CASTRILLI, Vincenzo
Nacque a Campobasso l'11 ag. 1885 da Carlo e Maria Ricciuti. Laureatosi (1907), entrava per concorso al ministero della Pubblica Istruzione. Poco più di dieci anni dopo cominciò a pubblicare i suoi primi contributi scientifici, compiuti sotto la guida di C. Gini. Nel 1924 conseguì la libera docenza in statistica presso l'università di Padova; incaricato dell'insegnamento successivamente nelle università di Ferrara, Palermo e Bari, nel 1927 fu nominato titolare in quest'ultima sede.
Dal 1929 al 1938 fu inviato speciale del governo italiano presso l'Istituto internazionale di cooperazione europea; nel 1939 fu chiamato all'università di Siena, dove, fondato l'istituto di statistica, ne assunse la direzione. Nel dopoguerra fu uno dei sei esperti del Bureau des Universités annesso all'UNESCO.
Morì a Siena il 3 luglio 1952.
Il C. rivolse la propria ricerca prevalentemente su tre settori: la statistica intellettuale, la statistica biologica e demografica, la sociologia.
Con Gli studenti delle università italiane, (Roma 1923) il C. investigava, oltre la composizione della massa studentesca e la selezione dei giovani nel corso degli studi, anche le correnti migratorie che vi si manifestavano e il grado differenziale di attrazione esercitato dalle singole università. Attraverso ricerche sull'istruzione media (Lo sviluppo dell'istruzione media nell'ultimo ventennio, in Annali della Pubblica Istruzione, Istituti medi e superiori, I[1924], pp. 7-29) evidenziava come già nel primo ventennio del secolo si delineasse insufficiente per l'istruzione della donna la scuola d'indirizzo magistrale, e in quali forme e misure si verificasse il fenomeno dell'invasione femminile in scuole precedentemente di frequenza soltanto maschile.
Il C., inserendosi nelle indagini già compiute da R. Benini nel campo dell'analfabetismo, da opportuni confronti regionali deduceva che dove veniva realizzato un maggior progresso lì più frequente che altrove era il fenomeno, pur senza un obbligo imposto, del riscatto in età ancor giovanile dallo stato di analfabetismo. Non minore attenzione riservò al fenomeno dell'analfabetismo di ritorno (Alcuni aspetti dell'analfabetismo in Italia, in Annali della Pubblica Istruzione, Scuola elementare, I[1925], pp. 7-17). Sollecitato intanto dall'Office international des musées, il C. fondava i lineamenti di una statistica dei musei, cui faceva da premessa una precisazione sulla concezione moderna di museo (Lastatistique et les musées, in Mouseion [Paris], VIII [1939], 3-4, pp. 185-191). Più tardi, per l'UNESCO, esaminerà i problemi della rilevazione internazionale delle biblioteche (La statistique des bibliothèques, Paris 1951), e quella della produzione libraria (La statistique de la production des livres, Paris 1951).
Con l'esperienza che veniva formandosi nello studio quantitativo dei diversi aspetti dell'attività intellettuale, egli poté recare contributi notevoli all'attività e alle iniziative dell'Istituto internazionale di cooperazione intellettuale fin dalla costituzione (1924), e pervenire successivamente ad una trattazione organica della statistica intellettuale (Statistica intellettuale, in Trattato elem. di statistica, dir. da C. Gini, Milano 1934). Era stato attratto presto dai problemi del lavoro intellettuale (Les travailleurs intellectuels et le marché du travail, in Revue intern. du travail, VIII[1923], pp. 385-90). Il primo dopoguerra presentava limitate possibilità di inserimento dei giovani laureati nella vita attiva, e fu il C. a profilare l'esigenza di un'inchiesta internazionale affinché governanti e studiosi potessero impostare una consapevole politica distributiva dell'offerta mondiale di lavoro intellettuale. Quando fu costituito (1936) il Bureau intern. de statistiques universitaires presso l'Istituto internazionale di cooperazione intellettuale, chiamatone alla direzione si diede a concretare un'opera di documentazione suscettibile di orientare i giovani verso professioni meno affollate (Le chômage des jeunes diplomés, in XVI Congrèsinternational des étudiants catholiques, Roma 1938).
Nei primi anni di produzione scientifica, cimentandosi anche nel campo della statistica biologica, contribuì allo studio di quella contrazione di frequenza dell'eclampsia gravidica che, rilevata in Germania dopo l'inizio della prima guerra mondiale, aveva dato luogo a diverse interpretazioni (presunta tossiemia da assorbimento seminale ridotta dallo stato di guerra per il diminuito numero di contatti; mutamenti prodotti dalla guerra nell'alimentazione, divenuta meno ricca di protidi e di lipidi e quindi con minori impegni epatici e renali; ecc.). Il C. cercò risposta nell'esperienza ostetrica, là dove questa nota che la frequenza dell'eclampsia è diversa nella primiparità e nella pluriparità, e osserva una preferenza dell'eclampsia per le primipare. Poiché nel periodo bellico la nuzialità si contrasse, e quindi le nascite di primogeniti subirono una maggiore diminuzione, la minore incidenza delle primipare sul numero delle partorienti si offriva quale suggestiva interpretazione del fenomeno (Sulla frequenza della eclampsia gravidica nel periodo bellico, Roma 1924).D'altra parte l'orientamento prevalente del C. verso la statistica intellettuale gli suggerì spunti di ricerche demografiche connessi con l'istruzione. Ebbero così origine indagini sulla nuzialità delle donne fornite di istruzione superiore (1932)e successivamente quelle che consentirono di accertare come l'origine sociale determini nella scelta matrimoniale una tendenza all'omogamia e come questa risulti di grado diverso a seconda dei gruppi sociali (La scelta matrimoniale nei ceti superiori, in Atti della I riunione della Soc. ital. di statistica, Pisa 1939).
Spunti di indagine sono evidenti nella produzione scientifica del C., ma alcune sue ricerche hanno in tal senso un carattere più accentuato: si vedano un primo contributo allo studio del metabolismo sociale (L'origine sociale des étudiants, in XII Congrès de l'Institut intern. de sociologie, Bruxelles 1935)e più tardi le osservazioni alla teoria paretiana sulla circolazione delle élites (La decadenza delle aristocrazie secondo Pareto, in Atti del XIV Congresso intern. di sociologia, Roma 1950).Altre indagini dedicò alla proprietà fondiaria in Sicilia. Già in una prima ricerca (1926) il problema del latifondo veniva considerato non a sé stante, ma nel più vasto aspetto di iniziative capaci di creare sviluppo economico con largo impiego di lavoro umano. Successivamente vide la luce una raccolta di studi nei quali assumeva rilievo essenziale la determinazione del grado di concentrazione della proprietà, misurato con appropriati strumenti metodologici (Studi sulla proprietà fondiaria in Sicilia, in Annali del Laboratorio di statistica dell'università di Bari, 1926-27).
Bibl.: Per la biografia del C. e l'elenco dei suoi scritti si veda D. Miani-Calabrese, V. C.,in Studi senesi, s. 3, LXIV (1952), 3, pp. 524-46. Si tengano presenti anche i necrologi redatti da P. Fortunati, Estremo saluto a V. C., in Statistica, XII (1952), pp. 271 s.; e da M. Saibante, Commemorazione del prof. V. C.,in Atti della XIII riunione scientifica della Società italiana di statistica, Roma, gennaio 1953, p. 149.