NARDINI, Vincenzo
– Nacque a Sant’Angelo in Campo, frazione di Lucca, il 16 luglio 1830 da Silvestro e da Anna Stefanini, e fu battezzato nella cattedrale di S. Martino di Lucca con il nome di Vincenzo Sebastiano.
Frequentò la scuola che il sacerdote Pietro Lombardi teneva privatamente a Sant’Angelo, quindi studiò al seminario arcivescovile di Lucca. L’11 ottobre 1846 entrò nel convento dei frati predicatori di S. Domenico di Perugia. Compiuto l’anno di noviziato e pronunciati i voti il 1° novembre 1847, il 28 dicembre dello stesso anno si trasferì nel convento di S. Maria in Gradi presso Viterbo. Studiò filosofia con padre Girolamo Pio Saccheri e teologia con padre Emanuele Alemany. Completò gli studi a Roma nel collegio di S. Tommaso, fondato nel 1577 nel convento di S. Maria sopra Minerva, conseguendo il 17 luglio 1855 il lettorato. Nell’anno accademico 1855-56 vi insegnò matematica; tenne poi il corso di fisica sperimentale, che ampliò allo studio dell’astronomia, e quello di chimica. Tornato a insegnare fisica nell’anno accademico 1858-59, riorganizzò il gabinetto scientifico istituito nel collegio nel 1840 da padre Alberto Guglielmotti. L’impegno con cui promosse per tutta la vita gli studi matematici, fisici, astronomici e chimici rispondeva a un programma ideologico ben definito: dare alla filosofia tomistica, l’unica capace di conciliare scienza e fede, il sostegno di un’adeguata preparazione scientifica.
Alla metà dell’Ottocento il ritorno al tomismo era fortemente propugnato anche da una cerchia di intellettuali gesuiti tra i quali Matteo Liberatore. Spirito polemico e pugnace, Nardini pubblicò a Roma nel 1862 l’opera Manca di verità e si oppone a San Tommaso la soluzione di un alto problema metafisico abbracciata dal […] p. M. Liberatore, accusando il filosofo gesuita di esporre sulla questione del rapporto tra prescienza divina e libero arbitrio non già le tesi dell’Aquinate, bensì le teorie di Luis de Molina, da sempre contestate dai domenicani. Colse inoltre l’occasione per criticare anche il meccanicismo e l’atomismo di Salvatore Tongiorgi, altro gesuita del Collegio romano. In difesa di Tongiorgi scese in campo, con il breve saggio Intorno alla soluzione di un problema fisico-cosmologico. Lettera al r. p. Nardini (Roma 1862), un altro membro della Compagnia di Gesù: Angelo Secchi, fisico e astronomo, fondatore e direttore del nuovo osservatorio astronomico del Collegio romano. Secchi riteneva che i concetti aristotelico-tomistici di sostanza, materia e forma fossero del tutto inadeguati a spiegare i fenomeni naturali alla luce dei dati sperimentali e che tutti i fenomeni fisico-chimici fossero riconducibili a mero moto delle molecole e degli atomi costitutivi della materia, senza bisogno di fare ricorso a supposte forze attrattive o repulsive. Nardini, fautore dell’ilemorfismo tomista, replicò con la Risposta […] alla lettera del p. Angelo Secchi (Roma 1862), ribadendo la convinzione che le forze fisiche, scolasticamente considerate cause efficienti, sono il principio reale di ogni effetto, ciò che non suppone il moto, ma che per sé primieramente ed efficientemente lo produce. Accusato di sostenere teorie cartesiane e materialiste sotto il profilo filosofico nonché assurde sul piano scientifico, Secchi reagì tacciando Nardini di incompetenza sul Bullettino meteorologico dell’osservatorio del Collegio Romano del 15 novembre 1862 (p. 159 in nota).
Spinto dall’aspra polemica e desideroso di aumentare il prestigio dei domenicani in campo scientifico, alla fine del 1863 Nardini diede il via alla costruzione di un osservatorio astronomico e meteorologico nel convento della Minerva, del quale, completati i lavori nel 1865, divenne direttore. Pensò anche di fondare un periodico filosofico-scientifico che avrebbe dovuto essere l’organo di un’accademia domenicana intitolata all’Aquinate, con sede nel convento minervitano. Inaugurata il 21 marzo 1870, l’accademia ebbe però vita stentata e cessò ogni attività alla fine del 1871, anche a causa della mutata situazione politica.
Divenuta Roma capitale d’Italia e temendo la soppressione del collegio di S. Tommaso, Nardini suggerì di trasformarlo in un’università internazionale destinata alla formazione religiosa e culturale dei giovani domenicani più promettenti di tutte le province. Presentata al Capitolo generale riunito a Gand nel settembre 1871, la proposta fu respinta. Amareggiato, Nardini riprese l’attività di astronomo che proseguì per tutto il 1872 e parte del 1873, fino a quando il convento della Minerva, i locali del collegio e la Biblioteca casanatense furono espropriati in forza della legge 1402 del 19 giugno 1873 che estese a Roma la soppressione delle corporazioni religiose.
Accettato l’incarico di recarsi in America Meridionale, si ritirò a Lucca dove, in attesa della partenza, scrisse Il gabinetto fisico-chimico e gli osservatorii del Collegio di S. Tommaso in Roma. Abbozzo storico dal 1856 al 1874, memoria rimasta in gran parte inedita (Archivio del convento di S. Maria sopra Minerva [ACM], CST. II.42. Ms.; CST. II.24. Ms.). Partito per l’Ecuador nell’aprile 1874, fu priore del convento domenicano di Quito e reggente di quello studio generale. Nel 1876 il presidente ecuadoriano Antonio Borrero y Cortázar lo nominò rettore del Colegio nacional S. Vicente di Latacunga. Nel 1878 si trasferì in Perù, dove l’Ordine dei predicatori versava in grave degrado e solo tre conventi maschili erano ancora aperti. La sua missione iniziò dal convento di S. Pablo Apóstol di Arequipa, semidistrutto dal terremoto del 1868: vi restò nove mesi durante i quali, trovati i finanziamenti, cominciarono i restauri. Nel maggio 1879 partì per Cuzco, dove il convento di Santo Domingo, in rovina e ridotto a due religiosi regolari, rischiava la chiusura: ne avviò la ricostruzione e riaprì un noviziato regolare. Grazie ai risultati conseguiti, il 10 marzo 1881 il maestro generale José Maria Larroca lo nominò visitatore e vicario generale dell’Ordine per il Perù, con i poteri e l’autorità del generale stesso (Archivio generale dell’Ordine dei predicatori a S. Sabina [AGOP], XIII. 020010). Alla fine del 1883 la riforma investì il convento del Ss. Rosario di Lima. Il rigore imposto nell’osservanza dei principi della vita monastica e della regola provocò però la ribellione dei frati. Ripristinata l’obbedienza, Nardini fece rientro a Roma nel 1885. Tornato a Cuzco, nel 1886 fondò la rivista La Rosa del Perú (Lima), organo dei frati predicatori, che si proponeva di promuovere la devozione del rosario tra i confratelli e di sostenere «las buenas doctrinas tomisticas según las intenciones del Summo Pontefice León XIII». Nello stesso anno pubblicò a Lima il Manual de filosofía según Santo Tomás de Aquino.
Su La Rosa del Perú difese la figura e l’opera di Bartolomé de Las Casas dalle critiche del gesuita Ricardo Cappa y Manescau. Negli articoli – raccolti nel 1888 nella Defensa del venerable fray B. de las Casa contra los ataques del p. Cappa: correspondencia de Arequipa para “La Rosa del Perú” – rivendicò l’attendibilità storica delle opere di Las Casas, messa in dubbio da Cappa, e propose un’edizione moderna della parte dell’Apologetica historia dedicata al Perù.
Convinto che per combattere laicismo, positivismo e materialismo fosse necessaria un’adeguata educazione dei giovani, fondò nel convento del Ss. Rosario di Lima un collegio pubblico per l’istruzione primaria e secondaria. Inaugurato il 13 marzo 1892, il Colegio de S. Tomás de Aquino – tuttora attivo – mirava alla formazione morale, filosofica e religiosa degli studenti affinché fossero in grado di rispondere agli attacchi del pensiero materialista e ateo. Modello di educazione scientifica e cristiana basata sul pensiero di s. Tommaso, fu dotato di una ricca biblioteca, di un museo di storia naturale e di un gabinetto di fisica e di astronomia tra i più attrezzati del Perù. Nardini ne divenne rettore nel 1896.
Lasciata Lima il 22 dicembre di quello stesso anno, rientrò definitivamente a Roma il 1° febbraio 1897; poco dopo fu nominato penitenziere della basilica di Santa Maria Maggiore. Il 4 agosto 1897 il maestro generale Andreas Franz Frühwirth decretò la restaurazione della provincia domenicana di S. Giovanni Battista, segno inequivocabile del successo conseguito da Nardini in Perù (AGOP, XIII, 020010; Analecta Sacri Ordinis Praedicatorum, III, anno V, 1897, pp. 404-406).
Tornato al collegio romano di S. Tommaso, che nel frattempo aveva trovato sede in un edificio in via di Pie’ di Marmo, tra il 1901 e il 1902 vi fece costruire un piccolo osservatorio astronomico (ACM, II.13.7 Ms.). Eletto provinciale romano, nel 1904 partecipò al Capitolo generale adunatosi nel convento di S. Maria della Quercia presso Viterbo: propose di nuovo l’istituzione di un’università internazionale e questa volta l’iniziativa fu accolta. Nel 1908 il collegio di S. Tommaso cessò di esistere, sostituito dal Pontificio collegio Angelicum con nuova sede in via di San Vitale.
Nel 1908, al termine del mandato di provinciale, Nardini si ritirò nel convento di S. Romano a Lucca, dove morì il 4 agosto 1913.
Altre opere: Memoria del Gabinetto fisico astronomico …, Roma 1864; L’ordine dei Predicatori nel Perù, in Il Rosario, II (1885), pp. 221-226, 246-261; Noticias y juicios de la prensa sobre el Colegio de Santo Tomás de Aquino en Lima, Lima 1892; Sul gabinetto fisico del Convento della Minerva, in Il Rosario, XIX (1902), pp. 87-92, 200-207, 333-338, 420-426 e XX (1903), pp. 180-183; Ratio et expositio ordinationum quas […] proponit aa.rr.pp. Diffinitoribus Cap. Generalis Viterbii celebrandi, s.l. 1904.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. del convento di S. Maria sopra Minerva (ACM), per gli studi e l’attività nel collegio di S. Tommaso; Arch. generale dell’Ordine dei predicatori a S. Sabina (AGOP) per la corrispondenza con i maestri generali e le carte di Ecuador e Perù; Lima, Arch. Generale del Convento de Santo Domingo, per l’attività svolta in Perù. L’Esare, numero unico, 11 settembre 1913; G. Lais, Il p. Angelo Secchi in una polemica col p. V. N., in Atti della Pont. Acc. Romana dei Nuovi Lincei, LXXII (1918-19), pp. 27-34; I.P. Grossi, Un’accademia tomistica alla Minerva, in Memorie domenicane, LXXV (1958), pp. 226-248; Id., Dal ‘Collegium D. Thomae de Urbe’ al Pontificio Ateneo Angelicum, ibid., LXXVI (1959), pp. 3-32; J.M. Arevalo, Los Dominicos en el Perú, Lima 1970, pp. 255-293; L. Malusa, Neotomismo e intransigentismo cattolico, I: Contributo di Giovanni Maria Cornoldi …, Milano 1986, pp. 42, 70 e 81; G.A. Perca, Historia de la Orden Dominicana en el Perú (siglo XVIII-XIX), Lima 1997, pp. 263-410; R. Fioravanti, ‘Intorno alla soluzione di un problema fisico-cosmologico’…, in Angelo Secchi astronomo e fisico. Atti della giornata di studio. Roma, 10 giugno 2009, a cura di T. Aebischer - R. Fioravanti, Città di Castello 2012.