ALESSANDRI, Vincenzo degli
Diplomatico e segretario veneziano, membro di famiglia cittadina, lo troviamo nel 1566 a Costantinopoli, dove da molti anni studiava la lingua turca e serviva nella cancelleria del ballo veneziano; sebbene assente, fu ballottato per grazia speciale "notaro estraordinario" del Consiglio dei Dieci. A questo ufficio egli non fu, però, nominato che al suo ritorno in patria nel 1550; ma la sua conoscenza del "paese turchesco" gli fece affidare in quello stesso anno una delicatissima missione, quella di ottenere l'intervento persiano contro l'Impero turco, che impegnava Venezia nella guerra di Cipro. Dopo un lunghissimo viaggio, parzialmente compiuto attraverso il territorio ottomano, egli giunse alla corte persiana, ma non fu neppure ricevuto dal re: se la sua missione diplomatica si risolse in un completo insuccesso, essa provocò però una sua relazione sulla Persia, che, letta in Senato nel 1574, era destinata ad una larga e notevole diffusione. Il giudizio dell'A. sull'Impero persiano è aspro: sovrano e ministri sono dipinti in preda ad una barbarie favolosa e primitiva; ma se il valore documentario della relazione, come dei dispacci inviati dalla Persia, è senz'altro ridotto, questi testi costituiscono una notevole testimonianza di quel ritratto mitico dei paesi orientali, che tanto sviluppo ebbe poi nel '600.
A Venezia l'A. riprendeva la carriera della cancelleria, divenendo notaio ordinario e ottenendo un ufficio per un figlio quale compenso "di quanto potesse in alcun tempo pretendere per la sua andata in Persia". Nel 1588 lo troviamo incaricato di una missione a Sebenico e in Bosnia, per comporre con quel pascià vertenze di confine e altre controversie. Esonerato da questa incombenza per malattia, l'anno seguente l'A. trattò a Venezia, su incarico del Senato, con mercanti e diplomatici bosniaci. Dopo il febbraio 1595, allorché venne accolta una sua supplica per essere ricompensato delle e fatiche prestate così nel paese turchesco come in altre parti del mondo, si perdono le sue tracce.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Consiglio dei X. Parti comuni, reg. 27, ff. 137v-138r; reg. 31, f. 147; reg. 44, ff.16sv-166r; Senato Secreta. Deliberazioni Costantinopoli, reg. 7, ff. 129v, 130r, 171; Commemoriali, XXV, f. 74v; una sua lettera da Venezia al Patrizio Marc'Antonio Michiel nel museo Correr, Venezia, P. D. 1047, f. 110; G. Berchet, La Repubblica di Venezia e la Persia, Torino 1865, pp. 29-39 e 158-167; a pp. 167-182 è ristampata la relazione già edita in E. Alberi, Relazioni degli ambasciatori veneti, s.3, II, Firenze 1844, pp. 103-127; un parziale elenco delle molte copie manoscritte della relazione in P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori, Roma 1929, pp. 148 s.