PROMIS, Vincenzo
PROMIS, Vincenzo. – Nacque l’8 luglio 1839 a Torino da Domenico Casimiro e dalla nobile Marianna Borbonese.
Il padre era direttore della Biblioteca Reale, lo zio Carlo archeologo e architetto di fama.
Iscrittosi il 31 ottobre 1854 alla facoltà di legge dell’Università di Torino, fu uno studente brillantissimo; superò gli esami di fine anno conseguendo quasi sempre i pieni voti e si laureò in ‘ambe le leggi’ il 7 giugno 1859. Lavorò poi come praticante nello studio legale dell’avvocato Federico Gobbi fino al 19 giugno 1860. Pochi mesi dopo, il 14 gennaio 1861 Domenico Carutti, allora funzionario ministeriale, gli comunicò che aveva vinto il concorso per diventare volontario consolare presso il ministero degli Affari esteri (Torino, Biblioteca Reale, Archivio Vincenzo Promis, Corrispondenza, scat. 18/XXXVI/18). Il 27 dicembre 1862 prestò giuramento come applicato di 4ª classe presso il medesimo ministero e nell’estate del 1864 fu promosso applicato di 3ª classe. In occasione del trasferimento della capitale a Firenze, Promis fece la scelta di non abbandonare Torino; nel 1865 prese perciò un anno di aspettativa, per rassegnare le dimissioni il 21 luglio 1866. Nel frattempo, grazie al padre, aveva preso servizio alla Biblioteca Reale in qualità di assistente a partire dal 1° novembre 1865.
La sua attività scientifica si articolò in alcuni studi di numismatica, di archeologia e di storia medievale e moderna, e nel lavoro di edizione di documenti storici. Una delle sue prime pubblicazioni fu lo studio intitolato Sull’origine della Zecca veneta (Torino 1868), in cui dimostrò che le più antiche monete veneziane erano state coniate in epoca carolingia. Come spiegò lo stesso Promis in una lettera a Carutti con questo suo lavoro egli voleva anche «chiarire un punto storico, che per un principio politico del Governo di questa repubblica erasi sempre alterato, cioè che anteriormente al Mille essa riconosca l’alta sovranità degli Imperatori prima d’Oriente, poi d’Occidente» (Torino, Museo nazionale del Risorgimento italiano, Archivio Domenico Carutti, cart. 63/95).
L’anno successivo diede alle stampe le Tavole sinottiche delle monete battute in Italia e da Italiani all’estero dal secolo VII a tutto l’anno MDCCCLXVIII, illustrate con note (Torino 1869), nelle cui pagine, attraverso una serie di tabelle, diede conto delle numerosissime monete coniate da zecche italiane, rendendo così più agevole lo studio delle valute degli antichi Stati italiani del Medioevo e dell’età moderna. Tra i numerosi documenti di cui curò le edizioni, oltre alle fonti pubblicate relative alla storia di Asti (Cronachette astesi inedite, in Miscellanea di storia italiana, VII, Torino 1869, pp. 125-183; Documenti spettanti a tre monasteri di Asti, ibid., XI, Torino 1871, pp. 119-189), diede alle stampe il Memoriale di Diego Colombo con nota sulla bolla di Alessandro VI delli 4 maggio 1493 (ibid., IX, Torino 1869, pp. 1-123) e soprattutto le Cento lettere concernenti la Storia del Piemonte dal 1514 al 1792 (ibid., X, Torino 1870, pp. 513-769), in cui trascrisse le lettere dell’ammiraglio Andrea Provana, comandante delle tre navi piemontesi che parteciparono alla battaglia di Lepanto nel 1571.
Poco dopo la morte del padre, e con il sostegno di Federico Sclopis, dal 1° marzo 1874 assunse la direzione del Medagliere e della Biblioteca Reale, incarico che svolse con grande dedizione e disponibilità verso gli studiosi, come ricordato da Antonio Manno ed Ermanno Ferrero nelle loro commemorazioni a lui dedicate. In quegli anni, densi di riconoscimenti, venne anche eletto socio effettivo della Regia deputazione di storia patria (15 maggio 1874), e poco più di un anno dopo, il 23 maggio 1875, fu nominato ispettore degli scavi e dei monumenti nel circondario di Torino, ruolo che ricoprì con la sua solita cura, contribuendo ad arricchire di antichità le collezioni del museo del capoluogo piemontese. Promosse, infatti, la campagna di scavi del 1883-85 intorno alla Porta Palatina; grazie a lui fu scoperta la base della torre d’angolo delle mura romane di Torino e, sempre dietro il suo interessamento, nel 1885 si concluse la prima fase dei lavori di restauro di palazzo Madama, sede del Senato del Regno d’Italia fino al 1865. Il 25 luglio 1875 era stato eletto socio residente nella classe di Scienze morali, storiche e filologiche dell’Accademia delle scienze di Torino.
Nel 1884 pubblicò, insieme con Antonio Manno, il primo volume della Bibliografia storica degli Stati della monarchia di Savoia; come scrisse Manno nella prefazione si trattava di un’opera che gli ambienti intellettuali piemontesi aspettavano da molti anni. Molto materiale era stato raccolto da Domenico, il padre di Vincenzo, ma la bibliografia non era ancora stata pubblicata. Il progetto fu ripreso da Vincenzo Promis che, nel febbraio del 1876, propose a Manno di stilare una bibliografia di opere storiche sul Ducato sabaudo. Manno accettò soltanto in cambio della collaborazione e dell’aiuto di Promis. Così i due studiosi illustrarono il loro progetto al presidente della Deputazione di storia patria, Federico Sclopis, il quale diede il suo assenso nel marzo del 1876. La raccolta dei materiali richiese quattro anni di lavoro, al termine dei quali restava da decidere come classificarli. Alla fine i due curatori decisero di suddividere tutti gli studi reperiti in due parti denominate Storie generali e Storie particolari; la prima categoria era ulteriormente divisa in Storia della Real Casa e Storia della Monarchia, mentre la seconda veniva articolata in storie complessive e in storie individuali. Il secondo volume sarebbe stato pubblicato nel 1891 e nella prefazione Manno avrebbe dedicato pagine commosse all’amico recentemente scomparso. La bibliografia storica si sarebbe conclusa nel 1934 con la pubblicazione del decimo volume, curato da Mario Zucchi, conservatore della Biblioteca Reale.
Nel marzo del 1887, in seguito alla morte del generale Leopoldo Valfré di Bonzo, Promis assunse provvisoriamente la direzione dell’Armeria Reale, che sarebbe stata affidata a Raffaele Cadorna il 15 aprile 1887. Quasi un anno dopo, il 23 maggio 1888, venne nominato membro della commissione incaricata di curare la pubblicazione degli scritti e dei documenti di Cristoforo Colombo in vista delle celebrazioni del quarto centenario della scoperta dell’America, ma non poté attendere a tale incarico perché morì, di congestione cerebrale, a Torino il 19 dicembre 1889.
Si estinse così la linea maschile della famiglia Promis, poiché Vincenzo non si era sposato, e visse insieme alla madre Marianna e alle due sorelle Fanny e Teofila.
Opere. Rectification à un article sur des monnaies obsidionales franco-italiennes, in Revue numismatique, n.s., 1867, vol. 12, pp. 251-254; Sigilli italiani editi e illustrati, in Miscellanea di storia italiana, XV, Torino 1876, pp. 85-127; Monete di zecche italiane inedite e corrette, ibid., XXI, Torino 1883, pp. 271-312. Tra le sue numerose edizioni di testi, si segnalano: Memoriale di Gio. Andrea Saluzzo di Castellan dal 1482 al 1528, ibid., VII, Torino 1869; Memorabili di Giulio Cambiano da Ruffia dal 1512 al 1611, ibid., IX, Torino 1870; Memorie anedottiche sulla corte di Sardegna del conte Blondel, ministro di Francia a Torino, sotto i re Vittorio Amedeo II e Carlo Emanuele III, ibid., XIII, Torino 1871; Il testamento di Mercurino Arborio di Gattinara, gran cancelliere di Carlo V, ibid., XVIII, Torino 1878; Federigo Sclopis. Cenno biografico, Torino 1878; Le auguste alleanze fra le case sovrane di Savoia e di Baviera nei secoli XV, XVII, XVIII, Torino 1883; La commedia di Dante Alighieri col commento di Stefano Talice da Ricaldone, Torino 1886 (con C. Negroni).
Fonti e Bibl.: Informazioni sulla sua carriera di studente si possono reperire nei fondi conservati presso l’Archivio storico dell’Università di Torino. Nell’ampio fondo Vincenzo Promis depositato alla Biblioteca Reale di Torino è conservata la sua corrispondenza; consultando la serie Incarichi e onorificenze è possibile ricostruire la sua carriera professionale. Presso il Museo nazionale del Risorgimento italiano di Torino si trova l’Archivio Domenico Carutti di Cantogno, in cui (Carteggio 6°, Mi-Ra, cart. 63/95-105 bis) sono conservate alcune lettere di Promis inviate a Carutti tra il 1868 e il 1887. Inoltre: C., Il commendatore V. P., in Arte e storia, IX (1890), 1, pp. 3-4; C. Caselli, V. P. archeologo, in L’ingegneria civile e le arti industriali, XVI (1890), 2, p. 32; E. Ferrero, Necrologia. V. P., in Archivio storico italiano, s. 5, V (1890), pp. 176-182 (contiene la bibliografia degli scritti di Promis); A. Manno, V. P. numismatico e bibliotecario, in Atti della R. Accademia delle scienze di Torino, 1890, vol. 26 (versione abbreviata della prefazione al secondo volume della Bibliografia storica degli Stati della Monarchia di Savoia, Torino 1891, pp. VII-XVIII); E. Ferrero, V. P. e i suoi studi numismatici, in Miscellanea di storia italiana, s. 2, XIV, Torino 1893, pp. 199-204; L. Mallé, Palazzo Madama in Torino, I, Storia bimillenaria di un edificio, Torino 1970, pp. 29, 84, 337; G. Ricuperati, I volti della pubblica felicità. Storiografia e politica nel Piemonte settecentesco, Torino 1989, pp. 16, 19; U. Levra, Fare gli italiani. Memoria e celebrazione del Risorgimento, Torino 1992, pp. 142, 207; Archivi di biblioteche. Per la storia delle biblioteche pubbliche statali, Roma 2002, ad indicem.