PALEOTTI, Vincenzo
– Nacque a Bologna da Bonaventura e da Costanza di Vincenzo Lana, presumibilmente intorno al 1425.
La famiglia era cresciuta nel corso del Quattrocento con i traffici di tessuti, ai quali viene ricondotto il cognome per le particolari coperte vendute, denominate paliotte o paleotte. I suoi membri si distinsero poi nel commercio del frumento e delle biade, in quello del sale, nell'attività bancaria accumulando, grazie a quest’ultima, cospicue risorse. Furono per questa ragione attivi sulla scena politica bolognese, occupando fin dal XIII secolo posti nel Consiglio generale, ricoprendo successivamente il gonfalonierato e l'anzianato, nel 1320, e facendo parte del Senato fin dalle origini.
Con Vincenzo, intorno alla metà del XV secolo, la famiglia si inserì profondamente all’interno della vita dello Studium Bononiensis. Egli infatti, dopo avervi intrapreso gli studi giuridici si addottorò in diritto civile il 6 gennaio 1446. Successivamente fu incorporato all’interno del Collegio dei dottori, giudici e avvocati di Bologna, mentre al 28 febbraio 1456 risale la sua aggregazione al Collegio dei dottori di diritto civile, organismo che gestiva i conferimenti accademici all’interno dello Studio. In più occasioni esercitò anche le funzioni di vicario dell’arcidiacono in alcune cerimonie di laurea. Fu lettore di diritto civile a partire dal 1448 (1448-49: ad lecturam Usus feudorum; 1450-51: ad lecturam Inforziati). Dall’anno 1451-52 gli venne affidata la lettura ordinaria pomeridiana del Digesto nuovo, che alternò con quella dell’Inforziato fino al 1455-56. L’anno successivo passò alla lettura mattutina del Codice, alternata al Digesto vecchio, che conservò fino al 1469-70. In quell’anno si recò a leggere presso lo Studio ferrarese, su invito del duca Ercole I d’Este, per fare poi ritorno a Bologna nel 1472, dove riprese a leggere il Codice e il Digesto vecchio, divenendo titolare dell’insegnamento di queste materie a partire dall’anno 1475-76 e detenendo tale incarico fino alla morte. Ebbe un numeroso seguito di discepoli, tra i quali vi furono il futuro vescovo di Imola Giacomo Passarella e il giureconsulto bolognese Ippolito Marsili.
Fu attivo anche all’interno delle magistrature civili in qualità di anziano, per cinque volte tra il 1459 e il 1481 (terzo bimestre 1459, secondo bimestre 1460, secondo bimestre 1473, sesto bimestre 1475, sesto bimestre 1481); operò inoltre come giudice all’interno del foro dei Mercanti per ben sette mandati (1457, 1464, 1469, 1480, 1485, 1491, 1497). Fu particolarmente vicino a Giovanni II Bentivoglio e la sua fama arrivò persino in Inghilterra: il re Enrico VII Tudor nel 1487 decise di nominarlo cavaliere e consigliere aulico della Corona, dotandolo di un proprio stemma, e successivamente lo inviò, in qualità di oratore, presso papa Alessandro VI. A Bologna poi alcuni illustri giuristi, quali Alessandro Tartagna e Andrea Barbazza, decisero di ricorrere a un suo parere per dirimere alcune questioni legali da essi affrontate.
Ebbe due mogli (Tommasa Castelli e Dorotea Foscarari) e numerosi figli: tra questi il giureconsulto Camillo e i senatori Annibale e Alessandro, quest’ultimo padre del cardinale Gabriele.
Morì a Bologna nel 1498 e fu sepolto nella chiesa di S. Giacomo Maggiore.
Il Senato bolognese, riconoscendogli i meriti guadagnati in qualità di lettore, destinò ai figli l’onorario di 1000 lire stabilito per l’anno accademico da lui appena iniziato; tale somma fu ripartita tra i discendenti secondo la volontà del defunto, affidata a Giovanni Bentivoglio.
Il genero Filippo Beroaldo, che aveva sposato la figlia Camilla, gli dedicò l’Heptolagos, sive septem sapientes paragonandolo per facondia a Solone, per saggezza a Muzio Scevola e per l’eleganza nel conversare a Gaio Asinio Pollione.
Opere: Paleotti scrisse alcune Ripetizioni, sopra il primo e il secondo Codice e il trattato De dote, frutto delle lectiones serotinae del 1455 (edito all’interno del Tractatus de universi iuris, IX, Venetiis 1584, cc. 404v-408r). Di lui rimane anche un volume manoscritto di Responsa iuris et lecturae in nonnullos Digestorum titulos (Bologna, Biblioteca Universitaria). Presso l’Archivio Isolani di Bologna si sono inoltre conservati 62 consigli, oltre ad alcune addizioni alle Letture di Bartolo e agli appunti delle lezioni tenute nell’anno accademico 1468-69.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Bologna, Studio, b. 137, Libro segreto del Collegio civile (1378-1512), c. 122r; G.N. Pasquali Alidosi, Li dottori bolognesi di legge, canonica e civile, dal principio di essi per tutto l'anno 1619, Bologna 1620, pp. 226 s.; Id., Libro quinto degli Antiani, consoli e confalonieri di Giustitia della città di Bologna dall'anno 1456 fino al 1530, Bologna 1621, pp. 4 s., 18, 20, 26; P.A. Orlandi, Notizie degli scrittori bolognesi e dell’opere loro stampate e manoscritte, Bologna 1714, p. 259; A. Macchiavelli, Nomi e cognomi de’ signori giudici ordinarj del foro de’ Mercanti di Bologna, già raccolti dal sig. giudice del primo semestre dell’anno 1731, Bologna 1752, pp. 6-8; P.S. Dolfi, Cronologia delle famiglie nobili bolognesi, Bologna 1770, p. 571; G. Tiraboschi, Storia delle letteratura italiana, VII, 2, Modena 1778, p. 141; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, III, 6, Bologna 1783, pp. 261-264; S. Mazzetti, Repertorio di tutti i professori antichi e moderni della famosa Università e del celebre Istituto delle Scienze di Bologna, con in fine alcune aggiunte e correzzioni alle opere dell'Alidosi, del Cavazza, del Sarti, del Fantuzzi, e del Tiraboschi..., Bologna 1848, p. 232 n. 2321; U. Dallari, I Rotuli dei lettori, legisti e artisti dello Studio bolognese dal 1384 al 1799, I, Bologna 1888, passim; Il "Liber secretus iuris Caesarei" dell'Università di Bologna . Volume II: 1421-1450. Con una introduzione sull'esame nell'università durante il medioevo, a cura di A. Sorbelli, Bologna 1942, pp. 244, 253; G. Ermini, P., V., in Enciclopedia italiana, XXVI, Roma 1949, p. 58; P. Prodi, Il cardinale Gabriele Paleotti (1522-1597), I, Roma 1959, pp. 18-22; G. Cuppini, I palazzi senatorii a Bologna. Architettura come immagine del potere, a cura di G. Roversi, Bologna 1974, p. 310; Il “Liber secretus iuris pontificii” dell’Università di Bologna (1451-1500), a cura di C. Piana, Milano 1989, p. 20; A.L. Trombetti Budriesi, Gli statuti del collegio dei dottori, giudici e avvocati di Bologna (1393-1467) e la loro matricola (fino al 1776), Bologna 1990, p. 187; A. Giacomelli, Famiglie nobiliari e potere nella Bologna settecentesca, in I «giacobini» nelle legazioni. Gli anni napoleonici a Bologna e Ravenna. Atti dei convegni di studi svoltisi a Bologna il 13-14-15 novembre 1996, a Ravenna il 21-22 novembre 1996, a cura di A. Varni, I, Ravenna 1998, p. 106.