FAMIANI, Vincenzo
Nacque a Naso (Messina), da Francesco e da Margherita Crimi, il 23 ag. 1903. Compiuti gli studi secondari, si iscrisse alla facoltà medicina e chirurgia dell'università Messina, orientandosi subito verso le tematiche biologiche e la ricerca di laboratorio. Dal gennaio 1924 fu ammesso a frequentare come allievo interno l'istituto di fisiologia umana, diretto da G. Amantea: in questo scienziato, già allora noto soprattutto per le sue brillanti ricerche sui centri sensitivo-motori della corteccia cerebrale e per le sue originali osservazioni sulla epilessia riflessa che va sotto il suo nome, il F. trovò il maestro che lo iniziò alla ricerca scientifica e lo guidò poi per lunghi anni nella sua carriera. Conseguì la laurea nell'università di Messina, con il massimo dei voti e la lode, il 9 luglio 1928.
Prestato il servizio militare di leva nel periodo gennaio 1929 - luglio 1930, dapprima come allievo ufficiale medico nella scuola di applicazione di sanità militare e poi come sottotenente medico di complemento presso il distretto di Messina, il F. seguì a Roma l'Amantea, che nel frattempo era stato chiamato dalla facoltà medica di quell'università a dirigere l'istituto di chimica fisiologica: qui dagli ultimi mesi del 1930 fu assistente volontario e dal 1932 al 1935 aiuto volontario. Per la maturazione didattica e scientifica del F. fu questo un periodo assai fecondo, che culminò con il conseguimento dell'abilitazione alla libera docenza in chimica biologica (decreto del 23 genn. 1936). Fin da quegli anni, che lo videro impegnato in un'intensa operosità scientifica, indirizzò decisamente la sua attività di ricerca al problemi dell'alimentazione, il campo di studio che anche in seguito avrebbe costituito l'oggetto preminente dei suo interesse di ricercatore.
Nella facoltà medica romana esistevano in quel tempo stretti legami scientifici tra i ricercatori dell'istituto di chimica fisiologica e quelli dell'istituto di fisiologia umana, diretto da S. Baglioni, succeduto a L. Luciani, il grande fisiologo di cui sia il Baglioni sia l'Amantea erano stati allievi. Queste relazioni favorivano forme varie di collaborazione e di scambio fra i due istituti e assicuravano nel contempo la continuità della scuola, già celebre in campo internazionale. Fu così che dal 1935 al 1940 il F., pur non abbandonando l'indirizzo generale della sua attività di ricerca, poté trasferirsi all'istituto di fisiologia umana a occupare un posto di assistente retribuito, dapprima per incarico (dal 1° ag. 1935) e poi di ruolo (dal 1° genn. 1938). Richiamato alle armi alla fine di maggio del 1940, prestò servizio come tenente medico dapprima nell'ospedale militare di Trieste e poi presso l'ospedale da campo 815, divisione Piave. Collocato in licenza straordinaria illimitata a termini di legge nell'ottobre dello stesso anno per le esigenze dell'istruzione universitaria, tornò a Roma e riprese servizio nell'istituto di origine, che nel frattempo aveva assunto la nuova denominazione d'istituto di chimica biologica, ove fu nominato aiuto di ruolo. Con decreto del 6 apr. 1942 gli venne confermata l'abilitazione alla libera docenza. Appena un anno più tardi la sua attività di ricercatore dovette arrestarsi a seguito del bombardamento di Roma dell'estate 1943, che distrusse parzialmente l'istituto di chimica biologica. Il 28 febbr. 1947 il F. venne nominato per concorso professore straordinario di fisiologia umana nell'università di Perugia, dove poi rimase come ordinario fino al collocamento a riposo per limiti d'età.
L'attività scientifica del F. risenti profondamente dell'influenza dell'Amantea, da cui mutuò tematiche e metodologie di ricerca e con cui più volte collaborò. Le sue ricerche toccarono vari argomenti di diversi settori della fisiologia: dai fenomeni dell'estro con particolare riferimento ad alcuni riflessi nervosi caratteristici del periodo del calore (riflessi estrali), alle modificazioni di eccitabilità di centri del nevrasse per applicazione diretta di simpaticomimetici; dalla capacità di lavoro del muscolo scheletrico in varie condizioni sperimentali, al ritmo normale di alcune secrezioni; dalla funzione della sostanza fondamentale del cordone ombelicale, alla cristallizzazione della carbossiemoglobina; e altri ancora.
Tuttavia i problemi della nutrizione furono il campo a cui egli dedicò con maggiore assiduità e sistematicità la sua opera di ricercatore fin dagli anni della sua attività nell'ateneo romano, che furono anche i più fecondi per la sua produzione scientifica. Era quello un periodo di intenso fervore degli studi sulla nutrizione, animato da grandi progressi nella conoscenza sulle vitamine e su altri nutrienti essenziali e da decisive acquisizioni nella codificazione delle basi razionali dell'alimentazione. Si aggiunga che in Italia gli indirizzi politico-economici del regime fascista rendevano particolarmente sentito il problema dei bisogni nutritivi e del loro soddisfacimento. Gli studi del F. in questo campo si svilupparono pressoché in parallelo lungo due linee differenti, anche se tra loro collegate, diretta l'una a documentare il ruolo di minerali e vitamine nella nutrizione sottolineandone anche gli effetti della deficienza nella dieta, l'altra finalizzata ad accertare il valore nutritivo dei più comuni cereali nell'alimentazione umana. Con una serie sistematica di ricerche egli prese in esame il valore alimentare del grano, del mais, del riso e dell'orzo, segnalandone le deficienze proteiche, minerali e vitaminiche. Concentrò la sua attenzione sul grano in quanto di maggiore importanza rispetto ad altri cereali nell'alimentazione della popolazione, esaminando diverse varietà di grani italiani e prospettando la possibilità di migliorarne il valore alimentare con l'aggiunta di opportuni correttivi, come l'integrazione delle farine con germi di grano, percentualmente più ricchi di alcuni costituenti proteici e vitaminici, o con vari tipi di leguminose di cui era già stato segnalato da vari autori (E. V. Mc-Collum, V. Zagami e altri) l'elevato valore nutritivo.
Tra le pubblicazioni del F. si ricordano qui: Sul quoziente beri-berico (Qb) nell'alimentazione con riso brillato e grano autoclavato, in Rend. della R. Acc. naz. dei Lincei, classe di scienze fis., mat. e nat., s. 6, XIV (1931), pp. 206-209; Contributo alla conoscenza del valore nutritivo di alcuni cereali, ibid., pp. 306-309; Sul valore alimentare del grano, in Il Problema alimentare, II (1932), pp. 55-72; Raffronti tra il valore alimentare di alcuni legumi e quello di alcuni cereali, in Rend. della R. Acc. naz. dei Lincei, classe di scienze fis., mat. e nat., s. 6, XV (1932), pp. 229-234 (in coll. con V. Zagami); Raffronti tra il valore alimentare ricostruttivo di alcuni legumi e quello del grano, ibid., XVI (1932), pp. 57-61 (in coll. con V. Zagami); Contributo alla conoscenza del valore nutritivo degli embrioni di grano, ibid., pp. 275-278; Contributo alla conoscenza del valore alimentare ricostruttivo degli embrioni di varii semi di cereali e leguminose, ibid., pp. 360-365; Sul valore alimentaredel grano germinante, ibid., XVIII (1933), pp. 68-73; Sul contenuto di vitamina antineuritica (B1) di alcune varietà di grano italiano, ibid., XXII (1935), pp. 93-95; Sul valore alimentare del riso brillato, in Fisiologia e medicina, VI (1935), pp. 23-43; Riproduzione e allattamento in rapporto con l'alimentazione, in Quaderni della nutrizione, IV (1937), pp. 233-265 (in coll. con V. Zagami); Sulritmo normale di alcune secrezioni, in Rend. della R. Acc. naz. dei Lincei, classe di scienze fis., mat. e nat., s. 6, XXVII (1938), pp. 376-379; Vitamina B1 e processi costruttivi, ibid., XXIX (1939), pp. 517-521 (in coll. con G. Amantea); Sui rapporti tra azione dell'ormone follicolare e comparsa dei segni di calore nella cavia, in Fisiol. e med., XII (1941), pp. 309-337; Sul valore alimentare del glutine e del germe di frumento, in Il Problema alimentare, s. 2, VI (1942), pp. 41-44; Sul comportamento di animali alimentati con dieta sintetica deficiente in sostanze minerali, in Quaderni della nutrizione, VIII, (1942), pp. 116- 126 (in coll. con A. Strada); Fenomeni beri-berici durevoli da privazione della vitamina B1, in Fisiol. e med., XIII (1942), pp. 183-191 (in coll. con G. Amantea); Sull'importanza delle vitamine nell'alimentazione deficiente in sostanze minerali, ibid., pp. 193-200; Ancora sul comportamento di animali alimentati con dieta deficiente in sostanze minerali, ibid., pp. 217-221 (in coll. con A. Strada), Metodo semplice e pratico per ottenere in massa cristalli di carbossiemoglobina, in Boll. della Soc. ital. dì biologia sperimentale, XXII (1946), pp. 359 s. (in coll. con G. Amantea); Su alcune particolari variazioni funzionalidei centri nervosi caratteristiche del periodo di estro (riflessi estrali), ibid., pp. 162-164 (in coll. con G. Amantea e R. De Marco); Follicolina e riflessi estrali, ibid., pp. 166 s.; Sulla funzione della sostanza fondamentale del cordone ombelicale, in Rend. della Acc. naz. dei Lincei, classe di scienze fis., mat. e nat., s. 8, XVI (1954), pp. 386-388 (in coll. con A. Amici); Azione della simpamina sul preparato neuromuscolare e sul muscolo curarizzato di rana, in Boll. della Soc. ital. di biologia sperimentale, XXX (1954), pp. 834 s. (in coll. con A. Amici); Azione dell'adrenalina, della simpamina e del sympatol sulla "intumescentia posterior" dell'asse cerebrospinale isolato del rospo, ibid., pp. 835 s. (in coll. con A. Amici); Gliconeogenesi e acido pantotenico, in Riv. di biologia, LII (1960), pp. 123-174 (in coll. con A. Amici, B. M. Dolcini e C. Dolcini); Ulteriori osservazioni sui rapporti tra gliconeogenesi ed acido pantotenico, ibid., LIV (1961), pp. 3-23 (in coll. con A. Amici, B. M. Dolcini e C. Dolcini); Ipotalamo, metabolismo ed attività psichica, in Atti dell'Acc. anatomico-chirurgica, LVI (1965), pp. 105-128.
Raggiunti i limiti di età, il F. lasciò l'università di Perugia e si ritirò a Naso, ove si spense il 31 genn. 1982.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. storico dell'Univ. degli studi di Roma "La Sapienza", fasc. AS 1746 "Famiani, Vincenzo"; Annuario dell'Univ. degli studi di Perugia, anni acc. 1961-62 e 1962-63, Perugia 1963, p. 399; anno acc. 1966-67, ibid.
1967, p. 273.