BELL'HAVER (Bel'haver, Bell'avere, Bellaver), Vincenzo
Vissuto nella seconda metà del sec. XVI, di lui data e luogo di nascita sono ignoti, e della sua attività altro non si conosce direttamente che la conclusione, ossia la nomina ad organista in S. Marco a Venezia con decreto dei procuratori della Repubblica del 30 dic. 1586. In questa carica egli aveva l'onore di succedere ad Andrea Gabrieli del quale, come risulta dagli atti stessi, era stato discepolo, insieme congli altri. due che parteciparono al concorso indetto per l'occasione, Paolo Giusto detto da Castello e Antonio Romatúni, sui quali il B. prevalse per maggioranza di voti. Da questi dati si può argomentare ch'egli abbia studiato e svolto attività in Venezia e, forse, sia nato nella città o nel territorio: ma, poiché il suo nome non compare in documenti anteriori, è probabile che sia stato assunto a quella carica in ancor giovane età; né era destino che vi durasse molto, giacché morì dopo nove mesi, cioè nel settembre 1587.
La rimunerazione che il B. aveva, di 100 ducati annui, già sembra attestare la fama a cui era giunto; e dopo la sua morte il posto doveva restare vacante per più di un anno, succedendogli poi il lucchese Giuseppe Guami. La fama del B. veramente sembra trovare ragione nelle opere di lui che finora è dato esaminare. Un solo volume delle sue raccolte pubblicate ci è pervenuto, Di V. Belhaver il Secondo Libro de Madrigali a cinque voci. Nuovamente posti in luce, In Vinegia, Appresso l'Herede di Girolamo Scotto, 1575(degli altri due, Venezia, Gardano, 1567 e 1576, non rimane traccia), e inoltre una notevole quantità di composizioni profane e sacre sparse in vari florilegi del tempo: oltre una cinquantina di madrigali da tre a dodici voci figurano, nelle raccolte, per lo più edite a Venezia nei secc. XVI e XVII, intitolate Fiori musicali di diversi autori a tre voci, De Floridi Virtuosi d'Italia, Trionfo di musica di diversi, Corona di dodici sonetti di Gio. Battista Zuccarini... posta in musica da dodici eccellentiss. autori a 5 voci, Dialoghi musicali, Il Primo libro delle Iustiniane a tre voci, Melodia. Olympica, ecc.; alcuni motetti e Magnificat nelle raccolte Reliquiae sacrorum concentuum, di G. Gabrieli e J. L. Hassler, Musica per concerti ecclesiastici, Magnificat octo tonorum diversorum excellentissimorum authorum, ecc., e qualche toccata per organo e cembalo nel Transilvano di Girolamo Diruta. Di questa considerevole produzione, pochissimo è stato sinora portato alla luce dagli studi moderni. Ma già i tre madrigali (non uno come taluni compilatori hanno riportato) editi nella raccolta di Luigi Torchi, L'arte musicale in Italia (I, Milano 1897, rist. 1942, pp. 399ss.), rivelano qualcosa di più che un semplice epigono della gloriosa scuola veneziana culminante - sino al tempo in cui il B. operò - nell'arte di Andrea Gabrieli (i rispettivi testi di tali madrigali sono: Amo sol chi m'ha in odio e chi mi fugge, S'alza nel Ocean la vagh'aurora, La bella pargoletta; i primi due sono a cinque voci, il terzo a tre; secondo e terzo sono in due parti); certo, l'aura espressiva e la fisionomia stilistica sono comuni di quell'indirizzo e più in generale del madrigale del tempo: così anche l'arioso e pur denso e ricco contrappunto basato sull'imitazione, la vaghezza e leggiadria dell'espressione amorosa, il gusto di sottolineare le immagini pittoresche (ovvi e consueti i procedimenti usati per rendere musicalmente frasi come "chi mi fugge", "co' begli occhi saetta e col soave riso" e simili: più singolare e sottile l'uso del moto contrario per una frase come "deh perché ti diletti - d'oprar al mondo si contrari effetti"). Ma, al di là di tutto questo, un soffio d'ispirazione personale ravviva quegli elementi stilistici che nelle mani dei puri imitatori scadevano ad artifici insulsi e prestavano il fianco agli strali di un polemista come Vincenzo Galilei. Il contrappunto del B. sa inoltre duttilmente adattarsi alle diverse proporzioni del gruppo vocale: mosso e vivace nelle composizioni a cinque voci, diviene più semplice e quasi popolarmente amabile in quelle a tre. Meno efficace sembra, invece, il B. come compositore strumentale, puí essendo stato, come s'è detto, un organista. La Toccata edita dal Torchi nel terzo volume della raccolta sopra citata (rist. Milano 1948, pp. 179 ss.) non rivela nulla più che una mano discretamente esperta nello stile corrente della forma trattata, a base di rapide fioriture con alternativa di passaggi contrappuntistici nel centro della composizione.
Bibl.: F. Caffi, Storia della musica sacra nella già Cappella ducale di San Marco in Venezia..., I, Venezia 1854, pp. 189 s.; G. Benvenuti, A. e G. Gabrieli e la musica strumentale in S.Marco, I, Milano 1931, pp. LXXI, LXXII, LXXIII, LXXIV; A. Einstein, The Italian Madrigal, I, Princeton N. J. 1949, pp. 453, 522, 525 s., 639, 773; G. Reese, Music in the Renaissance, New York 1954, pp. 419 s., 499, 542, 544; R. Eitner, Bibliographie der Musik-Sammelwerke des 16. und 17. Jahrhunderts, Berlin 1877, pp. 403 s.; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens. Aus dem. Jahren 1500-1700, Berlin 1892, I, pp. 74 s.; II, passim; C.Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 144; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, I, coll. 1610 s.; Enc. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 224.