VIONVILLE
. Villaggio della Lorena, nel dipartimento della Mosella, 19 km. da Metz, con 210 ab. nel 1931.
La battaglia di Vionville-Mars-la-Tour. - Così chiamata dai Tedeschi, e detta dai Francesi "battaglia di Rezonville", ciascuno degli arversarî avendo indicata la battaglia col nome di villaggi situati nella zona delle rispettive schiere, fu combattuta il 16 agosto 1870 ed è in ordine cronologico la seconda delle grandi battaglie della Mosella (manovra strategica di Metz) nelle quali si riassume il primo periodo della guerra franco-prussiana (v.) scoppiata due settimane innanzi.
Dopo la vittoria di Borny ottenuta dai Tedeschi il 14 agosto ai margini orientali del campo fortificato di Metz, il v. Moltke (senior), capo di Stato maggiore prussiano, formulò il piano d'inseguire i Francesi di F.-A. Bazaine mediante una rapida mossa di due delle armate tedesche che avevano sconfinato in Lorena. Tale rapida mossa si doveva compiere passando la Mosella a sud di Metz, in modo da poter attaccare tempestivamente l'armata francese in ritirata da Metz verso l'interno. Ciò consentiva altresì, con opportune modificazioni, di bloccarla dentro Metz, se il Bazaine fosse rimasto aggrappato alla fortezza, eventualità quest'ultima da considerarsi tuttavia assai poco probabile, perché contraria alle buone regole della guerra.
Il concetto del Bazaine (cui Napoleone III aveva trasmesso subito dopo l'infausta giornata di Borny il comando supremo dell'intero esercito) parve, infatti, esser quello della ritirata verso l'interno; punto di raccolta Verdun, da raggiungere per le due vie che da Metz si distendono verso occidente; e cioè quella di Doncourt a nord e quella di Vionville a sud. Ma il maresciallo francese, forse subendo l'attrattiva della piazzaforte, non parve rendersi conto dell'urgenza del movimento e perdette, col pretesto dei rifornimenti alle truppe, una giornata, quando le ore erano preziose.
Così, mentre le due armate tedesche 1ª e 2ª (agli ordini rispettivamente del generale K. F. v. Steinmetz e del principe Federico Carlo di Prussia) celermente avanzavano a occidente della Mosa, suggestionate da un'ipotesi logica (ma in fatto non rispondente alla realtà), la massa francese si serrava sugli spalti della grande fortezza lorenese, in un inestricabile groviglio di truppe, di carriaggi, di comandi e si lasciava sopravanzare verso l'interno della Francia dall'audace avversario.
Il mattino del 16 agosto la cavalleria tedesca scopre improvvisamente non senza sorpresa) campi francesi sulla strada Metz-Verdun, nei pressi di Vionville. Una reazione viene imbastita - da parte francese - con un inizio di schieramento dei corpi d'armata senza alcun concetto coordinato di manovra, e - da parte tedesca - con opportune pronte iniziative dei comandanti più direttamente impegnati, coordinate e incoraggiate dal comandante il III corpo d'armata, generale Konstantin v. Alvensleben. Infatti, avveratasi l'ipotesi scartata in sede di previsione come irrazionale, senza attendere ordini, il v. Alvensleben ordina una conversione verso nord alle divisioni dipendenti; conversione che sarà poi continuata e appoggiata da altri corpi dell'armata del principe Federico Carlo, in modo che la fronte tedesca si troverà, in definitiva, in traverso alle comunicazioni fra Metz e Verdun. Numerosi gli episodî di valore d'ambo le parti e particolarmente segnalata la grande carica delle opposte masse di cavalleria (furiosa mischia di circa 5000 cavalli) avveratasi all'estremo occidentale del campo di battaglia, riuscita però infruttuosa per i Francesi che non riuscirono a mantener libere le comunicazioni fra Metz e l'interno.
In definitiva, con forze inferiori sul campo di battaglia, i Tedeschi riuscirono ad abbozzare una manovra d'accerchiamento che completeranno due giorni dopo (18 agosto). L'eroismo del soldato francese fu paralizzato dall'insufficiente preparazione tecnica dello Stato maggiore e dalle qualità del capo, non adeguate alle gravi circostanze.