Vindelino da Spira
Tipografo (sec. XV). Fratello di Giovanni da Spira, che introdusse la stampa a Venezia, ebbe di lui maggior fama per aver pubblicato in questa città nitide edizioni di classici latini, alcuni dei quali (Plauto, Catullo, Marziale, Tacito) per la prima volta, emulando i prodotti della tipografia romana, testi giuridici, l'editio princeps del Canzoniere del Petrarca, le opere latine del Boccaccio e uno splendido volgarizzamento della Bibbia.
Nel 1477 stampa con grande cura una Commedia, accompagnata per la prima volta dal commento di Iacopo della Lana, che erroneamente è attribuito a Benvenuto: la seconda quartina di un cattivo sonetto stampato alla fine del volume augura che " d'Imola Benvenuto mai fia privo / d'eterna fama che sua mansueta / lyra operò commentando il poeta / per cui il testo è a noi intellectivo ".
Seguono le rime di D., la Vita del Boccaccio, il Credo, e i capitoli di Bosone da Gubbio e di Iacopo Alighieri. Si tratta di una grande edizione in folio, di carte 376 non numerate stampate su due colonne in caratteri gotici bellissimi, i cui esemplari sono oggi abbastanza rari: uno se ne conserva nella biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, nel fondo Magliabechiano, riccamente miniato, e reca varie postille e la firma di L. Ariosto.
Bibl. - P.F. Toynbee, The 1477 Venice edition of the D.C., in " Athenaeum " n. 4081 (1906) 52; A.J. Butler, The 1477 Venice edition of the D.C., ibid. n. 4082, 79-80; A. Marinelli, La stampa della D.C. nel XV Secolo, in " L'arte della Stampa " XLI (1911) 434-436; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV Jahrh. im Ausland, Monaco di B. 1924, 29-32; G. Mambelli, Gli annali delle edizioni dantesche, Bologna 1931, 13-15.