Corfù 1828); Intorno ad alcuni trattati di aritmetica e di geometria manoscritti nell’I. e R. Biblioteca Riccardiana di Firenze…, in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, 1854, vol. 134, pp. 328-335; Intorno ad un trattato d’aritmetica che trovasi manoscritto nella I. e R. Biblioteca Magliabechiana di Firenze…, ibid., vol. 137, pp. 168-170; Rivista delle collazioni dei Ss. Padri mandate alla luce dal can. Telesforo Bini (Firenze 1856); Risposta all’articolo sulla Rivista delle collazioni dei Ss. padri pubblicate dal can. Telesforo Bini, s.l. né d. [ma, probabilmente, ibid. 1856]; Don Zizzira. Novella di don Peperone (ibid. 1870: in sesta rima, pubbl. da G. Polverini sulla base dell’autografo); Un frammento della autobiografia in sesta rima di V. N., Faenza 1892 ( sulla base degli autografi per cura di L.A. Villari).
Fonti e Bibl.: Necr., in Rivista di Firenze, I (1857), pp. 378-381; G. Tortoli, Della vita e delle opere di V. N., in Manuale della letteratura del primo secolo della lingua italiana…, 2a ed. ripassata dall’autore, II, Firenze 1858, pp. VII-XXXIX; T. Casini, Ritratti e studi moderni, Milano-Roma-Napoli 1914, pp. 203-218; S. Muratori, L’inno di V. N. per l’impresa muratiana, in Rass. stor. del Risorgimento, I (1914), 5, pp. 699-704; F. Rocchegiani, Gli Italiani in Grecia. Emigrazione e colonie italiane nelle Isole Ionie e nel continente greco dai tempi romani ai nostri giorni, Bari 1915, pp. 55 s.; C. Frati, Diz. bio-bibliografico dei bibliotecari e bibliofili italiani dal sec. XIV al XIX, Firenze 1933, pp. 403 s.; E. Michel, V. N., in Diz. del Risorgimento nazionale, III, Le persone, Firenze 1933, p. 673; G. Carducci, Delle poesie toscane di messer Angelo Poliziano. Discorso (prefaz. in A. Poliziano, Le Stanze, l’Orfeo e le Rime…, Firenze 1863), poi in Id., Ed. nazionale delle opere, XII, Il Poliziano e l’Umanesimo, Bologna 1936, pp. 283 s.; G. De Robertis, Le ‘Stanze’ o dell’ottava concertante, in Id., Studi, Firenze 1944, pp. 62-69; L. Balestreri, Sui giornali dell’emigrazione italiana in Grecia durante il periodo del Risorgimento, in Rass. stor. del Risorgimento, XLI (1954), 2-3 (aprile-settembre), pp. 259-263; R. Lo Cascio, Poliziano, Palermo 1970, pp. 66, 72; G. Mazzoni, L’Ottocento, in Storia letteraria d’Italia (Vallardi), 2a ed., a cura di A. Vallone, I, Milano 1973, p. 310; Letteratura Italiana (Einaudi), Gli Autori. Diz. bio-bibliografico e Indice, II, Torino 1991, p. 1246; N. Cannata, Diz. biografico compatto degli autori della letteratura italiana, Bologna 1997, p. 159; La tradizione dei testi, in Storia della letteratura italiana (Salerno), diretta da E. Malato, X, Roma 2001, ad ind.; F. Bausi, Come lavorava Carducci. Le postille autografe all’edizione N. delle ‘Stanze’ del Poliziano, in Carducci filologo e la filologia su Carducci, Atti del convegno, Milano… 2007, a cura di M. Colombo, Modena 2009, pp. 9-32.