FRANCESCHINI, Vincenzo
Secondo il Gabburri nacque nel 1695 - probabilmente a Roma, città nella quale fu attivo - e imparò a disegnare presso G. Odazzi per poi essere introdotto all'arte incisoria dallo zio materno, Arnold van Westerhout. La notizia di un apprendistato presso l'Odazzi trova conferma, sul piano stilistico, nei lavori grazie ai quali conquistò premi all'Accademia di S. Luca di Roma.
Nel 1710 ottenne il terzo premio di pittura per la terza classe, nel 1711 il primo premio per la terza classe, sia per il nudo sia per la figura, come si trova registrato nel libro Le belle arti, pittura, scultura e architettura, componimento e perfezione delle bellezze dell'universo, Roma 1711; nel 1713 il terzo premio per la prima classe.
Per l'edizione romana del 1718 del Manuale di architettura di G. Branca, il F. incise il frontespizio e un'altra tavola che riproduce un disegno dello scultore toscano A. Cornacchini. Nel 1721 incise alcune tavole per il terzo volume dello Studio di architettura civile… opera dei più celebri architetti de' nostri tempi, edito da Domenico de' Rossi e illustrato da A. Specchi. Anche F. Aquila partecipò all'impresa editoriale dello Specchi e, sempre col F., firmò alcune stampe con le statue dei dodici apostoli nelle nicchie della basilica lateranense.
Dopo questo breve periodo di studio e di lavoro trascorso a Roma, il F. si trasferì a Firenze ed entrò in contatto con il conservatore delle Gallerie medicee Sebastiano Bianchi che lo scelse, insieme con C. Mogalli e G.A. Lorenzini, per illustrare l'opera di Th. Dempster De Etruria regalia, edita a Firenze nel 1723-24 presso G. Tartini e S. Franchi. Oltre alle numerose stampe sciolte che traducono e diffondono immagini di artisti affermati, come Le stigmate di s. Francesco di F. Trevisani o il Ritratto di T. Tasso di G.D. Ferretti, il nome del F. venne ben presto legato, insieme con quello di numerosi altri incisori provenienti da varie città, alle voluminose raccolte realizzate da A.F. Gori ed edite a Firenze presso F. Moucke: il Museum Etruscum, uscito in tre volumi tra il 1737 e il 1743, e il Museum Florentinum, pubblicato in dieci volumi tra il 1731 e il 1766. Il rapporto col Gori, che nell'introduzione al Museum Etruscum definì il F. "insigne e pittore e calcografo romano… scolaro e affine del celebre Arnoldi [van Westerhout]" (Cristofani, 1981, p. 64), fu lungo ed estremamente proficuo, consentendogli di diffondere la sua fama fra collezionisti e mecenati.
Grazie ai contatti fiorentini con il Bianchi e con il Gori, il F. ottenne numerose commissioni e venne coinvolto in importanti lavori editoriali. Nel 1729 firmò un'incisione, realizzata su disegno di P. Pacini, raffigurante il Beatus Fidelis che subisce il martirio. È datato 1730 il ritratto a bulino di Alessandro Polito realizzato su disegni di L. Crespi e pubblicato a Firenze da B. Paperini; come riferisce il Gabburri, appartiene circa allo stesso periodo anche il ritratto del "Dottore Lorenzo Stecchi Lettore di Pisa per il libro della Meteora in verso toscano", eseguito su disegno di G. Fratellini. Nel 1733 eseguì due stampe a bulino con i ritratti granducali di Cosimo III e Gian Gastone per il volume edito a Firenze, sempre presso Paperini, con le Descrizioni e studi dell'insigne fabbrica di S. Maria del Fiore metropolitana fiorentina in varie carte intagliati da Bernardo Sansone Sgrilli. Nel 1736, per l'edizione veronese del Pastor Fido di B. Guarini, incise il ritratto dell'autore su disegno di P.L. Ghezzi. L'anno seguente incise, su disegno di F. Ruggeri, le immagini dell'apparato funebre allestito per la morte di Gian Gastone de' Medici; le incisioni furono pubblicate in due volumi editi per l'occasione: Delle lodi… del serenissimo Gio. Gastone.…; Esequie… fatte celebrare in Firenze nella chiesa di S. Lorenzo.
Due anni dopo ebbe modo di collaborare nuovamente con lo Sgrilli incidendo alcune stampe di architettura per il volume, edito dalla stamperia granducale Zanobi, La Libreria Mediceo Laurenziana Architettura di Michelangelo Buonarroti disegnata ed incisa da Giuseppe Ignazio Rossi architetto fiorentino (Firenze 1739). Nel 1744 eseguì due acqueforti per La scelta di XXIV vedute delle principali contrade, piazze, chiese e palazzi della città di Firenze, pubblicata dallo stampatore fiorentino G. Allegrini, per la quale lavorarono un folto gruppo di incisori - tra cui spiccano G. Magni, J.G. Seutter, Pier Antonio Pazzi, B.S. Sgrilli, C. Gregori - impegnati a riprodurre i disegni di G. Zocchi.
Queste vedute di Firenze e dei suoi dintorni furono ampiamente apprezzate dai turisti e dai viaggiatori anche in epoche più tarde: si conoscono infatti tirature ottocentesche degli originali che hanno contribuito a divulgare la celebrità di molti incisori anche all'estero. L'opera fu finanziata dal marchese Andrea Gerini che, insieme con il Gori e il Gabburri, amava impegnarsi in queste attività editoriali con scopi illustrativi ed inventariali.
Nel 1745 fu pubblicato il volume con Le azioni gloriose degli uomini illustri fiorentini espresse con i loro ritratti nelle volte della Real Galleria di Toscana: il F., oltre al frontespizio, realizzò, sui disegni di G. Menabuoni, numerose incisioni degli affreschi che decoravano i soffitti. Queste immagini rappresentano un importante documento in quanto sono le uniche riproduzioni esistenti, precise fin nei più piccoli particolari, delle volte di ponente realizzate da C. Ulivelli, A. Gori e I. Chiavistelli, prima dell'incendio dell'agosto 1762 che provocò danni, in alcuni casi irreversibili, a numerosi dipinti. Nel 1746 A. Condivi pubblicò la Vita di Michelangelo Buonarroti presso l'editore fiorentino G. Albizzini. Il dedicario, marchese Gerini, vi è ritratto in un'incisione al bulino del F., autore anche di altri due fogli: uno con il Ritratto di Michelangelo e l'altro con la traduzione di un Fauno, prima scultura del Buonarroti.
Nel 1759 uscirono a Firenze, presso l'Albizzini, tre volumi, curati dal Gori ma pubblicati postumi da G.B. Passeri, con le Basilicae baptisteri Florentini praepositi thesaurus veterum diptychorum, dove sono presenti varie stampe del Franceschini. L'incisore realizzò alcune illustrazioni, come sempre riproduzioni minuziose ed attente degli originali, anche per i primi due dei tre volumi delle Picturae Etruscorum in vasculis, curati sempre dal Passeri ed editi a Roma presso G. Zempel nel 1767, 1770 e 1775.
Questo lavoro, molto probabilmente anche l'ultimo del F. (nel volume del 1775 le incisioni sono di G. Cassini), si rivela utile per una maggiore conoscenza del F. che dalle notizie pervenuteci dai repertori sembra sparire da Firenze intorno al 1740-45. La sua attività, legata prevalentemente alle produzioni del Gori, si interruppe probabilmente alla morte di questo (1757) per riprendere, dopo circa un ventennio, grazie alla pubblicazione di opere postume dell'illustre mecenate e grazie ai lavori inerenti la riproduzione di oggetti artistici del mondo etrusco che avevano dato fama e celebrità al F. fin dagli inizi della sua carriera.
Sconosciuto è l'anno della morte del F., che dovette avvenire dopo il 1770, probabilmente a Roma.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, ms. Pal. E. B. 9. 5: F.M.N. Gabburri, Vite di pittori (1719-41), IV, s.v.; K.H. Von Heinecken, Nachrichten von Künstlern und Kunstsachen, Leipzig 1768, pp. 376, 428, 431; D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana, Firenze 1805, II, pp. 324 s.; G. Gori Gandellini, Notizie storiche degli intagliatori, Siena 1808, II, pp. 31 s.; M. Bryan, Dictionary of painters and engravers, London 1816, I, p. 425; D.P. Zani, Enciclopedia metodica… belle arti, I, 9, Parma 1822, p. 136; D. Moreni, Pompe funebri celebrate nell'imperial e real basilica di S. Lorenzo dal sec. XIII a tutto il regno mediceo, Firenze 1821, p. 340; Ch. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, III, Paris 1856, p. 25; G.K. Nagler, Die Monogrammisten, V, München 1876, p. 254; C. Conti, Firenze dai Medici ai Lorena, Firenze 1909, p. 913; O.H. Giglioli, Mostra degli incisori toscani del Settecento, Firenze 1943, pp. 20, 23; C.A. Petrucci, Catalogo generale delle stampe tratte dai rami incisi posseduti dalla Calcografia nazionale, Roma 1953, pp. 63, 212, nn. 1335, 1411; W. Drugulin, Historischer Bilderatlas, II, Hildesheim 1964, p. 362 n. 4426; Gli ultimi Medici. Il tardo barocco a Firenze, 1670-1743 (catal.), Firenze 1974, p. 484; Th.B. Riederer-Grohs, Florentinische Feste des Spätbarock, Frankfurt a.M. 1978, p. 297; M. Cristofani, Accademie, esplorazioni, archeologiche e collezioni nella Toscana granducale, in Boll. d'arte, 1981, 9, p. 64; M.C. Marchei, in Bibliotheca Etrusca (catal.), Roma 1985, p. 13; E. Panozzo, ibid., pp. 37, 41 s.; I disegni di figura nell'Archivio storico dell'Accademia di S. Luca, a cura di A. Cipriani - E. Valeriani, II, Roma, 1989, pp. 129, 141, 151; P. Pallottino, Storia dell'illustrazione italiana, Milano 1988, p. 92; I premiati dell'Accademia 1682-1754, a cura di A. Cipriani, Roma 1989, nn. 44, 48; Firenze e la sua immagine. Cinque secoli di vedutismo (catal.), a cura di M. Chiarini, Firenze 1994, p. 145; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 300.