FONTANA, Vincenzo Maria
Pronipote del celebre architetto e ingegnere Domenico, nacque a Melide (località sul lago di Lugano nel Canton Ticino allora facente parte della diocesi di Como) tra il 1610 e il 1611.
Ancora molto giovane lasciò il paese natale alla volta di Roma. Il 15 ott. 1628 ricevette l'abito domenicano in S. Maria sopra Minerva dalle mani del priore Vincenzo Candido, ed esattamente un anno dopo fece la professione solenne e iniziò a dedicare la sua vita agli studi. Dopo l'ordinazione sacerdotale, il 29 apr. 1637 il F. fu accettato come allievo nel collegio domenicano "S. Tommaso". Il capitolo generale dell'Ordine del 14 maggio 1644 approvò la sua nomina a maestro in teologia, mentre il magisterium vero e proprio non gli venne riconosciuto ufficialmente prima del capitolo generale del 4 giugno 1656, quando risulta dai documenti averlo già ricevuto.
Nel 1655, infatti, e con tale titolo, aveva cominciato a pubblicare a Roma la sua prima e più nota opera, le Constitutiones, declarationes et ordinationes capitulorum generaliurn S. Ordinis praedicatorum ab anno MCCXX usque ad MDCL. Il volume, di 1020 pagine in folio, più un accurato indice, è diviso in due parti: la prima (stampata nell'agosto 1655) ordina alfabeticamente tutte le questioni e gli argomenti sui quali vi siano state decisioni da parte dell'Ordine, raccogliendone i rispettivi documenti; la seconda, stampata nel 1656 e ripartita per singole province dell'Ordine, racchiude invece quanto era stato sancito da queste.
Nel 1658, essendo confessore delle monache di S. Caterina a Magnanapoli, scrisse, lasciandola manoscritta al convento, la Historia fundationis, translationis et progressus nobilissimi monasterii S. Catharinae Senensis de Urbe.
Più agile fu il suo terzo lavoro, il Syllabus magistrorum S. Palatii apostolici, pubblicato a Roma nel 1663; nella prima parte sono riassunti i compiti di teologo e censore del maestro del S. Palazzo, con le relative bolle ed editti sulla stampa, nella seconda vi è un elenco di tali maestri, da s. Domenico in poi. Nel 1666, sempre a Roma, uscì il Sacrum theatrum Dominicanum.
In esso il F. raccolse notizie su tutti gli uomini del suo Ordine che avevano dato lustro alla storia della Chiesa, dai pontefici ai vescovi, ai teologi (riproducendo integralmente il testo del Syllabus per i citati maestri), agli inquisitori. Anche in questo volume, come nei precedenti, l'intento apologetico e controriformistico nuoce talvolta al necessano approfondimento.
In quegli anni 1659-69 il convento della Minerva fu travagliato da gravi discordie inteme, che divisero i sostenitori del priore Iacobucci da quelli del generale G.B. De Marinis. Il F. rimase sempre estraneo a queste polemiche, trovando consolazione nello studio. La sua opera potrebbe essere, in un certo senso, considerata come un invito al ritorno alla purezza delle origini guastata dai tempi.
Il nome del F. aveva intanto raggiunto una certa notorietà nell'ambito dell'Ordine. Approssimandosi il capitolo generale del 1670, pensò di dedicare ai congregati il libretto Epinicia sacra s. Thomae de Aquini, raccolta di citazioni e documenti apostolici in lode del dottore angelico. Nello stesso anno usciva a Roma anche il De Romana provincia Ord. praedicatorum, una storia della provincia romana e dei suoi conventi e monasteri, comprensiva della narrazione di miracoli e fatti prodigiosi.
Contrariamente agli auspici espressi in tal senso da quel capitolo generale, il F. non divenne mai provinciale, né tantomeno priore di S. Maria sopra Minerva, anche se ebbe "molti governi e di monache et altri". Si accinse invece alla sua ultima fatica, summa del suo lavoro e del suo pensiero, i Monumenta Dominicana, breviter in synopsim collecta, de fidis obsequis ab Ord. praedicatorum S. Dei Ecclesiae usque modo praestitis (Romae 1675), dedicata a Clemente X in occasione dell'anno giubilare.
Il libro, che tratta dei servigi resi alla Chiesa dall'Ordine, dalla sua nascita in poi, è riccamente documentato e ha per filo conduttore la costante lotta dei padri predicatori contro l'eresia nei secoli e dovunque le necessità avessero richiesto la loro opera. Animato da un autentico spirito controriformistico, il F., parlando del suo tempo, descriveva soprattutto il grande sforzo compiuto dai confratelli nelle terre di missione.
Il 3 giugno 1767 il capitolo generale dell'Ordine in Roma gli affidò, insieme con altri cinque religiosi, l'incarico di controllare la rispondenza delle norme sull'elezione dei superiori e l'osservanza della disciplina regolare con i documenti antichi, correggendo le difformità e integrandovi i documenti pontifici e delle congregazioni, in modo da porre fine alle dispute in materia e preparare una nuova redazione degli statuti dalla sicura autorità.
Il F. morì a Roma il 19 apr. 1679, nel convento di S. Maria sopra Minerva.
Le opere del F., dopo la morte dell'autore, furono oscurate dai più noti lavori apparsi nel secolo successivo, tra i quali quelli di J. Quétif e J. Echard. Tuttavia conservarono sempre una loro autorità: nel capitolo generale del 1841le citate Constitutiones del F. venivano ancora considerate un modello, tanto che se ne ordinò la continuazione e l'aggiomamento fino a quell'anno. In Rosario, memorie domenicane del 1911 (pp. 487ss.) il p. Alberto Zucchi ha stampato la storia del monastero di S. Caterina lasciata inedita dal Fontana.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. gen. dell'Ordine dei predicatori, IV, n. 139, pp. 60, 65, 70; Ibid., Arch. di S. Maria sopra Minerva, G. II 18: Necr. della provincia romana (ms. st.) p. 42; 11 32: Liber Collegii S. Thomae Aquin., p. 49; II 47: Necr. ven. conv. S. Mariae super Minervam, p. 17; Ms. E.III 13: Liber consil. 1679-1752, p. 1; Mon. Ordinis fratrum praedicatorum historica, a cura di B.M. Reichert, XII, Romae 1902, pp. 126, 413; XIII, ibid. 1903, pp. 75, 157; XIV, ibid. 1904, pp. 411-434; G.A. Oldelli, Diz. storico ragionato degli uomini illustri del Canton Ticino, I, Lugano 1807, p. 88; T. Masetti, Mon. et antiquitates veteris disciplinae Ordinis praedicatorum..., I, Romae 1864, p. 32; C. Cantù, Storia della città e della diocesi di Como, Como 1899, p. 203; Année dominicaine..., Lyon 1909, p. 857; A. Zucchi, Roma domenicana; note storiche, Firenze 1938, p. 229; J. Quétif - J. Echard, Scriptores Ordinis praedicatorum, II, p. 660; M. E. Cosenza, Biogr. and bibl. Dictionary of the Italian humanists, II, Boston 1962, p. 1445; Dict. dhist. et de géogr. ecclés., XVII, coll. 865-868.