BONARDI, Vincenzo
Nacque a Parma, ma ebbe in Bologna attività di editore oltreché di negoziante di carta e libri durante il secondo quarto del secolo XVI.
Né il Sorbelli - che tanto diligentemente ha ricercato le carte bolognesi relative agli editori e tipografi della sua città - né altri hanno potuto rinvenire notizie di archivio sulla famiglia Bonardi. Pare certo che questa si fosse già trasferita in Bologna durante il sec. XV e vi tenesse un florido commercio di carta: infatti il B. si qualifica una volta come "opifex chartarum", ciò che lascia intendere che egli conducesse una cartiera, oltreché un negozio di cartaio.
A probabile che non abbia mai chiesto né ottenuto la cittadinanza bolognese, giacché egli si qualifica costantemente "Vincenzo Bonardi da Parma". Certo è che intorno agli anni 1530-1535 il suo negozio di cartaro e libraio era posto nella sua abitazione in via di San Bernardino delle Pugliole, come si ricava da una sottoscrizione editoriale del settembre 1535. L'attività editoriale del B. ha inizio appunto nel 1535, quando si associa con il tipografo carpigiano Marcantonio Grossi. Nella società il B. dovette apportare il capitale liquido, fornire i locali per l'"officina", forse la carta e certo provvedere allo smercio dei libri prodotti; il Grossi dové provvedere all'attrezzatura tipografica e offrire la sua opera di stampatore.
Il primo prodotto sociale noto è dell'aprile del 1535: Trattatello di fra' Lorenzo da Bergamo sulladisposizione a ricevere la graziadello Spirito Santo stampatoa soddisfationedi alchune personedesiderose di acquistarela gratia del Spiritosanto, sottoscritto "Per Vincenzo di Bonardi da Parma cartaro e Marchantonio da Carpi compagni". In questa edizione compare una bella xilografia a piena pagina ed un'elegante bordura sul frontespizio. Seguì (giugno 1535) lo Specchio di vita religiosa composto da undevoto Osservante. Nei mesi seguenti sono dati in luce un Pronostico di Lodovico Vitali del quale i due soci continueranno a stampare i Pronostici per gli anni 1537, 1538, 1539 assieme a quelli di Flaviano Turchi (1537) e di Lattanzio Benacci (o Benazzi) per gli anni 1538 e 1539. Pubblicarono ancora (sempre nel 1535) le Costituzioni sinodalidella diocesi di Bologna; il Breve ricordo di quanto hanno dafare i clerici e l'opuscolo di Leandro Alberti De divi Dominicicalaguritani obitu et sepultura. Chiuse l'attività dell'anno 1535 la stampa di una dissertazione sul digesto del giurista bolognese Carlo Ruini. Nel 1536 furono pubblicate dai due soci le Annotazioni della volgar lingua del bolognese Giovanni Filoteo Achillini e l'edizione della Grammatica volgare di A. Accarisi. È dello stesso anno l'unica edizione del poemetto cavalleresco di A. M. Botti: Herculea. Del 1537 si può ricordare: Epicedion sive fortuna di Scipione Baldi da Finale. Durante il biennio 1538-1539 i soci continuarono a stampare pronostici, libretti vari di piccola mole, operette popolaresche; di Leandro Alberti diedero (1539) la Chronichetta della gloriosa Madonna dis.Luca del monte della Guardia di Bologna e una ristampa (oggi rarissima) del poemetto di G. A. Albicante, Historia della guerradel Piemonte, tratta dall'edizione originale di Milano, 1538, e poi riprodotta a Venezia due volte. Allo stato attuale delle ricerche bibliografiche l'ultima edizione della società è il commento alla regola di san Benedetto del frate Regino da Barletta: Il Padre sanBenedetto con l'esposizione, edizione adorna di una xilografia e di una bordura sul frontespizio. Dopo il 1539 non si conoscono edizioni che rechino il nome del B.; la sua attività cessa, ma si ignora se ciò sia avvenuto per la sua morte o per cessione volontaria della sua partecipazione alla società editoriale col Grossi ad un Bartolomeo Bonardi (suo fratello o suo figlio) che seguitò a lavorare assieme a Marcantonio.
Bibl.: A. Sorbelli, Storia della stampa in Bologna, Bologna s.a., p. 98; Id., Le marche tipografiche bolognesi nel sec. XVI, Milano s.a., p. 30; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Firenze 1905, p. 43; F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina italiana, Firenze 1953, p. 44.