UGOLINI, Vincenzo
– Nacque a Perugia da Giovanni Battista di Vincenzo da Piscille e da Gostanza de Lica e fu battezzato il 1° novembre 1578 in S. Maria della Misericordia (Archivio di Stato di Perugia, Registri parrocchiali della popolazione, Battezzati, 20, S. Maria della Misericordia 1572-1582, c. 62).
Non sappiamo da chi apprese i primi rudimenti musicali né chi nel giugno del 1592 lo fece entrare in S. Luigi dei Francesi a Roma quale puer cantus, ruolo che tenne (anche con la voce di altus) sino al 31 ottobre 1594. Qui studiò nella familia di Giovanni Bernardino Nanino, maestro di cappella nella chiesa nazionale dei francesi, ed ebbe tra i compagni Gregorio Allegri. Nel Natale del 1595 venne pagato 3 scudi per aver servito due mesi quale cantore nella Confraternita dei Ss. Bartolomeo e Alessandro dei Bergamaschi di Roma.
Pubblicò la sua prima composizione (il madrigale Amor, ch’è quel ch’io miro) nel Secondo libro de madrigali a cinque voci di Nanino (Venezia, Scotto, 1599), definendosene «discepolo». Attivo come bassus ancora in S. Luigi (dal 1° maggio 1600 fino a dicembre 1601), a detta degli storici Cesare Crispolti ed Errigo Agostini (Perugia, Archivio di S. Pietro, ms. CM 224: Dizionario, vol. N-Z, Perugia, c. 376) ottenne il suo primo magistero in S. Maria dei Monti (1601-03?), istituzione legata ai gesuiti. Di certo venne eletto maestro della cappella liberiana in S. Maria Maggiore il 1° gennaio 1603, carica che mantenne sino al 29 novembre 1609 con un’assenza di nove mesi (gennaio-settembre 1606) per malattia.
L’incontro con Carlo Gesualdo riferito da Crispolti (1648, p. 382), se mai ebbe luogo, andrebbe dunque collocato nel periodo della direzione della cappella liberiana: il principe di Venosa, «in incognito» in Roma, «abboccossi» con Ugolini «per avere pareri sopra madrigali da lui composti».
Licenziato «iustis causis» da S. Maria Maggiore (Roma, Archivio capitolare di S. Maria Maggiore, Decreti, 29 novembre 1609, c. 91v), nel dicembre del 1609 o gennaio del 1610 fu preso a servizio dal cardinale Pompeo Arrigoni nella cattedrale di Benevento, di cui il porporato era stato eletto vescovo nel febbraio del 1607. A lui dedicò le Sacrae cantiones quae vulgo motecta appellantur a otto voci (Roma 1614). Ugolini lasciò il servizio beneventano probabilmente alla morte del cardinale (4 aprile 1616).
Nel 1615 pubblicò a Venezia due libri di madrigali a cinque voci: nella dedicatoria del primo (12 agosto) ringrazia il cardinale Scipione Borghese per diversi favori; da quella del secondo (12 settembre) si evince che il cardinale Montalto (Alessandro Damasceni Peretti) aveva espressamente «richiesti» i componimenti ivi inclusi, che però all’epoca non erano ancora «in pronto».
Quanto alle scelte poetiche, accanto a svariati madrigali concettosi assai diffusi tra i compositori coevi (soprattutto Torquato Tasso, Battista Guarini e Giovan Battista Marino, ma anche i più vetusti Luigi Cassola e Dragonetto Bonifacio), si osserva la presenza di componimenti altrimenti rari, attinti dal Giardino de’ madrigali di Maurizio Moro (1593), dalle Rime del perugino Leandro Bovarini (1593) e dalla Raccolta d’alcune rime di scrittori mantovani di Eugenio Cagnani (1612).
Dal luglio del 1616 al luglio del 1620 fu maestro di cappella in S. Luigi dei Francesi: tra gli allievi ebbe il giovane Orazio Benevoli. Dal 1616 al 1619 licenziò quattro libri di Motecta sive sacrae cantiones in festis mobilibus et sanctorum totius anni a una, due, tre e quattro voci con l’organo (i primi tre stampati a Venezia, il quarto a Roma), dedicati rispettivamente a Francesco Ubaldi auditore della Sacra rota, al marchese Valerio Santacroce, a monsignor Ottavio Corsini e al cardinale Alessandro Orsini.
Nel Liber III (1618) compaiono le quattro antifone iniziali del primo vespro dell’ufficio di s. Luigi secondo il rito parigino postridentino (in uso sino al 1622 nella chiesa dei francesi). In questi anni apparvero due suoi mottetti concertati in collettanee promosse da Fabio Costantini (Roma 1618) e dal bolognese Zaccaria Zanetti (Venezia 1619).
Durante il magistero in S. Luigi, Ugolini fu attivo anche in diverse confraternite. Nell’arciconfraternita di S. Maria del Pianto diresse le musiche per la festa del Miracolo (10 gennaio 1619) e per i sabati di quaresima (1619-20). Il 26 maggio 1619 organizzò la musica per la festa della confraternita della SS. Trinità dei Pellegrini. Nella confraternita di S. Maria di Monserrato organizzò la musica per la festa della Purificazione (8 febbraio 1620).
Dal 13 giugno 1620 fu coadiutore del maestro della cappella Giulia in S. Pietro, Francesco Soriano (con una paga di 5 scudi mensili) e dal 16 luglio dello stesso anno fu assunto anche come tenore nella stessa istituzione (con una paga di 7 scudi). Dopo la morte di Soriano (19 luglio 1621) entrò nel ruolo di direzione (da agosto 1621 percepì una paga di 15 scudi). Furono anni impegnativi. Per la nomina del cardinale Borghese alla carica di arciprete della basilica vaticana (28 ottobre 1620) scrisse il mottetto Exultate omnes a dodici voci, incluso poi nei Motecta et Missae [...] Liber secundus a otto e dodici voci dedicati al porporato (Roma 1622), edizione assai sontuosa che innescò una lite tra l’autore e l’editore, incarcerato su istanza del musicista.
Risalgono a questo periodo gli undici «dialoghi» liturgici (tutti a otto voci salvo l’ultimo, a dieci) composti per la Cappella Giulia e tramandati in una raccolta d’autografi custoditi in una biblioteca privata di Perugia (Ciliberti, 2016b); andavano eseguiti nella messa in sostituzione della lettura del Vangelo tra l’Alleluia/Tractus e il Credo.
A Ugolini competeva in primis di organizzare le grandi celebrazioni da tenersi in basilica, soprattutto per la festa di san Pietro, che prevedeva l’impiego di musiche a due e tre cori. Nella compagine della cappella disponeva di musicisti egregi, tra cui l’organista Girolamo Frescobaldi, il soprano Marc’Antonio Pasqualini (dal 1624), affidatogli appena decenne per allievo, e il contralto Mario Savioni, anch’egli allievo suo. Alle esecuzioni partecipavano gli ‘extra’ Pietro Heredia organista, Lorenzo Ratti (suo nipote e allievo) come altro direttore e organista, nonché i cantori della Cappella pontificia.
Nell’anno giubilare 1625 compose la sequenza Lauda Sion a otto voci per la processione del Corpus Domini, vari brani a quattro, cinque, sei e otto voci «per la processione della visita delle 4 chiese» e le Litanie della Madonna a otto voci (tutti componimenti conservati nella Biblioteca apostolica Vaticana, Cappella Giulia, XV, 70-71). Inoltre, due suoi mottetti concertati apparvero in collettanee romane promosse da Giovanni Battista Robletti (1621) e da Francesco Sammaruco (1625).
Il 16 febbraio 1626 il capitolo di S. Pietro votò il licenziamento di Ugolini e la nomina del successore, Paolo Agostini. Non sono note le cause della destituzione. A detta di Giuseppe Ottavio Pitoni (1713-1730 circa, 1988, p. 253), «spiritoso l’Agostini provocò a disfida di musica» il collega, «il quale tacque né volse accettare la sfida», e per questa ragione «fu l’Ugolini discacciato» dai canonici vaticani. Se ne perdono le tracce sino al 20 settembre 1628, data in cui firmò la dedica degli Psalmi ad vesperas a otto voci (pubblicati a Venezia) al neo-cardinale Girolamo Colonna, arciprete in S. Giovanni in Laterano. Nel frontespizio il nome «Vincentii Ugolini Perusini» compare senza alcuna qualifica.
Secondo la testimonianza del marchese Vincenzo Giustiniani, Ugolini lasciò Roma per Parma, dove prese parte ai festeggiamenti indetti per le nozze del duca Odoardo Farnese con Margherita de’ Medici (per l’occasione, tra l’altro, il 21 dicembre 1628 fu rappresentata nel teatro Farnese l’opera-torneo di Claudio Achillini Mercurio e Marte con musiche di Claudio Monteverdi). Non si conosce l’apporto specifico dato da Ugolini a questi spettacoli, né quanto tempo si sia trattenuto nella città ducale. Il 4 settembre 1629 fu testimone nel testamento del compositore Domenico Allegri, fratello di Gregorio (Archivio di Stato di Roma, Collegio dei notai capitolini, Atti di Angelo Canini, sez. XXVIII, prot. 10, c. 389). Il 13 aprile 1630 firmò la dedica del primo libro degli Psalmi ad vesperas et motecta a dodici voci (stampato in Venezia) al neocardinale Antonio Santacroce.
Ugolini svolse per la seconda volta la mansione di maestro di cappella in S. Luigi dei Francesi a partire dal maggio del 1631. Dal 1622 la chiesa era passata sotto il controllo dei padri dell’Oratorio di Francia. Ugolini collaborò strettamente con uno di questi padri, il cappellano Nicolas de Bralion, cerimonialista e agiografo dell’Ordine.
Le feste del Corpus Domini e di san Nicola (ritenute liturgicamente centrali dal cappellano) trovarono maggior spazio nei riti, e con esse le musiche pertinenti. Il misticismo di Bralion dovette incidere sulle scelte dei testi da musicare: lo attesta il dialogo concertato Gaudeamus omnes a otto voci (tramandato negli autografi perugini), incentrato sui poteri taumaturgici della Madonna. Gli oratoriani, assurti sin dal 1616 a cappellani del Louvre, trasformarono S. Luigi da chiesa nazionale in chiesa regia: ciò comportò l’abbandono della vecchia liturgia parigina e l’adozione del cerimoniale regio e romano, come dimostra il salmo Exaudiat a nove voci (sempre dalle sillogi autografe) con il versetto Salvum fac conclusivo modificato e dedicato a Luigi XIII. Crispolti (1648) narra che «Lodovico re di Francia» sottopose a Ugolini «una messa sua musicale, acciò la emendasse, come fece» (p. 382): più che di una messa composta di pugno dal sovrano, si sarà trattato di una composizione a lui dedicata. Proprio nel 1638 venne pubblicata la Missa [...] duobus choris di Nicolas Formé consacrata a Luigi XIII, uno dei primi esempi di messa policorale in Francia: di questo stile il maestro di cappella dei francesi in Roma era, in Italia, un esponente autorevolissimo.
Morì il 6 maggio 1638 (Kast, 1963, p. 67) e fu sepolto in S. Maria in Monterone, la parrocchia in cui abitava. Le sue musiche furono ereditate dal nipote Lorenzo Ratti per poi passare, attraverso di lui, a un altro nipote del maestro, Francesco Maria Ugolini, che il 15 novembre 1663 le donò alla Congregazione di S. Filippo Neri in Perugia. Già ritenute disperse, parte di queste musiche furono individuate nel 2008 in una biblioteca privata di Perugia (Arte organaria..., 2008).
Fonti e Bibl.: V. Giustiniani, Discorsi sulle arti e sui mestieri (1628), a cura di A. Banti, Firenze 1981, pp. 32 s.; C. Crispolti, Perugia Augusta, Perugia 1648, pp. 381 s.; G.O. Pitoni, Notitia de’ contrapuntisti e compositori di musica (1713-1730 circa), a cura di C. Ruini, Firenze 1988, pp. 232 s., 253; A. Cametti, La scuola dei pueri cantus di S. Luigi dei Francesi in Roma e i suoi primi allievi (1591-1623), in Rivista musicale italiana, XXII (1915), pp. 593-641 (in partic. pp. 595 s., 598, 616, 622, 630, 633 s.); V. Raeli, Da V. U. a O. Benevoli nella cappella della Basilica Liberiana (1603-1646), Roma 1920, pp. 3-11; P. Kast, Biographische Notizen zu römischen Musikern des 17. Jahrhunderts, in Studien zur italienisch-deutschen Musikgeschichte I, Graz 1963, p. 67; J.M. Llorens, Le opere musicali della Cappella Giulia. I. Manoscritti e edizioni fino al ’700, Città del Vaticano 1971, pp. 95 s., 99; N. Guidobaldi, Un inventario di musiche donate all’oratorio di S. Filippo Neri di Perugia, in Arte e musica in Umbria tra Cinquecento e Seicento, a cura di B. Brumana - F.F. Mancini, Perugia 1981, pp. 351-356; J. Burke, Musicians of S. Maria Maggiore Rome, 1600-1700, in Note d’archivio per la storia musicale, n.s., II (1984), suppl., pp. 15, 33; J. Lionnet, La musique à Saint-Louis des Français de Rome au XVIIe, ibid., III (1985), suppl., pp. 12 s., 18 s., 25, 31 s., 62, 57 s., 69, 72 s., 76 s., 83 s., 88 s., IV (1986), suppl., pp. 43, 53 s., 74 s.; N. O’Regan, Institutional patronage in post-tridentine Rome. Music at Santissima Trinità dei Pellegrini 1550-1650, London 1995, pp. 75, 104; S. Franchi, Annali della stampa musicale romana dei secoli XVI-XVIII, I, Roma 2006, pp. 183 s., 440 s.; W. Witzenmann, Die Lateran-Kapelle von 1599 bis 1650, Laaber 2008, ad ind.; Arte organaria e musica per organo nell’età moderna, Perugia 2008 (in partic. B. Brumana, V. U., 1. «Cum bassus ad organum»: nuove fonti per lo studio della musica sacra, pp. 269-302; G. Ciliberti, V. U., 2. Il processo compositivo di un compositore del Seicento, pp. 303-326; B. Brumana - G. Ciliberti, V. U., 3. Catalogo della musica sacra, pp. 327-360); G. Ciliberti, «Qu’une plus belle nüit ne pouvoit précéder le beau iour». Musiche e cerimonie nelle istituzioni religiose francesi a Roma nel Seicento, Perugia 2016a, ad ind.; Id., I “Dialoghi” (c. 1620-1621) di V. U.: nuovi documenti sugli antecedenti dell’oratorio latino a Roma, in Les Histoires sacrées de Marc-Antoine Charpentier, a cura di C. Cessac, Turnhout 2016b, pp. 47-62; G. Rostirolla, La cappella Giulia 1513-2013. Cinque secoli di musica sacra in S. Pietro, I, Kassel 2017, pp. 411-429, 433 e appendici on-line, http://dhi-roma.it/index. php?id=am51-appendici (17 febbraio 2020).
Si ringrazia Noel O’Regan per le informazioni relative alle confraternite.