PATELLA, Vincenzo
– Nacque a Padova il 22 gennaio 1856, da Daniele, ingegnere civile, e Adelaide Belcavello.
Rimasto ben presto orfano del padre, compì gli studi a Padova e si laureò in medicina e chirurgia nel 1879 a pieni voti assoluti presso la locale Università, ove iniziò la sua carriera come assistente alla clinica chirurgica (1885-1887). Fu libero docente, producendo un manuale di materia medica e terapia che ebbe due edizioni (Nozioni fondamentali di materia medica e terapia ad uso dei medici pratici e degli studenti, Padova 1883, 18872).
Le sue prime prove nell’agone scientifico furono illustrazioni di casistica di argomento pneumologico, anche se furono i suoi interessi per la neurologia a indirizzarlo verso una più articolata ricerca, che produsse un volume dedicato alle atrofie muscolari (Delle atrofie muscolari secondarie a malattie nervose, a malattie generali ed infettive, loro patogenesi e diagnosi differenziale, Padova 1886). Ciò non significa che, durante il suo periodo di attività patavina, il giovane Patella avesse trascurato altri ambiti di ricerca in medicina interna, anche in collaborazione: si segnala a tale proposito un articolato lavoro (frutto di lunghe ricerche), che comparve su diverse annate (1886-1887) della Rivista medica di scienze mediche, l’organo della facoltà medica patavina e degli ospedali del Veneto (e anche in forma autonoma), dedicato al 'polso bigemino' (Monografia sul 'polso bigemino', Venezia 1887-1888, con B. Luzzatto).
Aveva tentato, nel 1886 e senza successo, l’inserimento quale professore straordinario di patologia speciale medica dimostrativa e di clinica propedeutica presso l’Università di Pisa. Lasciata Padova, ove era docente privato di clinica medica e patologia medica, nell’anno accademico 1887-1888 ebbe l’incarico, presso l’Università di Pavia, degli insegnamenti di clinica propedeutica medica e di patologia speciale medica, anche se il suo nome non risulta negli annuari dell’ateneo lombardo.
Il nucleo del suo insegnamento, al tempo, era caratterizzato dalla semeiotica e non risultano particolari filoni di ricerca nel breve periodo pavese, giacché egli passò successivamente alla clinica propedeutica di Perugia (1890) e infine alla clinica medica di Siena (dal 1899), ove trascorse tutta la sua carriera. Si deve ricordare che la sua autorità nell’ambito della medicina interna iniziava a rendersi evidente e si può segnalare la sua partecipazione al Trattato italiano di patologia e terapia medica, promosso da Arnaldo Cantani e Edoardo Maragliano, pubblicato a Milano da Vallardi. Patella contribuì con il tomo dedicato alle Malattie del fegato e delle vie biliari (1895).
Del periodo perugino, oltre alle consuete osservazioni di statistica, si deve segnalare il suo interesse per taluni particolari aspetti semeiologici nella tubercolosi polmonare, che lo porteranno a ipotizzare l’esistenza di una particolare forma di stenosi pilorica in soggetti tubercolotici. Per questa sua osservazione, a lungo Patella è stato ricordato con un eponimo, relativo alla forma clinica da lui descritta (malattia di Patella).
L’occasione per la definizione di queste sue ricerche fu quella del III Congresso sanitario regionale umbro, che si svolse a Perugia nel 1899, ma le sue ricerche in argomento trovarono una più ampia risonanza nella IV sezione del Congresso internazionale contro la tubercolosi, svoltosi a Napoli dal 25 al 28 aprile 1900 (Atti del Congresso contro la tubercolosi sotto l'alto patronato di S. M. la regina d'Italia...1900. Pubblicati ... dal prof. Alfredo Rubino, Napoli 1901).
A quel tempo, Patella aveva già preso servizio (il 1° maggio 1899) presso l’Università di Siena, succedendo ad Alessandro Cantieri.
Nell’ateneo senese, dove si dipanò tutta la sua successiva carriera, la sua attività didattica era quella caratteristica di ogni docenza di clinica medica; tuttavia vi si può facilmente rinvenire il riflesso dei suoi prevalenti interessi scientifici.
Ad esempio, nel programma didattico pubblicato sull’Annuario dell’Università senese per il 1901-1902, possiamo leggere: «in quest’anno, saranno di preferenza trattate le malattie del sistema nervoso, del sangue, del fegato e quelle infettive» (R. Università degli studi di Siena, Annuario accademico 1901-1902, Siena 1902, p. 61).
Volendo dare uno sguardo d’insieme della sua attività nel periodo senese, sembra evidenziarsi una contrazione delle sue pubblicazioni e una selezione delle sue partecipazioni ai congressi scientifici (con privilegio di quelli della Società italiana di medicina interna): compaiono inoltre le pubblicazioni delle sue lezioni senesi, indice di un impegno didattico rilevante.
Al periodo senese può essere ascritto lo sviluppo del suo interesse per la citodiagnosi: esso sarà condotto con rigore e costanza lungo tutta la sua vita accademica e dedicato all’analisi di alcune linee cellulari della serie leucocitaria. La sua produzione scientifica in argomento è vasta, e qui si vogliono segnalare le diverse monografie da lui prodotte nel tempo, a indicare una stratificazione e un consolidamento delle sue competenze in ambito ematologico.
Infatti, attraverso le sue opere, possiamo ripercorrere le tappe dell’evoluzione dell’ematologia (nel senso più ampio del termine), anche in rapporto con le diverse scuole nazionali (si pensi alle figure di Adolfo Ferrata o di Antonio Cesaris Demel). Si possono quindi ricordare i seguenti volumi: Morfologia degli essudati – Citodiagnosi (Widal e Raveaut), Siena 1903; I leucociti non granulosi del sangue. Loro derivazione e significato, Torino 1906; La genesi endoteliale dei mononucleati del sangue, Siena 1907 (il volume comparve anche in lingua francese). Su temi ematologici, Patella condusse anche un giro di conferenze in Francia, che lo portò a Lione (24 maggio 1910) e Parigi (27-28 maggio 1910); nell’ottobre 1912 egli tenne altre conferenze a Parigi.
Si ricorda, inoltre, il suo contributo allo studio dei corpi di Kurloff (Corpi di Kurloff-Demel in alcuni mononucleati del sangue della Cavia e Protozoi diflagellati epiglobulari, in Atti della Accademia dei Fisiocritici di Siena, s. 4, 1907, n. 19, pp. 173-222). Ciò ci consente di ricordare la sua attività nel contesto dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena, della quale assunse anche la vicepresidenza. Fu lui a firmare la convenzione del 20 giugno 1911 con l’Università per l’uso dei locali accademici.
Si può in fine dar conto di un discorso di inaugurazione dell’anno accademico dell’Università senese tenuto da Patella nel 1910 (era rettore Domenico Barduzzi, che può essere ricordato anche quale illustre storico della medicina, oltreché dermatologo): si tratta della commemorazione di Robert Koch (Roberto Koch. Discorso inaugurale letto il dì 6 novembre 1910 [...], in R. Università degli Studi di Siena, Annuario Accademico 1910-1911, Siena 1911, pp. 15-41).
Agli inizi degli anni Venti, l’attività scientifica di Patella andò rapidamente scemando, e l’anno precedente la sua morte si ritirò dall’attività universitaria per motivi di salute.
Patella fu ascritto a diverse società scientifiche ed accademie: Società italiana di medicina interna, Società medico-chirurgica di Pavia, Accademia medico-chirurgica di Perugia, Accademia dei Fisiocritici di Siena, Istituto veneto di scienze, lettere e arti. Fu anche cavaliere e ufficiale della Corona d’Italia; fu insignito della Legion d’onore e fu cavaliere dell’Ordine francese delle Palme accademiche.
Morì a Siena il 28 febbraio 1928.
Fonti e Bibl.: Per quanto concerne la sua attività scientifica, si vedano, oltre agli annuari delle relative sedi universitarie, V. P., Elenco delle pubblicazioni [...], Siena 1901.
A. Palmerini, P. V., in Enciclopedia italiana, XXVI, Roma 1935, p. 500; Dizionario enciclopedico italiano, IX, Roma 1958, sub voce.