Oratoriano (Genova 1753 - ivi 1820), uno dei più influenti giansenisti del gruppo ligure-lombardo. Partecipò come teologo deputato al sinodo di Pistoia e fu la mente direttiva dell'assemblea degli arcivescovi e vescovi di Toscana tenuta a Firenze nel 1787. Insegnò nelle facoltà teologiche di Pisa e di Pavia e scrisse numerose opere di polemica teologica fra le quali: Trattato storico-dogmatico-critico delle indulgenzie (1786); Il fanatismo nel suo carattere (1788); La libertà e la legge, ecc. (1798); Pensieri sopra la capacità, e i diritti che hanno i Collegi Ecclesiastici e laici di possedere beni in comune, ecc. (1803); Analisi ragionata de' sistemi e de' fondamenti dell'ateismo e dell'incredulità (1811-14). Sono indubbiamente sue anche alcune opere pastorali polemiche di Scipione de' Ricci e l'anonima Apologia della lettera pastorale del 16 aprile 1786 di Monsignor Vescovo di Chiusi e Pienza, ecc., apparsa nel 1787 nel 4º vol. degli Atti dell'Assemblea.