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BUSDRAGHI, Vincenzo

di Alfredo Cioni - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 15 (1972)
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BUSDRAGHI (Busdrago), Vincenzo

Alfredo Cioni

Nacque a Lucca il 19 dic. 1524 da Niccolò di Giovanni Battista e Camilla Parpaglioni. Iniziò la sua carriera editoriale e tipografica molto modestamente e con scarsi mezzi economici. Nel 1549 chiese un sussidio al Senato per stampare libri scolastici.

La richiesta fu accolta dal Consiglio dei XXXVI, che il 16 luglio 1549 deliberò di concedergli - oltre ai consueti sgravi fiscali e privilegi - l'annua sovvenzione di scudi 5 per cinque anni a condizione che le edizioni del supplicante fossero di volta in volta sottoposte all'esame del Consiglio sopra le scuole, cui era demandata la facoltà di concedere o negare la licenza per la stampa. Data la minima sovvenzione concessa al B. è chiaro che la sua tipografia non poteva essere che modesta. Tuttavia spetta a lui il merito di avere finalmente resa stabile in Lucca la stampa, da saltuaria a quasi irrilevante che era stata sino al 1549.

La sua prima edizione ha la data 1º giugno 1549 ed è un modesto, ma grazioso, in-8º di 12 cc.n.n. in carattere corsivo: Quattro novelle dell'honoratissimo Molza. Di questa edizione non si conoscevano esemplari (anzi, da alcuni ne era stata negata l'esistenza) sino al 1864 quando il Passano ne rinvenne una copia tra i libri del conte Giacomo Manzoni. Su questo esemplare il Bongi ristampò le Quattro novelle nel 1869. Alla vendita della famosa biblioteca Manzoni l'unicum fu acquistato dalla Governativa di Lucca che lo conserva.

Dopo le Quattro novelle del Molza il B. pubblicò - sempre nel 1549 - l'Aridosio. Comedia del Sig. Lorenzino de Medici, copia dell'edizione bolognese fornita dalla privata tipografia di Ercole Bottrigari nel 1548. Seguirono l'Oratio de studiis liberalium artium (conaltri opuscoli) di Sebastiano di Monte Sacrato e la Admonitione catholica a tutti fideli christiani di Vincentio Lirinese volgarizzata dal lucchese Paolino Bernardini. Nel 1550 pubblicò il testo della Canace di Sperone Speroni, preceduto da un Giuditio sopra la tragedia di "autore occulto" (B. Cavalcanti). Nella dedica a Giovan Battista Giraldi Cinzio (4 maggio 1550) il B. scrive: "Sendo ridotta la mia stampa [stamperia] a termine ch'io comincio a servirmene, & insiememente capitatomi alle mani il presente giuditio... di occulto autore, l'ho impresso a un pari con l'intera tragedia benché in carattere assai humile". Sembrerebbe così che questa edizione fosse la prima prodotta dal B., ma si può congetturare che l'edizione fosse stata preparata da tempo e, per ignoti motivi, licenziata solo nel 1550.

Tra le edizioni che presentano interesse maggiore si ricordano le Orationes ad Senatum Populumque Lucensem dell'umanista Aonio Paleario (1551); le Novelle di Matteo Bandello (1554); Le seste rime di Laura Terracina (1558) in edizione originale, che fu riprodotta in Napoli, dall'Amato, due anni dopo. Bella edizione è quella degli Statuta Carrariae (1574), di cui si conosce il solo esemplare che è nell'Archivio Segreto di Massa. Di Flaminio de Nobili pubblicò il Trattato dell'amore umano (1563), nonché De honore,De hominis felicitate,De vera et falsa voluptate, tutti nell'anno 1563. Di Chiara Matraini stampò Rime e prose (1553), Altre rime (1554), Meditazioni spirituali (1581), Considerazioni sopra i sette Salmi penitenziali (1586), Breve discorso sopra la vita e morte della Vergine (1590), Lettere e rime (1595). Dell'estroso erudito Antonio Bandinelli, noto per una lunga ed acerrima polemica col Sigonio, pubblicò la Oratione in morte di Carlo V (1556), La vita di Scipione Africano (1556), La vita di Scipione l'Emiliano (1556), il trattato De syllabarum quantitate (1569, riprodotto nel 1582), Quae inter A. Bandinelli et C. Sigonio non concordant (1569) e finalmente, l'anno stesso della morte dell'autore, Alia Caroli Sigonii errata (1570). Dopo quelle di Antonio Bandinelli il B. pubblicò anche scritture del figlio di lui, Scipione: Carmina (1585) e Alia carmina (1585), e ancora Elegiae et alia carmina (1587), nonché In deiparae Virginis imaginem miraculis Lucae insignem (1588) e Pro universalibus congregationis Carmelitarum oratio (1599). Sono da ricordare anche le pastorali ed altre scritture di Alessandro Guidiccioni, pubblicate dal B. tra il 1567 e il 1589: Pastorale al clero della diocesi di Lucca (1567 e 1581, 1588, 1589); Lettere (1571), Altre lettere (1580), Successo intorno alla miracolosa immagine della Vergine (1588).

Nel 1594 il B. - ormai settantenne - prese come socio nell'azienda Ottaviano Guidoboni. Morì il 27 ag. 1601. Il Guidoboni continuò a stampare sino al 1605 licenziando le sue edizioni sempre col nome del B.: l'ultima di queste fu Apologia di Cesare Nuttio da Fossombrone..."InLucca appresso il Busdrago. 1605. A stansa di Giuliano Baccolini".

Considerando l'attività editoriale tipografica del B. si osserva che i suoi inizi sono molto modesti: possiede una sola serie di caratteri corsivi; chiede licenza per stampare Donati e Salterii, ma, nell'attesa, dà fuori le Novelle del Molza: indice di una notevole intraprendenza culturale. L'esperienza letteraria del B. appare notevole; le sue dediche sono stese in ottima lingua, con uno stile sobrio, che dimostra modestia senza affettazione di umiltà, rispetto senza servilismo. Il favore dei concittadini lo incoraggiò e lo spinse a migliorare e a potenziare la sua bottega con varie ed eleganti serie di nuovi caratteri, ad usare buone carte, a far incidere belle e svariate inquadrature per i suoi frontespizi e marche tipografiche - diverse per grandezza e cornici - tutte recanti come elemento essenziale "il drago", tratto dall'arme della sua famiglia. Con l'andar degli anni la qualità delle sue stampe peggiora: i caratteri sono usati troppo a lungo e non sono rinnovati; la carta è più ordinaria; e quando la direzione effettiva dell'azienda passa al socio Guidoboni, la qualità tipografica delle edizioni quasi precipita. Allo stato attuale delle ricerche bibliografiche si conoscono del B. 163 edizioni e si dovrebbero aggiungere a queste quelle ignote di Donati e Salterii, che forse pubblicò nei primi anni della sua attività.

Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Lucca, Senato, a. 1470, c. 18; a. 1477, c. 164; Ibid., Consiglio generale, a. 1562, c. 78. Lucca, Biblioteca governativa, ms. 902, c. 85; ms. 1508, passim;ms. 1550: G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi (secolo XVIII), sub voce Busdraghi; C. Lucchesini, Della tipogr. lucchese. Commentario storico, in Storia lett. del ducato di Lucca, Lucca 1831, pp. 423-444; S. Bongi, Note e prefazione alla ristampa delle Novelle del Molza, Lucca 1869, pp. 5 ss.; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Firenze 1905, p. 192; L. Matteucci, Saggio d'un catal. delle edizioni lucchesi di V. B. (1549-1605), in La Bibliofilia, XVIII (1917), pp. 225-239, 328-356; XIX (1918), pp. 26-39; F. Pellegrini, Append. di un catalogo delle ediz. lucchesi di V. B., ibid., pp. 231-239, 332-338; L. Matteucci, Brevi cenni della stampa in Lucca dal sec. XV al XVIII, in Riv. delle biblioteche e degli archivi, VII (1920), pp. 17-32; Mostra storica della tipografia lucchese, Lucca 1950, passim;F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina in Italia, Firenze 1953, p. 202.

Vedi anche
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