VIOLA
Botanica. Genere di piante Dicotiledoni Archiclamidee della famiglia Violacee (Linneo, 1735), comprendente oltre 300 specie che, secondo altri autori, debbono ridursi a metà e che sono distribuite in gran parte nell'emisfero boreale e nell'America Meridionale, pochissime nell'Africa meridionale e orientale, nell'Australia e nella Nuova Zelanda.
Sono piante annue, bienni o perenni a fiori zigomorfi pentameri col petalo inferiore generalmente ampio e speronato, 5 stami col connettivo prolungato oltre le logge in forma di squama, ovario uniloculare con tre placente parietali e stilo breve foggiaio a S. Il frutto è una capsula trivalve loculicida che contiene molti semi, muniti di una piccola caruncola arilloide.
In Italia crescono oltre 30 specie diffuse dal piano ai monti: fra queste sono endemiche V. Comollia Mass. delle Alpi Valtellinesi, V. Eugeniae Parl. dell'Appennino Centrale, V. Bertolonii Sal. della Sardegna e Corsica; sono frequenti o comuni V. odorata L. o viola mammola, V. silvatica L., V. canina L., V. tricolor L., ecc.
Alcune sono coltivate per decorazione di rocce e di scogliere come: V. biflora L., V. calcarata L., V. cenisia L., V. cornuta L., V. palustris L., che sono tutte piante di alta montagna. Ma quelle che hanno maggiore importanza orticola sono la V. odorata e la V. tricolor.
La V. odorata L. è frequente nei boschi, lungo le siepi, nei luoghi erbosi, presenta fusti laterali stoloniferi radicanti e fiorenti nell'anno successivo, foglie ovali cuoriformi, dentato-crenate sui margini, lungamente picciolate, munite di stipole ovali acuminate, fiori lungamente peduncolati, violacei o bianchi, assai odorosi, con i due petali laterali barbati; allo stato spontaneo fiorisce all'inizio di primavera.
Questa specie è anche medicinale perché si usano in farmacia i suoi fiori (flores Violae odoratae) essiccati con cura particolare, affinché non mutino il loro colore violaceo, per confezionare uno sciroppo di viole, e anche la loro parte erbacea (herba Violae odoratae). Vi sono poi numerose forme orticole con fiori molto più grandi oppure doppî con tutte le gradazioni di colore dal viola cupo al bianco puro e alcune molto fiorifere sono oggetto di estese colture industriali per il commercio dei fiori recisi. La loro coltivazione si fa in piena terra e a cielo scoperto nei climi caldi e precisamente nella regione degli agrumi e in quella dell'olivo e l'impianto dura circa sei anni, oppure in prode da ricoprirsi con cassoni mobili muniti di vetrate nei climi freddi: in tal caso, gl'impianti durano 4 o 5 anni. Fra le varietà più pregiate sono: Principessa di Galles, Luxonne, La France, di Udine, le Zar, ecc.
Dai fiori di viola mammola si ricava un olio essenziale (30 gr. su 1000 chilogrammi di fiori) assai pregiato in profumeria; dalle foglie si estrae con alcool la clorofilla che è impiegata nella colorazione dei saponi.
La V. tricolor L. o viola del pensiero è specie comune dal mare ai monti; ha fusti eretti, ascendenti, ramosi, angolosi, con foglie inferiori cuoriformi ovate, le superiori bislunghe, tutte crenate, munite di stipole lirato-pennatifide; i fiori delle forme spontanee sono piccoli con corolla bianca o gialla sfumata di violetto, mentre quelli della varietà hortensis sono assai più grandi. Fiorisce dall'aprile all'ottobre.
Delle forme spontanee si usa l'erba (herba violae tricoloris) che è iscritta nelle farmacopee di alcuni paesi e contiene il glucoside violaquercitrina. Della varietà hortensis che è coltivata, vi sono numerose razze a fiori giganteschi unicolori o screziati che si coltivano per ornare le aiuole durante l'inverno e forniscono anche fiori recisi.