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FOPPA, Vincenzo

di Antonio Morassi - Enciclopedia Italiana (1932)
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FOPPA, Vincenzo

Antonio Morassi

Pittore, nato a Brescia tra il 1427 e il 1430, morto ivi fra il 3 maggio 1515 e il 16 ottobre 1516. Numerosi documenti ricordano la sua attività. Nel 1456 firma la tavoletta della Crocefissione nell'Accademia Carrara di Bergamo; poi si trova a Pavia. Nel 1461 è a Genova per dipingere, nella cappella di S. Giovanni in Duomo, affreschi poi scomparsi, che furono compiuti soltanto nel 1478. Nel'62 è a Pavia, lavora per le chiese del Carmine e di S. Tommaso; ma nulla resta di queste sue opere giovanili. Ugualmente sono sparite le ancone che il F., con suoi collaboratori, eseguiva fra il 1474 e il 176 per la cappella del castello, sempre a Pavia , e fra il'97 e '99 per la chiesa di S. Maria Gualtieri. Chiamato da Francesco Sforza a Milano (1462-1463), è probabile che allora dipingesse nel Banco Mediceo l'affresco della Giustizia di Traiano. Di Pavia fece sua dimora principale sino al 1490. Se ne assentava spesso per lavorare a Milano, a Brescia, a Bergamo, e specialmente a Genova, dove, tra altro, eseguì un polittico per la cappella Spinola in San Domenico. Nell'estate del 1490 si trasferì a Brescia, dove dipinse per la chiesa di S. Maria del Carmine e dove fu sepolto nella chiesa di San Barnaba.

Le sue opere firmate, oltre alla Crocefissione di Bergamo, sono: un San Gerolamo nella stessa galleria; la pala, del 1490, in S. Maria di Castello a Savona: la Pietà nel museo di Berlino; un'Adorazione del Bambino della raccolta Lefèvre a Versailles. Sulla base stilistica di queste o sui documenti si possono ancora assegnare al F. le seguenti opere, tra le principali: un polittico al Museo civico di Savona; la Madonnina del giardino già del Noseda, ora nella raccolta Berenson a Firenze; la Madonna col Bambino e due tavole di Santi, della raccolta Trivulzio, a Milano; la Madonnina Ginoulhiac-Frizzoni, ora presso il conte Contini a Roma; il polittico, già nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Bergamo, ora a Brera; l'affresco col Martirio di San Sebastiano e quello della Madonna, del 1485, provenienti dalla demolita chiesa di Santa Maria di Brera, nella stessa pinacoteca. Una tavola, raffigurante lo stesso martirio di San Sebastiano, si conserva al Museo del Castello Sforzesco in Milano.

Poco è rimasto dei grandi affreschi commessi al pittore, e una di queste creazioni, tra le sue maggiori, fu ingiustamente cancellata dal novero delle opere del F: gli affreschi con le storie di San Pietro Martire nella cappella Portinari in Sant'Eustorgio in Milano. Il sacello, eretto da Pigello Portinari nel 1462 e finito nel 1468, certamente anche nella sua decorazione pittorica, costituisce il capolavoro della pittura lombarda quattrocentesca, nel quale si fondono le conquiste formali e prospettiche toscane con un senso naturalistico prettamente lombardo, segnando un improvviso e notevolissimo progresso nella tradizione pittorica locale, arretrata.

Se nelle prime opere, quali la Crocefissione o il San Gerolamo di Bergamo, il F. dimostrava il suo attaccamento alla scuola locale bresciana, derivando i suoi modi ancora da Iacopo Bellini o dal Pisanello, negli affreschi della cappella Portinari è già signore di tutti i nuovi mezzi dell'espressione pittorica, venuti a sua conoscenza certamente attraverso opere monumentali del Mantegna, come è dimostrato soprattutto dal Martino di San Sebastiano a Brera e al Castello Sforzesco. E certo va attribuito a quel possesso dei concetti del Rinascimento il Trattato di prospettiva che secondo il Lomazzo avrebbe scritto il F. Forse aveva anche influito sull'artista la venuta del Bramante in Lombardia.

Seppe peraltro il F. sintetizzare nella sua robusta tempra le varie influenze; onde ebbe uno stile maschio e monumentale; il disegno preciso e tagliente, il senso plastico marcato, l'amore dello scorcio prospettico. Il forte contrasto di luce e ombra di alcune sue pitture, che manca negli affreschi, è da attribuire con ogni probabilita alla particolare preparazione oscura delle tavole. L'arte del F. dominò incontrastata la seconda metà del Quattrocento lombardo, sino alla venuta di Leonardo a Milano. Furono suoi scolari il Bergognone, Ambrogio Bevilacqua, Vincenzo Civerchio di Brescia. Sotto il suo influsso operarono il Butinone e lo Zenale e altri minori. I documenti menzionano quale suo aiuto il nipote Paolo Caylina, di cui però non si conoscono opere autografe; e tra i suoi collaboratori, principalmente Bonifacio Bembo, Zanetto Bugatti, Costantino da Vaprio e Giacomo Vismara. A Savona collaborò con lui Lodovico Brea di Nizza. (V. tavv. CXLIII e CXLIV).

Bibl.: Fondamentale è per il F. la monografia di J. Foulkes e Majocchi, V. F., Londra 1909, ricca di documenti, ma non in tutto attendibile per la parte di stilistica (vedi le recensioni di G. Frizzoni, in L'Arte, XII, 1909, p. 249-60; di F. Malaguzzi-Valeri,in Rass. d'arte, IX, 1909, pp. 84-88; di W. Suida, in Monatsh. f. Kunstw., II, 1909, pp. 477-84); P. Toesca, Pittura e miniatura in Lombardia, Milano 1912, p. 567 segg.; G. Pauli, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XII, Lipsia 1916 (con bibl.); W. Suida, Two unknown Pictures by V. F., in The Burl. Mag., XLV (1924), pp. 210-15; R. Henniker-Heaton, Unpublished Picture by V. F., in Art in America, XIII (1925), pp. 196-99; R. Longhi, in Pinacotheca, I (1928-29), pp. 259-71; B. Berenson, Italian Pictures of the Renaissance, Oxford 1932.

Vedi anche
Ambrogio da Fossano detto il Bergognóne Bergognóne (o Borgognóne), Ambrogio da Fossano detto il. - Pittore lombardo (notizie dal 1481 al 1522), con V. Foppa è il maggiore rappresentante della pittura in Lombardia prima dell'avvento di Leonardo da Vinci, del quale peraltro sentì l'influsso nell'ultimo periodo della sua vita. Nelle sue opere, ... Bernardino Zenale Zenale ‹Ʒ-›, Bernardino. - Pittore e architetto (Treviglio 1450 circa - Milano 1526). Iniziò la sua attività in stretta collaborazione con B. Butinone: a Treviglio, grande pala di S. Martino (1485); a Milano, decorazione della capp. Grifi in S. Pietro in Gessate (1489-93), decorazione (perduta) della ... Vincenzo Civèrchio Civèrchio, Vincenzo. - Pittore (Crema 1470 circa - ivi 1544 circa). Le sue prime opere derivano dal Foppa e dal Butinone; in seguito risentì notevolmente di Leonardo, del Romanino e del Lotto. Opere: polittico raffigurante S. Nicola da Tolentino tra i ss. Sebastiano e Rocco nella Pinacoteca di Brescia ... Savona Comune della Liguria (65,6 km2 con 61.916 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. Sorge sulla Riviera di Ponente, nella piccola piana alluvionale formata dal torrente Letimbro, in prossimità della sua foce. Nel 20° sec. l’abitato si è sviluppato verso i retrostanti rilievi e lungo il litorale, sia a N ...
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    Pittore (n. Brescia tra il 1427 e il 1430 - m. ivi 1515 o 1516). Nelle prime opere (Tre crocifissi, S. Gerolamo, Bergamo, Accademia Carrara) il F. mostra influssi mantegneschi e di I. Bellini; ma intende la forma plasticamente, costruita dalla luce spesso in deciso contrasto con l'ombra, in un colore ...
  • FOPPA, Vincenzo
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 48 (1997)
    ** Figlio di Giovanni da Bagnolo, nacque a Brescia, città dove il padre svolgeva il mestiere di sarto, tra il 1427 e il 1430. Non si hanno notizie certe sul suo apprendistato artistico, intuibile solo dagli influssi riscontrabili nelle sue prime opere. Una notizia desunta dal Trattato dell'arte della ...
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