GUIDI, Virgilio
Pittore, nato il 4 aprile 1892 in Roma, dove fece i suoi studî all'Accademia di belle arti. Scuola dalla quale già nel 1915 alla II secessione romana egli si mostrò indipendente, con una figura di Donna nuda ispirata a Matisse. Così nel 1920 alla Biennale veneziana la sua Madre che si leva consolida il sentimento del colore e della luce in un vago ricordo di Renoir. Indi il pittore risale (seconda Madre che si leva, esposta a Venezia nel 1922) fino al Correggio; di cui ricopia la Danae Borghese (1921). Il suo quadro Il tram (Roma, Gall. d'arte moderna), dove il linguaggio pittorico tende alla compiutezza classica, ottiene a Venezia nel '24 vivo successo. Tuttavia il G. fa seguire a questa fase un'altra di accostamento a Cézanne. Partecipò con tre opere alla 1ª Mostra del Novecento italiano (Ritraito di mia madre, 1925; La donna dalle uova, Il pittore all'aria aperta). Di quell'anno è la Donna che cammina esposta con altre opere alla IIª Quadriennale (1935), mostra nella quale il pittore ottenne un premio. Organizzò nel 1927 una sala del Novecento romano; e in quell'anno fu chiamato a insegnare all'Accademia di Venezia. Attualmente insegna a Bologna.
La sua natura delicata, evocativa, crea un mondo di immagini - più "figure" che ritratti, più gesti e pose che azioni - immerse in una atmosfera di luce mattinale diffusa, dove i colori tendono a espandersi in larghe macchie di intenso valore tonale, i segni a farsi saltuarî e palesi come un'imbastitura. A questo lirismo di luce-colore l'artista subordina la cosiddetta realtà oggettiva, riducendone la profondità spaziale e prospettica, i caratteri differenziali e il contenuto morale. Una gentile sensualità crea smalti e trasparenze; un raffinato idealismo avviluppa e qualche volta - specie nelle composizioni - imbambola quella realtà. Che diventa così vagamente ironica (La passeggiata a cavallo), come un'animazione di manichini. La cura assidua dello stile, denunciata dalla ripetizione dei motivi, si risolve più felicemente dov'è più semplice il tema (come in certe mezze figure, Donna che cuce, 1928; L'uomo pensieroso; o paesaggi): in uno stato d'animo fra trasognato e affettuoso, e squisitamente sensuale.
Bibl.: V. Costantini, Pittura italiana contemporanea, Milano 1934 (con bibl.); E. Cecchi, in Circoli, 1935; V. Guzzi, in Nuova Antologia, 1935.