VIRAPURAM
Sito dell'Andhra Pradesh (India) posto lungo il medio corso della Krishna, sulla riva destra del fiume, su un piano del livello di base tra gli Erramalai e i Nallamalai, che sono le principali catene collinari dei Ghāṭ orientali. Venne scavato tra il 1978 e il 1980 nel quadro del progetto idrico di Srisailam, in base al quale - come avvenne negli anni '60 per altri siti più a valle con il grande progetto riguardante Nāgārjunakoṇḍa (v.) - è destinato a essere completamente sommerso in seguito alla costruzione di grandi dighe, come la non lontana Satanikoṭa (v.).
La sequenza osservata ha inizio con il periodo neolitico (dal 1800 al 1000 a.C.), a cui seguono secoli di deposito sterile (1000-500 a.C.); il secondo periodo antropico è quello megalitico, tra il 500 e il 300 a.C., seguito dal primo periodo storico (dal 300 a.C. al 400 d.C.). Durante il Neolitico Antico (1800-1500 a.C.) la presenza dell'uomo è testimoniata da buche circolari fatte nel suolo alluvionale con diametro variabile tra 0,7 e 1,5 m, che si allargano sotto l'imboccatura. Predomina una ceramica grigia e, tra gli strumenti litici, lamine e schegge. Nel Tardo Neolitico (1500-1300 a.C.) sono state osservate buche di palo e pavimenti ottenuti pressando schegge litiche e noduli calcarei. In un'abitazione di forma circolare (diam. 3,2 m) è venuto alla luce un focolare quadrangolare (90x80 cm) con abbondante cenere e carbone; sotto il pavimento di una seconda abitazione è stata rinvenuta un'urna funeraria in ceramica grigia contenente alcune ossa, mentre lo scheletro di un bambino è stato osservato in sepoltura primaria, con orientamento N-S, sotto un terzo pavimento. Accanto a un'industria ceramica in cui predomina una ceramica rossa (grezza o lucidata), con strisce dipinte di rosso, si notano asce, raschiatoi, bulini, ecc. e, in grande quantità, dischetti in steatite per collane; vi sono anche dischi ottenuti da frammenti ceramici e due frammenti di figurine di toro in terracotta. L'ultima fase del primo periodo è quella calcolitica (1300-1000 a.C.). In pianta, si osservano abitazioni rotonde e ovali; gli usi funerari rimangono i medesimi.
I livelli più antichi del periodo megalitico sono caratterizzati dai primi esempî di utensili in ferro e dalla tipica ceramica nera e rossa, e da strumenti per la caccia. Le popolazioni che s'insediarono a V. dopo un lungo periodo di abbandono erano sedentarie: per la prima volta in un sito megalitico del Deccan sono state osservate abitazioni (e non solo sepolture), che sono circolari e rettangolari. Alcune di esse avevano buche per i rifiuti (con abbondanti resti di ossa animali tagliate) e giare per conservare granaglie e leguminose. Non sono presenti tutte le forme ceramiche note dagli altri siti megalitici del Deccan (mancano, p.es., i recipienti a forma di tulipano), ma sono frequenti i piatti a base curva, le ciotole a pareti diritte e base arrotondata, e i vasi dal corpo rotondo. La ceramica d'uso più comune è rossa (grezza, ingubbiata o lucidata).
I tratti culturali del periodo storico più antico compaiono quando dominano ancora quelli della cultura megalitica. Si è così parlato, per il periodo che va dal 300 al 50 a.C., di sovrapposizione delle due «culture». Compaiono, in particolare, le monete punzonate (v., moneta: India), associate, nella regione, all'imporsi dei Maurya (si ricorda che non lontano da V., a Eṛṛaguḍi, sono iscritti gli editti I-XIV di Aśoka, III sec. a.C.), e compare la c.d. ceramica āndhra, dal tipico color ruggine. Nella fase seguente, che si prolunga fino al 300 d.C., a essa si affianca la rouletted ware, la ceramica d'impronta mediterranea, nera e grigia, diffusa nel Deccan e nell'India di Nord-Est tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. La sequenza numismatica, come nell'India settentrionale, vede, dopo le monete punzonate, quelle prive di leggenda e, in seguito, monete attribuibili ai re della confederazione maharathi (titolo amministrativo al tempo dei Maurya) che, dopo il collasso dell'impero maurya, organizzarono il territorio in cui si trova V. a partire da Srisailam. Queste ultime monete hanno sul diritto un elefante, talora accompagnato da simboli, e sul rovescio la montagna a sei dossi, essa pure accompagnata da simboli. Le leggende danno nomi terminanti in -hasti (Mahā Hasti, Śiva Mahā Hasti, Śiva Skanda Hasti), che delineano un lignaggio mahārathi d'osservanza scivaita (di questo periodo è anche una lastra con Durgā Mahiṣamardinī, dea scivaita). Una moneta del secondo sovrano citato era associata a una bulla in piombo imitante un aureus che ha sul diritto il busto di Tiberio, con leggenda in latino non molto accurata, e sul rovescio quello di Augusto con leggenda in brāhmī. I resti strutturali, in pietra, non hanno ottenuto sufficiente attenzione: si sono tuttavia individuati tratti di fortificazioni con struttura absidata, forse un torrione, e resti di abitazioni con focolari, vasellame, macine, resti di ossa animali e diversi tipi di semi.
La terza fase del periodo storico (300-400 d.C.) - l'ultima prima del definitivo abbandono del sito - è indicata come tardo-mahārathi, ed è caratterizzata da un gruppo di tredici templi entro muro di cinta (prakāra). Quelli più antichi hanno pianta quadrata e sono preceduti da un piccolo portico, hanno pavimenti in pietra e muri di mattoni: all'interno delle celle vi sono liṅga (v.), che li rivelano come templi scivaiti (di quest'epoca è una piccola immagine di Gaṇeśa, divinità scivaita). Verso la fine del periodo, insieme a rimaneggiamenti dei templi più antichi, assistiamo a tentativi di organizzare queste semplici strutture in maniera più complessa. Abbiamo così i templi 2, 7 e 10 che vengono uniti da un comune maṇḍapa o portico: il tempio 10, più grande degli altri (3,7x3,4 m), fu costruito per ultimo e inserito tra i due precedenti. La forma quadrata di questi templi di datazione piuttosto alta sembra revocare in dubbio il fatto che essa sia esclusiva elaborazione dell'India del Nord.
Bibl.: T. V. G. Sastri, Veerapuram Excavation (Birla Archaeological and Cultural Research Institute, Exploration, Excavation Series 1), Hyderabad 1981; T. G. V. Sastri e altri, Veerapuram. A Type Site for Cultural Study in the Krishna Valley, Hyderabad 1984.
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