FRANCESCHINI, Vincenzo
Nacque nel 1812 a Casandrino, nel Napoletano. Secondo il Napier (1855), il padre era un facoltoso magistrato, che avrebbe voluto avviare il figlio alla professione forense. Il F., invece, trascorse la giovinezza dedicandosi agli svaghi e all'arte e, sempre secondo il Napier, "si procurò una regolare istruzione nel disegno frequentando l'Accademia privata del Pitloo" (p. 77); se questa notizia è esatta, fu allievo del più significativo rappresentante della "Scuola di Posillipo" per un solo anno, dal momento che A.S. Pitloo morì nel 1837. In seguito il F. seguì l'insegnamento di F. Marsigli, professore di figura al R. Istituto di belle arti di Napoli. Nel 1844 intraprese un viaggio per l'Italia, soggiornando alcuni mesi a Roma per trarre studi di paesaggio ed approfondire la propria esperienza artistica.
Il F. partecipò ad alcune delle più importanti mostre borboniche organizzate a Napoli: nel 1845 presentò Paesaggio di composizione e Studio d'alberi, nel 1848 Studio di cipressi, Studio di sassi e Campagna romana con ruderi di architettura, opera alla quale fu assegnata la medaglia d'oro. Una serie di disegni raffiguranti gli scavi di Pompei, conservati nel Museo nazionale di S. Martino di Napoli e datati 1839-49, evidenziano l'adesione ad un tipo di veduta tardosettecentesca. Anche l'opera Paesaggio con ponte del 1851, conservata presso il Museo di Capodimonte a Napoli, risente dell'influenza del paesaggio tardo hackertiano, caratteristico di alcuni artisti napoletani come S. Fergola e T. Duclère. Alla mostra borbonica del 1855 il F. espose un paesaggio di composizione, Leone di Bisanzio guidato dalla maga Melissa, premiato con medaglia d'oro. All'Esposizione nazionale di Firenze del 1861 presentò l'Ariosto, che, insieme con il precedente dipinto, denota l'adesione stilistica del F. al paesismo storico tipico di G. Smargiassi, nominato successore del Pitloo alla scuola di paesaggio all'Accademia di belle arti di Napoli. È difficile ricomporre il percorso artistico di questo ultimo periodo, in cui il primitivo indirizzo di paesista cede ad una pittura romantica di ispirazione morelliana, esemplificata nel Cristo tentato nel deserto, firmato e datato 1859 (Napoli, Museo nazionale di S. Martino).
Nel 1865 il F. figura nell'elenco dei professori onorari del R. Istituto di belle arti di Napoli. In seguito, afflitto da gravi problemi mentali, fu costretto ad abbandonare la pittura, alla quale tornò a dedicarsi solo poco prima della morte avvenuta a Casandrino nel 1884.
Estimatore del F. fu il pittore napoletano M. Cammarano, che ne tracciò un profilo nella sua autobiografia, oltre a sottolineare che il pregio maggiore dell'artista consisteva nel disegno, supporto fondamentale per la realizzazione dei paesaggi di composizione. Il Di Giacomo (1902, pp. 854 s.) lo considerava uno dei "più sinceri della Scuola di Posillipo… per la gentilezza della sua elezione, per l'accuratezza della sua forma, per la soavità delle sue tinte" e nel riferire alcuni episodi della sua "dolce pazzia", ne ricordava alcuni quadri: Il temporale, La zolfatara, Il biancospino, Le bagnanti, Bradamante e La fata. Il giudizio positivo non fu condiviso dal Biancale (1938, p. 252), che intravedeva nella pittura del F. "un romanticismo smargiassiano che minava alle basi la Scuola [di Posillipo]" e riconduceva il suo vedutismo a un "verismo circoscritto e puntuale".
Nel Museo nazionale di S. Martino a Napoli, oltre alle opere citate, sono conservati quattro olii: Albero, Torre e costruzioni attigue a Nola, Piazzetta di Nola e Paesaggio con armenti. Presso la Pinacoteca comunale "V. Bindi" di Giulianova sono custoditi due studi dal vero, Radici e Sorrento, il secondo dei quali proviene dalla raccolta di Gonzalvo Carelli. In una collezione privata napoletana si conserva un Cortile con il castello di Lettere.
Fonti e Bibl.: S. D'Aloe, Descrizione di alcune opere esposte nella pubblica Mostra di belle arti del dì 30 maggio 1855, in Annali civili del Regno delle Due Sicilie, LIV (1855), 107, p. 74; F. Napier, Pittura napoletana dell'Ottocento (1855), a cura di S. D'Ambrosio, Napoli 1956, pp. 77 s.; A. Petti, Guida pittorica ossia Analisi intorno lo stile delle diverse scuole di pittura e degli artisti ital. e stranieri antichi e moderni, Napoli 1855, p. 44; F.P. Bozzelli, Sulla pubblica Mostra degli oggetti di belle arti nella primavera del 1855, Napoli 1856, pp. 147-150; Relazione sullo svolgimento delle tre arti… nelle provincie merid. d'Italia dal 1777 sino al 1862 scritta per cura del Sottocomitato speciale per le belle arti di Napoli per l'Esposizione internaz. di Londra del 1862, Napoli 1862, p. 52; C.T. Dalbono, Ritorni sull'arte antica napoletana, Napoli 1878, p. 83; S. Di Giacomo, La Scuola di Posillipo, III, in Il Mezzogiorno artistico, marzo-aprile 1901, pp. 11-13; Id., Il paesaggio a Napoli dal 1820 al 1850, in Riv. d'Italia, V (1902), pp. 843, 854 s.; Id., Luci e ombre napoletane, Napoli 1914, pp. 274, 289-291; R. Labadessa, La Scuola di Posillipo, in Rassegna d'arte, XX (1920), p. 227; S. Di Giacomo, Catalogo biogr. della Mostra della pittura napoletana dell'Ottocento, Napoli 1922, pp. 38 s., 86; Il paesaggio nella pittura napoletana dell'Ottocento (catal.), Napoli 1936, pp. 26 s., 69, 73; M. Biancale, M. Cammarano, Milano-Roma 1936, p. 14; Id., La pittura napoletana del XIX sec., in La Mostra della pittura napoletana dei secoli XVII, XVIII, XIX (catal.), Napoli 1938, p. 252; C. Lorenzetti, L'Accademia di belle arti di Napoli, Firenze 1952, pp. 242, 432; L'arte nella vita del Mezzogiorno d'Italia (catal.), Roma 1953, p. 40; R. Causa, La Scuola di Posillipo, Milano 1967, pp. 82 s., 91; S. Ortolani, G. Gigante e la pittura di paesaggio a Napoli e in Italia dal '600 all'800, Napoli 1970, pp. 8, 147, 151, 152, 168, 181, 200, 216; Id., La Scuola di Posillipo, in Storia di Napoli, IX, Napoli 1972, pp. 783, 817; P. Ricci, Arte e artisti a Napoli [1800-1943]. Cronache e memorie, Napoli 1981, pp. 23 s.; V. Bindi, La Scuola di Posillipo. Pinacoteca civica di Giulianova, Torino 1983, pp. 25 s., 73, 87, 96, 100; Il patrimonio artistico del Banco di Napoli, Napoli 1984, pp. 158 s.; Smargiassi e il suo tempo (catal.), a cura di P. Di Maggio - L. Martorelli - M.R. Nappi, Francavilla al Mare 1987, pp. 168 s., tav. 38; L. Martorelli, in La pittura in Italia. L'Ottocento, a cura di E. Castelnuovo, Milano 1991, II, p. 834; La pittura napoletana dell'Ottocento, a cura di F.C. Greco, Napoli 1993, p. 129; E.M. Eleuteri, La Scuola di Posillipo, in Catalogo Bolaffi dell'arte italiana dell'Ottocento, n. 23, Milano 1994, pp. 36 s.; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 300.