DAVICO, Vincenzo
Nacque a Monaco (principato) il 14 gennaio del 1889 da Giuseppe e da Maria Accomasso. Iniziò i suoi studi a Torino con il maestro Giovanni Cravero e li terminò al conservatorio di Lipsia sotto la guida di Max Reger nel 1911. Nello stesso anno, in occasione del concorso per giovani musicisti indetto al teatro Augusteo di Roma, la giuria presieduta da Arturo Toscanini sceglieva una sua composizione per orchestra, La principessa lontana, scritta nel 1911.
Qualche anno più tardi, nel 1913. in occasione del concorso nazionale indetto dall'Accademia di S. Cecilia, fu scelta un'altra composizione del D., Poema erotico, scritta nel 1913. Già in queste prime opere il D. rivela uno stile ispirato ai modi dell'impressionismo francese in contrapposizione al sinfonismo tardo romantico allora in voga.
Considerato da alcuni critici come una delle giovani promesse che avrebbero risvegliato la musica italiana dal suo torpore, il D. venne da altri annoverato tra gli imitatori di Debussy. "Eppure, si ritrovano in lui non soltanto i cascamidella concezione serica e nuvolosamente arabescata di Debussy, Ravel, Matisse e Valéry, ma anche le premesse della nuova concezione del suono" (G. Cogni).
Malgrado l'interesse suscitato dalle sue composizioni per orchestra, il D. si dedicò prevalentemente alla produzione cameristica. A questo periodo appartengono i Trois chants d'amour (1910-16) su poemi di Verlaine e Lahor, i Cinq chants d'Orient (1916) e Aux élègies à Lesbos (1916), liriche pervase da un'atmosfera mistica e sensuale, in cui il mondo emotivo in tutte le sue accezioni si rivela protagonista indiscusso delle sue opere. Nel corso della sua ventennale residenza a Parigi (1918-1940) il contatto con il mondo culturale francese, allora in pieno fermento impressionista, orientò la sensibilità artistica del D. verso quell'espressività breve ed incisiva delle sue numerose liriche per canto e pianoforte (circa duecento). In quegli anni, il compositore scrisse la maggior parte delle sue liriche più famose, il cui testo è sempre ispirato ad opere di poeti contemporanei: le Liriche giapponesi (1920), tratte da testi di poeti giapponesi, le Tre liriche (1925), dal Mulino della Luna di Gino Gori ecc., e, talvolta, ai canti popolari (SixQuatrains populaires portugais, 1920, Cinque canti popolari toscani, 1928, Tre canti popolari toscani, 1930).
Oltre che compositore il D. fu attivissimo scrittore, critico musicale, e soprattutto apprezzato direttore d'orchestra. Diresse in Francia, Svizzera, Belgio, Principato di Monaco circa cinquecento composizioni di autori italiani contemporanei meritando l'encomio della R. Accademia per il suo notevole contributo alla diffusione delle opere dei musicisti italiani all'estero. Grande successo ottenne l'opera da concerto La Tentation de Saint Antoine su testo di G. Flaubert per due soprani, baritono, coro e orchestra, scritta nel 1914 ed eseguita a Montecarlo solo nel 1924; questa fu considerata dalla critica come una delle composizioni per coro e orchestra più intense della tradizione europea.
Tornato in Italia, dopo il 1940, il D. fu funzionario della radio (E.I.A.R., poi R.A.I.) a Roma e continuò la sua attività di critico. Fu membro attivo per due anni della commissione artistica del Teatro di Roma, dell'Accademia "L. Cherubini" di Firenze e della Filarmonica di Bologna. Negli ultimi anni della sua vita compose il Requiem per la morte di un povero (1949-1950) per soprano, baritono, voce recitante, coro e orchestra, piccoli pezzi per pianoforte, le Liriche infantili (1947)., Tre nuove liriche (1950) e le Cinque canzoni d'Isotta (1955) che rivelano, contrariamente alle liriche precedenti, una apertura verso il serialismo.
Oltre alle opere sopra indicate si ricordano per il teatro: La dogaressa (libretto di G. M. Gatti, Montecarlo, teatro dei Casinò, 27 febbr. 1920);il balletto L'agonia della rosa (Parigi 1927); l'opera Berlingaccio (libretto di G. Pierotti della Sanguigna, 1931, non rappresentata); La principessa prigioniera, opera seria in un atto (libretto di G. G. Gros, tradotto da Pierotti della Sanguigna, 1932, Bergamo, teatro Donizetti, 29 sett. 1940);il balletto Narciso (San Remo 1935). Per orchestra: Polifemo (1910); Impressioni pagane (1912); Impressioni romane (1913); Impressioni antiche (1916); la cantata breve Job per baritono, coro e orchestra (1945); varia musica da camera, tra cui una sonata per violoncello (1909),un trio con pianoforte (1911); Sonatina rustica per violino e pianoforte (1926) e altri piccoli pezzi. Infine oltre duecento liriche, tra cui, oltre a quelle citate: Impressioni liriche (Montecarlo 1908); Cinque canti brevi (Parigi 1907-1915); Trois croquis (Milano 1920); Offrande per voce e orchestra (Bologna 1921); Trois epigrammes antiques (ibid. 1923); Trois poèmes agrestes (Nizza 1924); Invocation de Sapho per voce e orchestra (Parigi 1926); Trois stipes (Milano 1927); Triptyque persan (ibid. 1930); Tre facezie (1932); Due canti trecenteschi per voce e violoncello (1934); Cinque liriche romantiche (1944); Cinque notturni (1949).Le sue composizioni furono pubblicate in gran parte in Italia (Ricordi, Carisch, Suvini Zerboni, Borigiovanni), Francia (Arlequin, Deirieu, Rouart-Larolle) e Inghilterra (joseph Williams).
Morì a Roma l'8 dic. 1969.
Fonti e Bibl.: E. Jenco, V. D., in Pensiero musicale, II,Bologna 1922, p. 177 (con bibl.); M. Zanotti Bianco, Le liriche di V. D., in Musica d'oggi, VI (1924), pp. 10 s.; I.Schwerke, Back to melody: V. D. young Italian composer..., in Musical Digest, VI (1924). 14, pp. 5 s.; G. M. Gatti, Musicisti moderni d'Italia e di fuori, Bologna 1925, pp. 55-61; R. Petit, Le liriche di V. D., in Fiamma [Milano], I (1925), p. 272; E. Carducci-Augustini, Musicisti contemporanee: V. D., in Il Pianoforte, VIII (1927), pp. 312-17; L. Fiumi, I nostri collaboratori: V. D., in Augustea, 111 (1927), p. 533; G. C. Gedda, V. D. e il suo impressionismo, in Riv. mus. ital., XXXVIII (1931), pp. 638-43; L. Rocca V. D., in Boll. bibl. musicale, VII (1932), pp. 5-14; M. Saint-Cyr, V. D., in Rass. dorica, IV (1932-33), pp. 113-16; G. S. Satta, I musicisti: V. D., in Augustea, VIII (1932), P. Sos; H. Amano, Gendai Itaria Ongaku (Contemp. Italian Music), Tokyo1939, pp. 202 ss.; J. C. G. Waterhouse, The emergence of modern Italian music, diss., Univ. di Oxford, a. a. 1968, pp. 608 ss.; G. Cogni, Ricordo di D., in Rass. musicale Curci, XXIII (1970), 2, pp. 34, 40 s.; C. SchinidI, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 412; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, pp. 295; The New Grove Dict. of Music and Musicians, V, pp. 260 s.